Come ben si sa, nell’area posta tra le tre torri e le vecchie palazzine degli orafi di CityLife, sorgerà il grande edificio composto da due parti separate, detto il Portico progettato da BIG – Bjarke Ingels.
In questi giorni si è cominciato a ripulire l’area dalle strutture e dai materiali utilizzati per i precedenti cantieri, questo per permettere di avviare nei prossimi mesi del 2021 il cantiere vero e proprio per il doppio edificio collegato dal gigantesco portico. Il completamento dell’edificio è previsto tra la fine del 2023 e i primi mesi del 2024 per un investimento di più di 100 milioni di euro.
Foto Valter Repossi.
Questa porta d’ingresso all’intera area e in un certo senso all’intera Milano mi entusiasma.
Delle architetture future, questo è la torre Unipol sono quelli che trovo abbiano un tocco unico
bellissimo
Ma i progettisti hanno considerato l’eventuale accumulo di acqua che andrebbe a gravare su un tetto concavo?
No, sono i primi pirla arrivati. Il progetto può piacere o no, ma certi commenti davvero lasciano basiti.
Dai, il commento poteva essere un po’ ingenuo, ma era formulato in modo educato.
Poi, noi abbiamo ancora memoria di un Palazzo dello Sport meneghino in cui il tetto concavo di grande effetto scenico crollò sotto il peso della neve
il commento forse e’ un po’ azzardato ma ricordiamoci del palazzetto dello sport…
ahah… se l’è cercata.
Ma non è detto, ricordo la fine del palazzetto dello sport, già il fatto di fare grattacieli su una falda acquifera non depone a favore.
Ottimi l’abbinamento architettonico delle tre fallo torri cin un rinfrescante bidet
MAGNIFICO. Sono commosso, se avremo il coraggio di continuare in questa direzione Milano avrà il suo posto meritato fra le metropoli / hub internazionali del futuro. WOW
Diciamo che delle belle architetture sono un buon primo passo, ma certo non bastano per rendere attrattiva una città nella competizione globale.
Ci vogliono servizi efficienti, trasporti sostenibili, facile accessibilità internazionale, verde, servizi per famiglie e bambini. Aggiungerei anche poca burocrazia, certezza del diritto (non norme fiscali che cambiano una volta l’anno e processi civili che durano 20 anni) e un ambiente inclusivo, aperto e tollerante (Richard Florida docet).
Perché tanti giovani professionisti italiani (anche milanesi) pensi che vadano a vivere a Madrid o a Barcellona, nonostante la Spagna economicamente non sia messa molto meglio dell’Italia? Perché in Spagna non si respira quell’atmosfera bigotta, retrograda e soffocante che si respira in Italia (un po’ meno a Milano, ma sempre in Italia siamo).
Molte delle variabili che menzioni hanno più a che fare con mentalità e legislazione a livello nazionale
Però che la città sia vista con sempre crescente ammirazione dal resto d’Europa posso dirlo per esperienza diretta avendo una famiglia multinazionale
Speriamo che molto del provincialismo italiano venga superato sotto la guida dell’esempio di Milano, e che non sia una nazione un po’ polverosa a zavorrare la nostra città