Milano | Toponomastica: scusi, dov’è via Roma?

Se qualcuno vi chiedesse: scusi, dov’è via Roma a Milano? Voi rispondereste, pensandoci però un attimo: a Milano non c’è, in compenso abbiamo Corso di Porta Romana.

Sembra incredibile, ma a Milano una via intitolata alla capitale d’Italia non esiste proprio. A dire il vero anche a Napoli manca, dove per un certo periodo via Toledo venne intitolata via Roma, successivamente tornata però col vecchio toponimo.

Via Roma è una delle vie principali del centro storico di Torino, così come a Firenze, Genova, Palermo. A Venezia è il piazzale d’accesso alla città via terra. A Bologna è un viale parallelo alla via Emilia. Insomma più o meno in ogni città italiana si trova una via intitolata alla nostra bella capitale. Ma appunto, non a Milano.

In quasi tutti i Comuni italiani esiste una via Roma, e questo fu per volontà di Benito Mussolini che nell’agosto del 1931 inviò a tutti i podestà (coloro che amministravano i comuni durante il Ventennio) una circolare da parte dei prefetti con l’ordine di intitolare nell’anniversario della Marcia su Roma (anno X) una via, non secondaria, al nome di Roma. …”d’ordine di S.E. il Capo del Governo, tutti i centri urbani abbiano intitolata, con l’inizio dell’anno decimo, una via non secondaria al nome di Roma… 1º agosto 1931

Perciò l’allora sindaco, pardon, Podestà di Milano, Marcello Visconti di Modrone (in carica dal 20 novembre 1929 al 19 novembre 1935), cambiò la toponomastica per accontentare il duce dell’impero. Corso Roma finì così sulle mappe stradali e sulle cartoline stampate nel periodo antecedente la II Guerra Mondiale, al posto di Corso di Porta Romana. Però finita la guerra e caduto il fascismo, si ritenne opportuno di far tornare le cose com’erano un tempo. Milano quindi tornò ad avere Corso di Porta Romana e non più una via dedicata alla capitale.

Ancora oggi nessuno sa darsi una vera spiegazione, se non qualche supposizione priva di fondamento, quale vede la rivalità tra le due città uno dei motivi principali (anche se a voler guardare, a Roma via Milano si trova in centro, tra il Quirinale e l’Esquilino).

Una delle ultime volte che se ne discusse fu quando, nel 2005 divenne materia per una piccola controversia politica quando l’allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, fece notare l’assenza di una via Roma al suo omologo di Milano, Gabriele Albertini.
Il sindaco di Milano apparve sorpreso e si impegnò a verificare e, nel caso, a intervenire: «Non credo», disse poi, «ma se Veltroni ha verificato quest’assenza, la faremo.»

Eppure di vie Roma a Milano potrebbero essercene almeno un paio.

Anzitutto noi abbiamo (veramente non solo noi) un corso centrale dedicato a Re Vittorio Emanuele II di Savoia, che fu l’ultimo Re di Sardegna e il primo Re d’Italia. Non siamo più una monarchia da diverso tempo ormai. Abbiamo già la Galleria dedicata a Vittorio Emanuele II e un bel monumento equestre in piazza del Duomo. Ogni tanto qualcuno solleva persino qualche perplessità sul fatto che il corso sia ancora intitolato ad un monarca.

Quindi perché non cambiare in Corso Roma la strada che unisce Piazza del Duomo a San Babila?

Altra possibilità potrebbe essere quella di Corso Lodi o Piazzale Lodi. Perché due luoghi della città con lo stesso nome? Quindi perché non cambiare in Corso Roma o Piazzale Roma uno dei due?

Forse Piazzale Roma (al posto di Piazzale Lodi) è il più semplice e fattibile tra tutte queste proposte. Salderebbe un unità che forse ci farebbe bene e onorerebbe una delle più belle capitali al Mondo. Che da lungo tempo ha un po’ di problemi, ma che è pur sempre una meraviglia e la nostra Capitale.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

30 commenti su “Milano | Toponomastica: scusi, dov’è via Roma?”

