Milano | Portello – Il palazzo di Padre Beccaro e la chiesa del monastero

Padre Gerardo Beccaro, nacque a Grondando, in provincia di Alessandria il 18 gennaio 1846.

Sin dall’infanzia coltivò la passione per Cristo tanto che volle entrare come novizio, nel convento di Concesa, dove il 14 gennaio 1861, a soli quindici anni, prese l’abito; il 14 novembre 1862 pronunziò i voti temporanei e lasciò Concesa per proseguire a Ferrara gli studi filosofici presso il locale studentato.

Il 13 gennaio 1866, dopo aver emesso i voti solenni divenne carmelitano per sempre. Fu mandato a Piacenza, dove era vescovo Mons. Scalabrini, grande estimatore dei Carmelitani che lo aiutò nell’erezione di una nuova Chiesa con annesso convento, dal momento che le antiche proprietà di Santa Teresa e Sant’Anna in Piacenza non erano riscattabili.

In sei anni riuscì a far costruire e inaugurare la Chiesa della Madonna del Carmine con il convento a Piacenza; provvide altra Chiesa con relativo convento a Parma; si impegnò per le vocazioni, restaurando allo scopo l’antico convento di Cherasco; finalmente il 14 Aprile 1894 fu eletto superiore della Provincia Lombarda Carmelitana, ricostituita qualche anno prima.
Si apriva la via per riportare a Milano l’ordine carmelitano, assente dalla metropoli lombarda da oltre novant’anni. A Piacenza aveva lasciato un santo Vescovo, a Milano ne incontrava un altro: il Cardinal Ferrari, che gli suggerì la zona dell’Arco della Pace al Sempione, allora in pieno sviluppo edilizio e bisognosa di presenze religiose significative, con oltre 40.000 abitanti sotto una sola parrocchia.

Questa coincidenza, storica e geografica, gli permetterà di conoscere don Guanella di cui diventerà confidente, amico, fratello affezionato. Dapprima cercò di acquistare la Casa ecclesiastica, presso la chiesa di Sant’Ambrogio ad Nemus, dopo che i sacerdoti anziani ed invalidi della diocesi di Milano, qui ospitati, vennero trasferiti in corso San Celso.

Ma dovette rinunciarvi perché il costo di 160.000 era troppo elevato per la disponibilità finanziaria del sacerdote. Quest’area venne successivamente acquistata, al prezzo di 110.000 lire, da Don Luigi Guanella che fondò la “Pia Casa dei poveri a Sant’Ambrogio ad Nemus”, oggi già nota con il nome di “Istituto Don Guanella”.

Alla fine Padre Gerardo Beccaro riuscì a trovare nelle vicinanze dell’Arco della Pace, in un quadrilatero compreso tra le attuali via Canova, Piermarini, Guerrazzi e Pagano, un’area di terreno di circa 11.000 metri quadrati, sul quale eresse, con non poche difficoltà la chiesa del Corpus Domini.

Il padre dedicò la maggior parte delle sue energie all’accoglienza e all’educazione dei bambini orfani provenienti da tutta Italia. Per loro fondò nel 1904 l’Ospizio Nazionale dei piccoli derelitti.

Milano aderì in maniera positiva alle richieste di Padre Gerardo Beccaro attraverso una rete di beneficenza puntuale e ben organizzata e l’Ospizio Nazionale potè così crescere, dalla prima sede provvisoria del “panorama di Gerusalemme” ai più accoglienti locali ricavati da un’ala del convento dei frati carmelitani e alla fondazione della “Colonia agricola” di Cuasso al Monte presso Varese.

Padre Gerardo Beccaro morì il 28 dicembre del 1912 a Roma. Nel frattempo l’Opera si ingrandì ulteriormente e venne costruito il nuovo complesso al Portello, nei terreni acquistati dai Carmelitani all’incrocio tra Via Marco Antonio Colonna e Viale Teodorico.

Una porzione venne utilizzata per costruire il complesso scolastico dalle forme neoromaniche dell’Opera Nazionale dei Piccoli di Padre Beccaro. L’edificio austero, è caratterizzato da un ingresso posto all’angolo delle vie evidenziato da un pronao goticheggiante sorretto da 8 colonne di granito.

Lo scorso anno, dopo anni di incurie, venne restaurato e convertito nel nuovo campus della St. Louis School. L’edificio storico, conosciuto come “Padre Beccaro”, completamente recuperato attraverso un importante intervento di restauro e valorizzazione architettonica firmato da Tetris Design and Build, è tornato in vita dopo che nel 2016 la vecchia proprietà era fallita.

