Si inizia a spacchettare, dopo tanto tempo, il cantiere che occupa mezzo isolato, per una completa ristrutturazione e trasformazione tra Corso Buenos Aires, via Scarlatti e via Tamagno nel distretto di Loreto.
Lo studio POLA si è occupato di riprogettare, ammodernare e unire tutti e quattro gli edifici proponendo una nuova struttura metallica che avvolge come in una maglia gli edifici.
Il progetto ha visto la fusione di un gruppo di edifici adiacenti di varia epoca e importanza: un palazzo di tre piani di edilizia semplice del primo Novecento di Corso Buenos Aires 51A; il bel palazzo dèco di via Scarlatti 2 che fa angolo con il corso; il palazzo dai decori liberty semplici di via Scarlatti 4; il palazzo d’angolo con via Tamagno 2 in stile tardo eclettismo diviso in due porzioni.
Qui di seguito le prime immagini dello “spacchettamento” in corso. Un risultato che sicuramente non piacerà a molti.
Referenze immagini: Duepiedisbagliati
Loreto, Corso Buenos Aires, via Scarlatti, via Tamagno, Studio Pola, Riqualificazione
questo, insieme alla zuppa ignlese di Via Dezza candidato all’ArchiHorror 2022.
Aspetterei di vederlo concluso prima di giudicare.
Non so se rattristarmi per l’aggressione continua dei nostri palazzi storici o se considerarla una peculiarità interessante, la stratificazione che dopo aver occupato tutti gli spazi orrizzontalmente nel dopoguerra, ora si fa verticale.
L’unica cosa certa é che preferisco questi interventi additivi che quelli che invece sostituiscono, cancellando per sempre la possibilità anche solo di intuire l’aspetto precedente dell’edificio: facciate dipinte totalmente di nero o di bianco inclusi gli stucchi, recladding pixelati con i pannelli sfalsati, ecc…
Ringraziamo per la lucida analisi che rispecchia l’intento originale del progetto: preservare l’esistente senza “musealizzarlo” inserendo la nuova costruzione, differente per materiale, ma compatibile con gli elementi della preesitenza nell’intento di una doppia valorizzazione.
È uno scempio
La condizione dell’isolato prima dell’intervento, se mi posso permettere, era uno scempio. Edifici chiusi ed abbandonati per quasi vent’anni che oltre a risultare compromessi dal punto di vista della qualità edilizia, generavano un assenza importante per il retro “povero” di CBA. Ora quantomeno il retro diventerà un fronte luminoso, poroso e decisamente più accogliente.
Comunque prima di esprimere giudizi così definitivi suggerisco di attendere che l’intera opera sia portata a compimento, un po’ di pazienza…non manca molto.
Non ho parole.
Suggerisco di attendere la conclusione del cantiere prima di esprimere giudizi.
Processi come questo durano almeno un decennio, nel rispetto di chi questo edificio l’ha immaginato, disegnato e realizzato,
Costruire sul costruito è un tema che non dovrebbe far urlare allo scandalo in quanto la forza delle nostre città risiede anche in questo meccanismo di continua sovrapposizione e rispetto dell’esistente (dove possibile). CI terrei a ricordare che nessuno dei tanto amati edifici liberty, inseriti nella maglia del piano Beruto sono tutelati, tranne alcune eccezioni, i nostri infatti non lo erano ed in questo caso abbiamo compiuto innumerevoli sforzi per cercare di valorizzare sia l’esistente che la nuova costruzione.
Il progetto secondo me è originale e valorizzante dell’isolato sia per finiture che per adeguatamento funzionale degli edifici.
Strano stiano smontando le impalcature con i pannelli ancora largamente incompleti.
Ma i pannelli grigi sulla sommità sono per caso definitivi?
I pannelli sulla sommità non sono grigi ma è una lega di rame che con il tempo si ossiderà rendendolo più scuro.
Terribile, una vergogna. Sarà il più brutto albergo di Milano
Chi voleva un intervento “in stile” dovrebbe guardare quanto fatto duecento metri più avanti con l’hotel Andreola
https://www.andreolahotel.it/uploads/galeriahoteles/hotel-andreola-central-exterior.jpg
Poi si può sempre dire che si preferisce quell’intervento rispetto a questo.
Viva lo studio pola