  1. Va bene, non è una cattiva idea ma se io abitassi in quella via/piazza o altro che cambia nome, pretenderei che il comune cambiasse a sue spese tutti i miei documenti e altro.
    Se pensate a quanti abbiamo dato il nostro indirizzo, non solo per motivi ufficiali…
    Se avete notato il comune cambia toponomastica all’interno della città dove non ci sono civici. Oppure dedicano vie in periferia, o appena costruite (per esempio via Mike Bongiorno, solo una parallela che si distingue poco da viale della Liberazione e ha palazzi nuovissimi). La toponomastica non è una cosa semplice.
    Per Corso Vittorio Emanuele II, beh non è solo per una denominazione monarchica ma mettiamoci anche il Risorgimento, magari, e l’Unità d’Italia.
    Allora si dovrebbe cambiare nome, che so, anche a Piazza Carbonari, visto che ormai non abbiamo più l’imperial regio governo austriaco…

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  2. Ma guarda, di avere una via Roma a Milano proprio non ne sentiamo il bisogno!
    A me piace credere nella leggenda della rivalità tra le due città e declinarla in questo modo: Milano per sopravvivere non ha bisogno di Roma (e lo stiamo dimostrando su diversi fronti) mentre Roma ha bisogno di Milano.
    Quindi ben venga che Roma omaggi chi la “mantiene” con una via dedicata a Milano!

    P. S. Non vuole essere un discorso politico, ma del “sano” campanilismo, orgoglio e indipendenza!

    Buon giornata

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    • Caro mombelli, sono d’accordo con te (oltre che con l’amico Red). Qui però non si tratta di campanilismo ma di buon gusto e opportunità.
      Infatti dedicare una via a una città arrogante e fallita come Roma, che da 150 anni rapina e sperpera le risorse prodotte da chi a Milano e in Lombardia risiede sarebbe un insulto.
      Io sono per l’indipendenza del nord Italia da questo stato fallito, socialista e meridionale.

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    • Anche io concordo con mombelli.
      Roma è il simbolo del fallimento italiano. Qui non c’entra nulla il campanilismo. C’entra solo una intelligente veduta del mondo.
      La Lombardia si deve sganciare dal fallimento romano e meridionale e diventare uno stato a sé insieme al Triveneto

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  3. Assolutamente la forza del nostro paese è il campanilismo spinto, ovviamente è anche la nostra debolezza ma è una caratteristica che ci cotradistingue e ci ha permesso di avere tante differenze culturali e culinarie.
    Quindi io tifo sempre per il campanilismo e sono contro l’omologazione ed è meglio non mettere via Roma a Milano, anche se sarebbe un bel gesto è comunque una cosa inutile.
    Io proporrei che se ci danno l’indipendenza dalle tasse allora gli dedico anche 10 vie, fino a quando prendono i nostri soldi e decidono loro come dobbiamo spenderli allora via Roma non ci deve essere.

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  4. Roman non ha bisogno togliere via Milano.
    Perché Roma è la città universale e mondiale.
    Appartiene al mondo intero.
    Roma è città aperta.

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    • Bravo wf e da sempre che sostengo che tu debba tornare al tuo ovile per mantenere il campanilismo, quindi se vuoi trasferirti a Roma insieme a tutti i talebani anti auto fai pure, li in bici sicuramente ti troverai bene….ovviamente sono sarcastico…
      Noi amiamo le differenze e vogliamo tutelarle…voi amate essere tutti uguali e volete rimuovere in tutti i modi le differenze…noi non lo permetteremo…dobbiamo rimanere diversi per imparare uno dall’altro e non essere omologati e tutti uguali…evviva le differenze

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      • Se uno è sicuro della propria identità non ha bisogni di nascondere le cose.
        Ecco perché ai romani non frega nulla che ci sia o meno via Milano a Roma.

        Sono questioni una città provinciale che ha paura…

        Differenze, uguaglianze, se sei sicuro di quello che sei non devi nascondere una targa stradale.

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        • Wf, ti è già stato detto di tornare all’ovile. Vedo che insisti nel farfugliare comunistate senza senso, dimenticando che l’unica vera uguaglianza degli esseri umani è quella davanti alla Legge (e se vuoi aggiungiamo davanti al Padre eterno). E proprio questa uguaglianza non esiste più in Italia visti i favoritismi che ci sono a vantaggio di roma, del sud e ora pure delle “Risorse agricane”.
          Purtroppo.

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  5. Personalmente non sono un grande fan dei cambiamenti di toponomastica, perchè una volta iniziato non si sa mai dove si finisce. Ad esempio cambiamo il nome a Corso Vittorio Emanuele e ci teniamo Cadorna, Diaz e Missori?

