Scelti i nuovi siti da valorizzare con progetti di rigenerazione ambientale e urbana. Maran: “Prima applicazione del PGT che potrebbe portare oltre 1.700 case a prezzi accessibili”
Piazzale Loreto, il nodo di interscambio Bovisa, lo scalo ferroviario di Lambrate, in via Monti Sabini nel Vigentino e a Crescenzago, l’area dell’ex Macello e le Palazzine Liberty di viale Molise a Calvairate. Sono le sette aree con cui Milano partecipa alla seconda edizione di “Reinventing Cities”, il bando internazionale promosso da C40 che prevede l’alienazione di siti dismessi o degradati da destinare a progetti di rigenerazione ambientale e urbana, nel rispetto dei principi di sostenibilità e resilienza.
L’iniziativa è stata illustrata questa mattina a Palazzo Marino dall’assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura Pierfrancesco Maran, l’Amministratore Delegato di FS Sistemi Urbani (Gruppo FS Italiane) Umberto Lebruto, il presidente di FNM Andrea Gibelli, il rappresentante di C40 Zachary Tofias e l’architetto Paolo Mazzoleni, Presidente dell’Ordine degli Architetti di Milano.
“Si tratta della prima applicazione concreta del Piano di Governo del Territorio appena approvato, non solo dal punto di vista delle norme, ma anche per gli obiettivi: incrementare l’offerta di case accessibili in affitto e rigenerare il territorio con interventi di elevata qualità ambientale – dichiara l’assessore Maran –. Loreto e Bovisa si svilupperanno a partire dall’idea che il progetto batte la regola se si interviene attraverso un lavoro di ricucitura territoriale e in una logica che vuole concentrare la densità urbana in prossimità delle metropolitane. In via Monte Sabini, Crescenzago e all’ex Macello dovranno essere realizzati alloggi in edilizia residenziale sociale, in particolare in affitto, per rispondere alla domanda di casa a prezzi accessibili. Anche a Lambrate, come previsto dall’Accordo di Programma per la rigenerazione degli scali ferroviari, arriverà edilizia residenziale sociale in affitto e in vendita e alloggi per gli studenti a prezzi accessibili. Infine nelle Palazzine Liberty potranno nascere servizi per tutto il quartiere e la città. Con questi progetti stimiamo di arrivare ad avere circa 1.600 alloggi nuovi alloggi in edilizia residenziale sociale e circa 120 in edilizia popolare, da destinare a giovani famiglie, studenti e persone in difficoltà”.
Nove le città del mondo che partecipano alla seconda edizione di Reinventing Cities: oltre a Milano, Madrid, Roma, Chicago, Dubai, Montreal, Singapore, Cape Town, Reykjavik. In totale sono stati identificati 25 siti (di cui 7 solo a Milano) – tra aree o edifici in disuso o dismessi – da riqualificare attraverso interventi di rigenerazione urbana resiliente e a emissioni zero.
Come per la prima edizione, che a Milano ha portato progetti innovativi e di elevata qualità ambientale per le Scuderie de Montel, lo scalo ferroviario di Greco e porzioni di via Doria e via Serio, il bando è rivolto a team multidisciplinari di architetti, progettisti, sviluppatori, imprenditori, ambientalisti, start-up, associazioni di vicinato, innovatori e artisti che vogliano unire le proprie competenze e presentare proposte di rigenerazione urbana che promuovano uno sviluppo sostenibile e resiliente.
Per ognuna delle aree, che saranno alienate prevalentemente in diritto di superficie (ad eccezione dell’edificio comunale in via Porpora a Loreto, delle aree di Monti Sabini e dello scalo ferroviario di Lambrate, che saranno venduti), verrà stabilito un prezzo minimo. L’avviso pubblico di alienazione si tradurrà in una procedura di selezione che favorirà i progetti che offrono le soluzioni ambientali più ambiziose e vantaggi tangibili per la cittadinanza.
