Via Col Moschin, che prende nome da un monte nel Veneto, vicino al Monte Grappa, teatro di scontri decisivi nel corso della Prima Guerra Mondiale (ricordiamo che molte delle vie che seguono l’anello esterno delle Mura del ‘500 portano nomi inerenti alla I Guerra Mondiale), e che si trova nel distretto di Porta Lodovica, è in fase di riqualificazione dopo la chiusura del cantiere per il palazzo aparto Milan Giovenale, il nuovo studentato a due passi dai campus della Bocconi.
Infatti, grazie agli oneri di urbanizzazione, il Comune ha provveduto a riqualificare la via che da via Col di Lana si unisce a via Castelbarco.
Via Col Moschin è una larga strada suddivisa in due parti: il lato orientale è e rimane carrabile a senso unico, mentre l’altro lato è da sempre un brutto parcheggio molto ampio, spartito con una pista ciclabile realizzata una decina d’anni fa. Naturalmente è priva di alberature, questo perché sotto scorrono due canali, la Vetra (che dovrebbe giungere dal centro) e il TIcinello, che oltre la circonvallazione diventa la Roggia Vettabbia.
Dobbiamo dire, come sempre, che forse per la riqualificazione potevano pensare a qualcosa di meglio, magari più erba e meno cubetti di porfido?
Non sarebbe stato meglio avere delle ampie distese di prato con delle alberature al posto di tutta questa pietra? Come nella parte adiacente di via Castelbarco. Sembra quasi debbano giustificare l’alto costo degli interventi…
Ad agosto la parte finale della via è già stata completata o quasi, mentre verso il centro è ancora in cantiere.
La parte verso il centro e viale Col di Lana
Referenze immagini: Roberto Arsuffi
via Giovenale, Calzoni Architetti, Studentato, Carmody Groarke, via Col Moschin, Porta Lodovica, Università Bocconi
Scoperchiare ticinello!
quel casermone che hanno costruito è una vergogna schifosa
Intervento ottimo come la sistemazione. Purtroppo sto vedendo che le sistemazioni superficiali della m4 non hanno la stessa qualità nei materiali. Unico appunto la pista ciclabile posizionata in mezzo al transito dei pedoni che é pericolosa. Andrebbe invece fatta a bordo della strada e separata da questa é dal marciapiede con dislivello/cordoli.
La pista ciclabile posizionata in quel modo equivale a legalizzare i rider che sfrecciato a 25km/h con bici elettriche sui marciapiedi. Rende meno godibile è pericolosa l’area pedonale essendo realizzata sullo stesso livello. Inoltre anche i ciclisti dovranno essere attenti ai pedoni o i bambini che sicuramente non la rispetteranno.
Non è un equivalenza, a differenza dei marciapiedi normali, in questo caso il pedone sa benissimo dove deve stare per non essere investito. Per dire, via Dante, dove i ciclisti sono obbligati a fare lo slalom tra i pedoni è una situazione apparentemente ancora più pericolosa e più scomoda, nonostante questo si può ben dire che via Dante è una delle vie più sicure di Milano.
Il curvone è necessario per portare la pista ciclabile dal lato palazzi, dove incomincia (all’incrocio con via Col di Lana), verso la carreggiata automobilistica, dove termina per proseguire in una corsia ciclabile.
Forse quel curvone, necessario, avrebbe potuto essere realizzato prima e non esattamenre davanti al palazzo? Sarebbe cambiato qualcosa?
Sul fatto di creare un cordolo, magari ribassando la pista di pochi centimetri rispetto al marciapiede, sono d’accordissimo, ma ho paura che per questo il costruttore avrebbe dovuto pagare più oneri.
Che senso ha fargli fare quella curva per avvicinarsi al bordo dell’aiuola con le sedute? Non si poteva farla proseguire semplicemente dritta e parallela alla strada?
Onestamente non capisco la polemica dell’articolo. Mi sembra un intervento di qualità – un altro livello a quello che c’era prima
quando arriveranno all’intersezione con via Col di Lana, avranno il buon senso di rivedere il marciapiede relativo a questa via, strettissimo e molto frequentato: almeno allargarlo fino alla fermata del tram sacrificando alcuni posti auto.
Via Dante non dovrebbe essere percorsa dalle biciclette, io cerco sempre di evitarla, oppure bisognerebbe ricordarsi che il centro della strada é comunque una carreggiata (un po’ come tra piazza Fontana e piazza duomo dove é stato mantenuto il dislivello strada marciapiedi)
In carreggiata è consentito il traffico delle biciclette e velocipedi.
Il codice della strada.
Forse vuoi cambaire il codice della strada e fatterne uno tuo personale?
Intanto nin dare informazioni false,sbagliate e erronee che possono causare anche pericolo.
Perché poi un coglione qualunque pebsa che la carreggiata sia sua e va li con l’automobile a 200kmh perché pretende che non vi passino biciclette e mezzi più lebti di lui.
Ricordimaomo tutti w rispettiamo il codice della strada: le biciclette vanno in tutto loro diritto in CARREGGIATA. La strada non è esclusivamente riservata ai mezzi a MOTORE.
Quindi il mezzo a motore deve procedere in tutta sicurezza tenendo una velocità enteo i limiti di legge e tale da non arrecare PERICOLO AI MEZZI MENO VELOCI.
Se dai informazioni erronee stai mettendo in pericolo la gente.
Grazie
Wf il tuo commento non ha nessun rapporto con quello che ho scritto. Sto dicendo che via Dante non è adatta alla circolazione in sicurezza delle biciclette, che dovrebbero quindi utilizzare le vie laterali, oppure per renderla adatta bisognerebbe dedicare il centro al loro transito con un dislivello rispetto a marciapiede (un po’ come in via Garibaldi o Paolo Sarpi) perché ad oggi i pedoni la occupano completamente.
Ma ci vanno tranquillamente…