    In ogni caso, il caso di Roma non è isolato. Non mi sembra che abbiamo molte vie dedicate alle capitali europee e nemmeno agli Stati. A Parigi c’è Place d’Italie, a Milano non ce lo sogniamo nemmeno di dedicare uno straccio di vicolo ai nostri cugini, a meno che non mi sbagli.
    Via Parigi poi, abbiamo addirittura smesso di costruirla pur di non dedicargliela… 😉

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  6. Sinceramente mi spiego meno l’assenza della città di Cremona nell’odonomastica milanese, rispetto a quella di Roma; l’unica via Cremona che abbiamo è in realtà intitolata al (pur grandissimo) pittore Tranquillo Cremona…

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  7. Sono contrario a cambiare la toponomastica esistente, peraltro di luoghi ormai consolidati nell’immaginario di tutta la città. Detto questo c’è comunque Porta Romana, uno dei luoghi iconici di Milano che segna l’antica via per Roma. Direi che è più che sufficiente (detto da un romano).

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  8. “Porta Romana” si chiama “Romana” perchè sulla via per Roma, per cui a, ben vedere, Milano abbiamo una Porta, un Sestiere e un Corso dedicati alla capitale.

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  9. Non vedo in che modo Roma possa aver “bisogno” di Milano. È probabile che sia Milano ad aver “bisogno” di Roma, ma intesa come istituzione capitale! Le città e in particolar modo i loro cittadini si ignorano completamente!

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  10. Via da Roma.

    In fondo basta un pennarello indelebile nero e il gioco è fatto.

    Altro ottimo motivo per tenerci Corso di Porta Romana. Piuttosto se vogliamo cambiare nomi pensiamo alle stazioni. Romana FS che è a metà di Corso Lodi o San Cristoforo che è al Giambellino a 3 km da San Cristoforo…

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  11. Occhi, però, a battezzare corso Roma l’attuale corso Lodi: durante il ventennio fascista la strada assunse infatti il nome di corso XXVIII Ottobre in ricordo della Marcia su Roma avvenuta proprio il 28 ottobre del 1922. Nello stesso periodo c’era anche il toponimo via della Marcia su Roma assegnato al tratto terminale di via San Marco, cioè il tratto che congiunge via Castelfidardo ai Bastioni.

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  12. Io direi, si lascia tutto cosi com’é perché le vie si chiamano cosi e basta, le vie sono come dei figli, una volta che dai loro il nome, basta, mica si può cambiare.
    Poi, un giorno, quando la città eventualmente si espanderà e si creerà un bel viale o una bella piazza, possiamo magari dedicarla a Roma.
    Cioè Porta Romana non va rinominata, è già un omaggio a Roma, cosa vogliono di più? Il sangue?

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  13. A Milano non abbiamo dedicato una via a Roma, ma una porta, porta Romana appunto. Del resto, storicamente i nomi di città sono messi lungo le strade che portano in quella direzione: senza uscire da Milano, via Torino lungo la strada che porta verso il Piemonte passando da Casale Monferrato, Corso Venezia, Viale Monza, Corso Vercelli, Corso Magenta, via Comasina (per Como), via Varesina, Corso Lodi. Quando si esce da questo criterio è un casino (tipo Piazza Abbiategrasso).

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  14. La toponomastica in generale va cambiata il meno possibile (come peraltro è naturale, e infatti spesso i nomi dei luoghi – fiumi, monti – sono antichissimi).
    Poi c’è l’antipatia dell’obbligo mussoliniano. Poi esiste già Porta Romana. Poi, ai milanesi Roma non è simpatica, per mille motivi. Quindi… lasciamo tutto così com’è.

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    • Voglio bene a quelli di Urbanfile, ma questa “boutade” mi sembra più una “boutanade”…

      Scherzi a parte, sono d’accordo per lasciare tutto così com’è.

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  15. Particolare l’unicità del tratto di 2,5km con
    Piazza Missori e via Missori
    Corso di porta romana e Porta romana
    Corso lodi e piazzale Lodi

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  16. Caro anonimo delle 19.01, in 4 righe di commento hai fatto un po di confusione. Prova a rileggere e a dirmi il nesso tra i 2 periodi.
    Anche se voti a sinistra dovresti essere più attento

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  17. In effetti c’è Porta Romana. Parimenti è anche vero che avere due luoghi dedicati a Vittorio Emanuele II non ha molto senso (nemmeno a Torino ci sono), ma immagino sarebbe tutt’altro che semplice modificare la toponomastica in quel caso. Le ragioni campanilistiche, di reciproche antipatie, etc etc…le trovo davvero tristi e sintomo di una visione miope del mondo e del futuro.

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