Il termine per presentare i progetti è il 4 maggio 2020. La procedura di selezione si strutturerà in due fasi: la prima finalizzata alla preselezione di 3/5 proposte per ciascun sito, mentre la seconda condurrà alla selezione dei progetti vincitori nei primi mesi del 2021.
L’Ordine degli Architetti di Milano collaborerà con il Comune in veste di “ambasciatore locale” dell’iniziativa, per approfondire, divulgare e tenere vivo l’interesse tra i vari soggetti interessati lungo tutto il processo e facilitare la formazione di team integrati.
Per maggiori informazioni sul bando Reinventing Cities, i criteri di selezione e le presentazioni dei siti oggetto del bando, visitare il sito http://www.c40reinventingcities.org/
I SETTE SITI MILANESI
Piazzale Loreto
È una delle sette piazze strategiche di Milano 2030, per cui nel PGT sono previste norme specifiche volte a incentivarne lo sviluppo e la rigenerazione. Situata a soli 3 km dal Duomo, in un’area tra le più accessibili della città, connessa in meno di 10 minuti di metropolitana alle stazioni di Milano Centrale, hub dei treni ad alta velocità, e Porta Garibaldi, accesso al distretto di Porta Nuova, oltre che al quartiere universitario di Città Studi. Piazzale Loreto si trova in un quartiere tra i più densi e attivi di Milano, dalla forte vocazione commerciale e ricco di servizi, ma oggi si configura come un elemento di cesura in larga parte dedicato al traffico, fattore che ne compromette la qualità urbana. Reinventare Loreto significa valorizzare la piazza come cerniera tra Corso Buenos Aires, viale Monza e via Padova, riorganizzando la viabilità per generare nuovi spazi pedonali di qualità. Si prevede la vendita dell’edificio comunale di via Porpora e la cessione in diritto di superficie degli spazi pubblici da valorizzare, comprese alcune parti dei mezzanini della metropolitana. L’eventuale riassetto dell’area potrà consentire l’edificazione di limitate aree in superficie oggi destinate a viabilità.
Nodo Bovisa
Un’area di 91mila mq, di cui 54mila di proprietà del Comune e 37mila di Ferrovienord, che comprende la stazione Bovisa-Politecnico, porta di accesso alla città dall’aeroporto di Malpensa e nodo ferroviario tra il centro e la città Metropolitana. Grazie alla sua elevata accessibilità il Nodo Bovisa è una delle aree strategiche di Milano 2030 disciplinate dal PGT attraverso norme specifiche che ne incentivano la rigenerazione. Oltre che dalla stazione e dai piazzali antistanti oggi adibiti a parcheggio, il sito è composto da un’ampia area a est dei binari che ospita l’Istituto Negri e i campus del Politecnico di Milano. Reinventare il Nodo è l’occasione per fare da cerniera tra gli ambiti separati dai binari, ricucire il quartiere e integrare la stazione quale porta di accesso a un sistema di funzioni urbane strategiche. Comune e Ferrovienord vendono i diritti di superficie con i relativi diritti edificatori dell’area. In funzione della proposta sarà possibile trasferire ulteriori diritti edificatori secondo le modalità previste dal PGT.
Lambrate: Ex Scalo Ferroviario
A pochi passi dalla Stazione ferroviaria e della metropolitana M2, dallo scalo ferroviario di Lambrate in pochi minuti è possibile raggiungere le principali stazioni di Milano – Centrale, Garibaldi, Cadorna, Porta Genova e Romolo. Il sito è costituito da un’area di 70mila mq esterna alla cintura ferroviaria in rilevato che la separa dall’adiacente quartiere universitario di Città Studi, compresa tra i quartieri storici di Lambrate a nord e di Ortica a sud. Lo sviluppo dello scalo, di proprietà di FS Sistemi Urbani (Gruppo FS Italiane), costituisce un’importante occasione per il ridisegno delle aree di margine verso la ferrovia e per la ricucitura del tessuto urbano esistente in continuità con le funzioni e gli spazi pubblici già presenti. Come previsto nell’Accordo di Programma per la rigenerazione degli scali ferroviari, il progetto di trasformazione dovrà prevedere l’insediamento di un quartiere sostenibile con alloggi di edilizia residenziale a prezzi accessibili, significativi spazi pubblici, aree verdi e servizi di quartiere per il 60% dell’intera superficie.
