Mercoledì scorso si è tenuta la presentazione dei progetti che hanno ottenuto i riconoscimenti “nuovo Bauhaus europeo” e “stelle emergenti del nuovo Bauhaus europeo”, nell’ambito di un incontro organizzato dalla Commissione europea e da Triennale Milano. Quest’ultima, infatti, è da sempre vicina ai temi del design, dell’architettura, della sostenibilità ambientale e dell’urbanistica. In totale sono cinque i progetti italiani premiati su un totale di 20 progetti presentati a livello europeo.
Si tratta comunque di un premio (in denaro) per progetti di rigenerazione urbana e ambientale. Questi progetti però non avranno reali sbocchi, almeno per il momento, ma possono fungere da idea per futuri interventi.
IMMdesignlab ha presentato un progetto di rigenerazione dell’area di Porto di Mare con un vasto quartiere a forma di mezzaluna, con il quale si è aggiudicato uno dei premi italiani del New European Bauhaus.
Premiato nella categoria “Spazi urbani e rurali risanati”, l’eco-quartiere di Porto di Mare è un progetto di riqualificazione dell’area metropolitana che si inserisce tra Milano e le campagne limitrofe. Si tratta di un’area fortemente degradata, dove, tra depositi, magazzini fatiscenti, vecchie cascine, ospita una molteplicità di etnie, che vivono in condizioni precarie. Attualmente versa in un forte stato di degrado.
L’area di Porto di Mare, tra Corvetto, Nosedo e Rogoredo, ha una storia ormai centenaria. Si tratta di un’area dove era prevista la costruzione di una grande darsena che portasse navi di grosse dimensioni sino alle porte di Milano, cominciata cent’anni fa e mai portata a termine, lasciando una zona in abbandono per tanti decenni.
Il progetto di riqualificazione nell’area tra Porto di Mare si basa sullo sviluppo di strategie di pianificazione energetica a basse emissioni di carbonio che seguono un approccio dal basso verso l’alto, agendo sulle persone per trasformare gli utenti in agenti.
In che modo è possibile raggiungere tale obiettivo? Attraverso un approccio di modellizzazione sviluppato su più livelli che integrano requisiti ambientali, economici, sociali e culturali in grado di valorizzare ogni etnia, senza perdere la visione di unità.
Il quartiere ha l’ambizione di divenire un’area urbana autosufficiente, garantendo l’accesso dei suoi abitanti a tutti i servizi essenziali: dai generi alimentari alle scuole, dagli impianti sportivi a una stazione della metropolitana che li collegherà direttamente al centro della città. Cuore dell’integrazione è il polo per la ristorazione e i trasporti che permetterà alle persone provenienti dall’interno e dall’esterno del quartiere di incontrarsi e interagire.
Il processo di rigenerazione per l’ambito Porto di Mare intende perseguire l’obiettivo generale di riqualificazione ambientale, urbanistica, edilizia, economica e sociale di un comparto periferico e degradato, recentemente divenuto di proprietà dell’Amministrazione Comunale. Tra le attività propedeutiche alla riqualificazione complessiva sono già state avviate le operazioni di rimozione dell’amianto presente su numerose coperture dei fabbricati esistenti. È stata effettuata una prima indagine ambientale preliminare conoscitiva dello stato di salubrità dei suoli e sono stati promossi alcuni interventi puntuali di rigenerazione urbana. Questi sono stati promossi attraverso l’attivazione di bandi di concessione d’uso di immobili pubblici per l’insediamento di funzioni prevalentemente di interesse pubblico e/o generale (ad es. l’intervento di recupero di Cascina Casottello e il recente bando pubblico per individuare un soggetto che riqualifichi e rifunzionalizzi l’ex discoteca Karma – Borgo del Tempo Perso).
Il percorso di rigenerazione del tessuto edificato procede parallelamente al progetto di recupero ambientale – paesaggistico del sistema di aree verdi circostanti, prevalentemente inserite nel perimetro del Parco Agricolo Sud Milano.
A tal fine, viste le criticità che caratterizzano tali aree (tra cui il c.d. “boschetto di Rogoredo”), l’Amministrazione Comunale ha stipulato una convenzione con l’Associazione Italia Nostra Onlus che ha già portato a risultati importanti in termini di pulizia, manutenzione, ripristino di percorsi pedonali e ciclabili, fruibilità e riappropriazione di alcune aree.
Rispetto al PGT pre-vigente, il nuovo PGT progetto prevede la suddivisione dell’Ambito Porto di Mare nei seguenti sotto ambiti:
- la porzione a nord, lungo via Fabio Massimo, è individuata quale “ambito per Grandi Funzioni Urbane”;
- l’area agricola situata nella parte nord-ovest di Porto di Mare, tra via San Dionigi e via Fabio Massimo è individuata quale “area destinata all’attività agricola di interesse strategico” ed è oggetto di proposta di annessione al Parco Agricolo Sud Milano;
- le aree edificate lungo via San Dionigi sono disciplinate come “ambiti di rigenerazione ambientale”, circondate dalla previsione di ulteriori aree di “verde urbano di nuova previsione” che garantisca permeabilità e continuità con il sistema degli spazi aperti del Parco Agricolo Sud Milano.
Referenze fotografiche:
Fonte: Infobuild, prizes.new-european-bauhaus.eu, IMMdesignlab
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A me puzza di greenwash lontano un chilometro, ma magari sbaglio.
In ogni caso la vera area scavata del “porto di Mare” venne riempita di rifiuti negli anni 70 e dubito che anche il developer più interessato al fatto che ci sia la metro vicina e i prezzi degli immobili alle stelle, ci andrebbe mai a scavare…
L’ennesima occasione persa per ampliare il parco porto di mare e renderlo davvero un polmone in grado di mitigare l’isola di calore. Rigenerare l’esistente senza aggiungere ulteriori cubature sarebbe la vera svolta green. Dai rendering della cosiddetta “mezzaluna” si vede una massiccia densificazione ed espansione verso l’area ex porto di mare. L’attuale situazione di degrado lungo la via Fabio Massimo si potrebbe risolvere senza necessariamente edificare decine di nuovi edifici. Magari verticalizzando e riducendo il consumo di suolo rispetto alla situazione attuale.
Visto così, con cuboni buttati amminchia, vuol dir tutto e niente
l’ennesimo horror senza senso , perso nel nulla
E vai con la speculazione!
Penso che sia un progetto totalmente inutile.
Ulteriori edifici alle porte del Parco Agricolo Sud cosa servono? Poi in Via Fabio Massimo ci sono 3 cascine storiche.
Si poteva ampliare il parco ed eliminare le baracche ed altri edifici da area di frangia che sono presenti in San Dionigi.
Le funzioni urbane sono già presenti.
Ovviamente chi ha progettato non ha idea del contesto urbano di Nosedo: l’area deve essere riqualificata attraverso il ripristino del territorio agricolo (come è la vocazione storica dell’area, vedi anche l’esempio di Cascina Nosedo) e non avviare l’ennesima speculazione edilizia.