L’altra porzione del lotto invece venne destinata alla chiesetta di Santa Teresa del Bambin Gesù, con ingresso in via Colonna e al Monastero delle Carmelitane Scalze, le suore di clausura. Il piccolo complesso venne terminato nel 1929.

Di seguito il palazzo ora campus della St. Louis School, dopo il restauro.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Milano Sparita

Portello, Viale Teodorico, Padre Gerardo Beccaro, Santa Teresa del Bambin Gesù, via Colonna, Monastero delle Carmelitane Scalze, St. Louis School

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6 commenti su “Milano | Portello – Il palazzo di Padre Beccaro e la chiesa del monastero”

  1. Una pista ciclabile sul Ponte della Ghisolfa: il presidio a Milano per pedalare in sicurezza

    In 300, tra genitori dei bambini che frequentano le scuole vicine e ciclisti, hanno manifestato. Tra chi rilancia il progetto anche Beatrice Macrì, investita sul cavalcavia: “Sono stata in coma due settimane, da allora non uso più la bici”

    28 APRILE 2022 ALLE 18:54 1 MINUTI DI LETTURA

    Il motivo della richiesta, dicono, sta nei numeri: ogni giorno, per due volte al giorno – hanno calcolato – 100 bambini e ragazzi passano da lì in bicicletta. E non solo perché, in prossimità, ci sono 12 istituti scolastici, tra scuole materne, primarie, secondarie di primo e secondo grado. Un cavalcavia, quello del Ponte della Ghisolfa, che “rimane uno dei luoghi di transito sulle due ruote più pericolosi di Milano”. E’ per questo che oggi, 28 aprile, circa 300 cittadini, genitori e ciclisti che quotidianamente percorrono il ponte, hanno dato vita in piazzale Lugano al presidio “Non vediamo l’ora” per chiedere al Comune di Milano di realizzare una pista ciclabile.

    La proposta di realizzare una corsia ciclabile sul Ponte della Ghisolfa, spiegano i manifestanti, nasce dalla necessità di “permettere ai ciclisti di percorrere in modo sicuro il cavalcavia” che collega i quartieri Cagnola e Bovisa. Un’idea che ha vinto il Bilancio partecipativo del Comune 2017-2018 con un budget stanziato di 250mila euro, ma che non si è ancora trasformata in realtà.

    Al presidio hanno aderito numerose associazioni milanesi, dal comitato Colibrì nato per diffondere la partecipazione a Massa Marmocchi, da Fiab Ciclobby ai Genitori antismog. Tra chi chiede al Comune la ciclabile c’è anche Beatrice Macrì, che lo scorso 17 luglio, proprio sul Ponte della Ghisolfa, è stata investita da un’automobile ed è rimasta in coma per due settimane. “Per chi, come me, vive in Bovisa – racconta la ciclista – è normale percorrere il Ponte della Ghisolfa per raggiungere la zona centro/ovest della città. La scorsa estate, mentre pedalavo sul ponte, sono stata bruscamente tamponata da un’auto: questo mi è costato moltissimo. Il trauma cranico che mi ha provocato l’incidente non mi permette nemmeno di ricordare la dinamica dei fatti che mi è stata raccontata a posteriori. Sono stata in coma per due settimane, ricoverata per tre mesi in ospedale e il mio percorso riabilitativo è tuttora in corso. Da quel giorno – conclude – non uso più la bici

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    • È per stare in tema visto che il ponte lo faccio spesso in bici, dove la mettiamo la ciclabile? Vicina al marciapiede con due righe x terra ed in corrispondenza dei tombini perennemente sfondati? Non pensiamoci nemmeno!

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    • e questo esattamente cosa c’entra con l’argomento del post? La sezione commenti serve a commentare il post, non a pubblicare notizie che nulla c’entrano. Questo è letteralmente Spam. Sarebbe come se io mi mettessi a copiare qui dentro notizie di calcio semplicemente perchè a qualcuno potrebbero interessare.

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    • Che non pensino nemmeno ad incasinare la 90/91 per la ciclabile che usa una frazione minima degli utenti che usano i mezzi ATM!. Trovino percorsi in altro modo.

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  2. Ma questo articolo è una scopiazzatura di post precedente? No perché la citata scuola è in quella sede dal 2018 (basta fare una ricerca online) e non dall’anno scorso
    Tolta la critica (e lo spam sulla ciclabile della Ghisolfa che nemmeno incrocia via Teodorico), è veramente bellissimo

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