Calvairate: Aree ex Macello (via Lombroso)
Con una superficie di circa 150mila mq, in passato sede del macello comunale, l’area si trova a pochi passi dalla stazione di Porta Vittoria, servita dal passante ferroviario che connette l’area metropolitana al centro città. Il Piano Milano 2030 individua nel sito uno dei “Piani attuativi obbligatori”, aree in cui è prevista una disciplina urbanistica specifica volta a regolare la rigenerazione delle stesse, prevedendo un mix di funzioni urbane tra cui l’insediamento di circa mille abitazioni in edilizia residenziale sociale. Composta da immobili abbandonati risalenti ai primi decenni del ‘900, l’area rappresenta un tassello importante per la rigenerazione del quartiere, a cavallo tra ambiti residenziali – come il complesso di edilizia popolare Molise Calvairate – e una serie di aree oggetto di riconversione – dal comparto degli ex Frigoriferi Milanesi, al quartiere di Porta Vittoria. Reinventare l’ex Macello è l’occasione per ricomporre un pezzo di città in nome della qualità urbana e ambientale, del mix sociale e funzionale, creando sinergie con le trasformazioni intorno.
Crescenzago: via Civitavecchia
Un’area di circa 13mila mq situata nel quartiere di Cimiano, utilizzata come parcheggio di interscambio per la fermata della M2 e connessa in 5 minuti di metro alla stazione ferroviaria di Lambrate e a Città Studi e in meno di 15 alle stazioni Centrale e Porta Garibaldi. Il sito si trova in prossimità della sede della casa editrice RCS, a poca distanza dal Parco Lambro e dall’Ospedale San Raffaele, in un contesto prevalentemente residenziale. Coerentemente, la strategia Milano2030 individua nel perimetro del sito una delle “Aree per Edilizia Residenziale Sociale” in cui è prevista una disciplina urbanistica volta favorire l’insediamento di abitazioni in affitto a prezzi accessibili. L’obiettivo è reinventare un’area oggi sottoutilizzata, già servita dal trasporto pubblico, per sperimentare nuovi modelli e servizi abitativi, con progetti in grado di generare mix sociale, minimizzare le emissioni e massimizzare l’integrazione del verde in relazione al contesto, per avviare un processo di rigenerazione virtuoso per il quartiere.
Vigentino: Via Monti Sabini
Un’area di circa 50mila mq nel quartiere Vigentino, servita da una linea tranviaria che conduce in centro in soli 20 minuti lungo la via Ripamonti, passando per alcune delle aree di rigenerazione più importanti della città che comprende lo scalo di Porta Romana, la Fondazione Prada, l’area Symbiosis e il progetto ‘Vitae’, già vincitore del bando Reinventing Cities. Il sito, che verrà venduto limitatamente alle aree fondiarie (circa 10mila mq, mentre sui restanti 40mila verranno realizzate attrezzature pubbliche) rappresenta il “Comparto A” di un Programma Integrato di Intervento approvato nel 2008 e in corso di attuazione. Il contesto si caratterizza per la presenza di insediamenti produttivi, terziari e commerciali e fabbricati rurali, molti dei quali in corso di riconversione verso funzioni residenziali, come in via Antegnati, dove cinque grandi edifici saranno destinati ad housing sociale e servizi. Reinventare il sito di Monti Sabini, può rappresentare il fattore di accelerazione e cucitura delle trasformazioni in corso e contribuire a definire un nuovo modello di abitare e vivere il sud Milano.
