Milano | San Siro – Cantiere riqualificazione Via Celio: lavori conclusi

Alberi, vivibilità e sicurezza. Si sono conclusi i lavori di riqualificazione di via Celio, tra via Novara e via Rembrandt nel distretto di San Siro. I lavori sono stati realizzati a scomputo oneri da Rodevita San Celso S.r.l. nell’ambito dell’intervento di demolizione del plesso scolastico “Istituto paritetico San Celso”di via Paravia 5 e nella conseguente realizzazione di una nuova Residenza Sanitaria Assistenziale con annesso centro diurno.

“Via Celio ha cambiato volto – dichiara l’assessore all’Urbanistica e Verde Pierfrancesco Maran –. Da anonima via passaggio è diventata una strada che mette al centro la fruizione pedonale e il verde. Anche la realizzazione della RSA peraltro sarà un servizio importante per il quartiere”.

La riqualificazione di via Celio ha visto la realizzazione di marciapiedi nuovi su entrambi i lati della strada, nuova illuminazione e il rifacimento del manto stradale con la risagomatura della carreggiata e la realizzazione di 57 stalli di sosta a spina di pesce su entrambi i lati. La scansione degli stalli è stata intervallata dalla presenza di nuove aiuole delimitate da cordoli in pietra all’interno delle quali sono stati posati 18 alberi e 4 arbusti. Contestualmente è stato realizzato un sistema di smaltimento delle acque superficiali con la posa interrata di tubazioni e camerette di ispezione per il corretto deflusso delle acque bianche.

Questa è la riqualificazione di TUTTE le vie di Milano, parcheggi per auto ben disegnati, aiuole e soprattutto alberature.

San Siro, via Celio, via Novara, via Rembrandt, Riqualificazione, Via Paravia, Rodevita San Celso S.r.l.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

11 commenti su “Milano | San Siro – Cantiere riqualificazione Via Celio: lavori conclusi”

    • beh, almeno hanno messo il divieto d’accesso e il dare precedenza sullo stesso palo, per Milano è già un progresso.

      Attendiamo con ansia il piano per la “depalificazione” già promesso ai tempi di Albertini. O forse Mussolini, boh, era un -ini.

      Rispondi
  1. Appena rifatta, e c’è già un’auto parcheggiata in divieto (quella grigia nella terza foto)! Che senso ha rifare i cordoli per poi disegnarci un’isola di traffico a fianco? Piuttosto fai il cordolo un po’ più in là!

    Rispondi
  2. Ottimo! Un’altra via perfetta per essere percorsa in bici in contro mano o sul marciapiede, chi ha la Mountain bike può anche passare sul prato.

    Rispondi
    • Non so se l’hai notato, ma non è esattamente corso Buenos Aires. E’ una via residenziale di scarsissimo passaggio, non si vede un pedone a pagarlo in una sola delle foto.

      Le probabilità che un pedone e una mountain bike si incrocino nello stesso momento nello stesso punto del marciapiede sono una su un fantastiliardo, è più facile che ti cada in testa un motore di jet (cit.)

      Rispondi
  3. Finalmente!

    Viaggiando molto per lavoro in Europa (pre-Covid ovviamente) vedevo spesso sistemazioni come questa per i parcheggi a centro strada nelle zone residenziali, soprattutto in Germania, ma ne ho visti anche in Olanda

    Mi sono sempre chiesto perché non si potesse fare anche a Milano, invece dei tristissimi parterre sterrati con le macchine messe a casaccio che ci sono da noi.

    Rispondi
  4. scusate ma il codice della strada prevede veramente che ci sia in una strada a una solo corsia e senso unico, il doppio cartello di divieto d’accesso, il doppio cartello di dare la precedenza, e ancora più geniale il doppio cartello di strisce pedonali con il cartello che guarda la direzione contro il senso di marcia??? Cioè questi ultimi cartelli a chi servono? A quello che non ha visto il doppio cartello di divieto d’accesso e viaggia contro mano????

    Rispondi
  5. Bene, ottimo intervento! Ma è sempre il privato, che come spesso accade, a scomputo oneri realizza interventi utili per la comunità,infatti questo tipo di interventi andrebbe replicato ovunque sia possibile in città, ma se aspettiamo l’iniziativa del comune stiamo freschi! Continuero’ a ripeterlo all’infinito, che senza l’intervento dei privati le opere pubbliche in città arrancano……..del resto lo stesso Sindaco ha riconosciuto che senza i privati a Milano si fanno solo disegnini su carta……

    Rispondi

Lascia un commento