Calvairate: Palazzine Liberty (viale Molise)
Sei palazzine (superficie catastale 7.800 mq) situate nel quartiere Calvairate, a 100 metri dalla stazione ferroviaria Milano Porta Vittoria, servita dal passante ferroviario. Adiacenti al sito “Ex Macello”, gli edifici erano destinati a uffici, portineria e residenza della città annonaria, di cui rappresentano testimonianza storica e architettonica. Oggi dismessi e uno occupato senza titolo, rappresentano un elemento chiave per il processo di rigenerazione urbana in corso attorno al complesso di edilizia popolare Molise Calvairate, che include gli ex Frigoriferi Milanesi, oggi sede di spazi espositivi e studi professionali, il quartiere di Porta Vittoria in fase di completamento, il complesso dei Mercati Generali, oggetto di un piano di ristrutturazione. Le Palazzine Liberty dovranno essere riqualificate a favore di un progetto in grado di far coincidere il recupero del patrimonio edilizio di valore storico-architettonico con l’attivazione di nuovi servizi per il quartiere la città.
“Via Monti Sabini: Un’area di circa 50mila mq nel quartiere Vigentino, servita da una linea tranviaria che conduce in centro in soli 20 minuti lungo la via Ripamonti”.
20 minuti?
Certe volte mi chiedo se quelli del Comune li abbian mai presi i mezzi sul serio…
Probabilmente no, altrimenti avrebbero dato la priorità a Piazzale Lotto/Stuparich piuttosto che a Loreto, dove si aspetta la preferenziale della 90 da circa 15 anni.
Veramente da via Noto (fermata di riferimento per via Monti Sabini) in una ventina di minuti sicuramente si arriva a Crocetta e, a seconda dell’orario, anche a Missori.
In condizioni ottimali, il “tempo di percorrenza” da li alla fermata della metro più vicina è di circa 20 minuti.
E’ leggermente diverso.
Missori è a 400 mt dal Duomo, se si nega che Missori e Crocetta non sono centro città vuol dire essere in malafede solo per il gusto di lamentarsi
Era semplicemente il commento di uno che li ci ha abitato.
Il Vigentino è a 20 minuti dal centro solo per gli agenti immobiliari, purtroppo. Dieci anni fa si sperava nella linea 6 fino a Noverasco, capito che non se ne sarebbe fatto nulla prima della pensione son migrato altrove.
Concordo in toto
Sono tutti progetti molto belli ed interessanti oltre che dalla finalità lodevole, però alla fonte rimane il problema da sempre irrisolto: Milano deve smettere di pensare solo al proprio ombelico e cominciare a delineare le proprie strategie urbanistiche in chiave di Hub Metropolitano.
Se Milano non si integra, anziché competere, con i comuni delle prime due fasce in tema di trasporti, sviluppo urbanistico e servizi ovviamente la maggior parte delle persone sarà orientata a vivere in città aumentando il prezzo degli immobili. Quelli che decideranno di rimanere nell’Hinterland si sposteranno verso Milano in auto aumentando il traffico, inquinamento e richiesta di parcheggi non incentivando la creazione di servizi nei comuni limitrofi.
@Anonimo 15:28 E’ la stessa cosa che mi dicono alcuni amici che abitano in quella zona per spostarmi in quel quartiere: ma perché non vi spostate qui? In quindici (15) minuti col tram siete in Duomo e siamo tutti vicini.
Io preferisco rimanere nel mio quartiere per motivi differenti dall’esistenza del tram o meno.
Riqualificazione ex Macello: perché prevedere altre residenze di edilizia popolare in un quartiere che ne è già pieno, non sarebbe meglio prevedere servizi per le abitazioni già presenti? Perché questa tendenza a stratificate la citta in zone sempre più povere e zone sempre più ricche?!