Aggiornamento di fine settembre 2022 dal cantiere sito in Porta Ticinese dove sta prendendo forma il nuovo parco cittadino del PAN tra via Arena e via Conca del Naviglio.
Con l’acronimo PAN, Parco Amphitheatrum Naturae, si intende il parco archeologico che prenderà forma dove si trovava l’antico Anfiteatro Romano di Milano. Anfiteatro che, come grandezza poteva essere simile all’Arena di Verona, e che venne realizzato nel I secolo d.C.. La grande arena, dopo la caduta dell’Impero Romano, ormai in disuso divenne una cava di materiali edili, già nel V secolo, quando venne costruita la basilica di San Lorenzo e parte delle mura difensive della città.
I lavori per il parco sono ancora in corso grazie anche ai nuovi finanziamenti del MiC (Ministero della Cultura) e grazie ai contributi di sponsorizzazioni private come TMC pubblicità (main sponsor), Prelios, Italia Nostra e Unipol Assicurazioni, che hanno permesso ulteriori sondaggi, come quelli nei pressi dove si trovava l’ingresso principale posto verso la Corso di Porta Ticinese.
Come dicevamo, durante gli scavi di questi anni sono state ritrovate nuove porzioni delle fondamenta dell’antico manufatto ed inoltre, cosa inaspettata, recentemente è stata riportata alla luce l’impronta di pavimentazioni forse riferibili a corridori di servizio, posti esattamente sotto l’arena vera e propria. Infatti, durante gli scavi per poter realizzare al centro dell’arena un impianto di scolo per le acque reflue, i sondaggi realizzati prima dello scavo hanno individuato la presenza di qualcosa di interessante, cosa avvenuta effettivamente. Si tratta di una vasta porzione di quello che parrebbe l’incrocio sotterraneo di corridoi ipogei, utilizzati forse per consentire operazioni per gli spettacoli che si svolgevano nella sovrastante arena, come il passaggio dei gladiatori, di bestie feroci o altro. Corridoi, la cui pavimentazione in lastre di pietra, ha lasciato l’impronta (le lastre, come tutte le pietre dell’anfiteatro sono state asportate nelle epoche successive) nella malta e cocciopesto utilizzati all’epoca dell’edificazione come base per il pavimento.
Qui di seguito riportiamo le immagini dei ritrovamenti effettuati l’inverno scorso e che ora sono stati messi al riparo.
Una scoperta molto importante che purtroppo, per motivi di conservazione, vista la fragilità dei materiali come malta e terriccio, i resti sono stati nuovamente interrati e ricoperti da cumuli di terra. Purtroppo non saranno visitabili in alcun modo, almeno sino a nuove tecnologie di conservazione.
Invece qui di seguito un’altra immagine che mostra il nuovo ritrovamento che riguarda appunto la parte con l’ingresso trionfale all’interno dell’arena più ampio delle altre aperture.
Altre immagini delle fondamenta rinvenute coi radiali che reggevano le strutture in pietra e mattoni delle gradinate dell’anfiteatro. I pozzi e i muri presenti e visibili, appartengono a interventi sicuramente realizzati dopo il medioevo.
Mentre queste immagini mostrano la parte a parco con il percorso circolare che riprodurrà il perimetro dell’anfiteatro.
L’intervento vedrà di recuperare anche le due palazzine sette/ottocentesche mezze diroccate che si trovano a lato del futuro parco e affacciano su via Conca del Naviglio.
Durante i recenti scavi archeologici sempre nell’area dell’anfiteatro di Mediolanum è stata rinvenuta una buca colma di frammenti ceramici, molti dei quali consentono di ricomporre vasi interi o quasi. Le forme ricostruite comprendono soprattutto vasi per la preparazione e il consumo dei cibi. Lo studio e la ricomposizione dei frammenti sono tuttora in corso da parte degli esperti della Sovrintendenza. Nel complesso, il materiale rinvenuto è databile tra la fine del V e il III secolo a.C. ed è stato attribuito alla cultura di Golasecca, diffusa nella Lombardia occidentale, nel Piemonte orientale e nel Canton Ticino nell’età del Ferro e di cui Milano rappresentò un centro importante. Secondo una prima ipotesi, il vasellame rinvenuto sarebbe ciò che resta di offerte e pratiche rituali svolte in un luogo di culto situato nell’area in epoca preromana. Probabilmente con la fine dell’uso del santuario o in una fase di ristrutturazione dell’area i materiali accumulati furono rotti intenzionalmente e occultati nella buca, per evitare che oggetti consacrati alle divinità fossero riutilizzati. Alcuni di questi vasi sono esposti presso l’Antiquarium Alda Levi nella mostra “PAN Parco Amphitheatrum Naturae. L’anfiteatro di Mediolanum: lavori in corso. I primi reperti dagli scavi archeologici”, visitabile fino al 31 dicembre 2022, dove fra l’altro sono esposti alcuni recipienti di tradizione celtica, frammenti della decorazione architettonica e scultorea del monumento, scampati allo spoglio sistematico del monumento iniziato già alla fine dell’età antica insieme a oggetti d’uso quotidiano.
L’esposizione costituisce la prima occasione per poter osservare da vicino questi reperti che aggiungono nuovi importanti tasselli alla storia del sito e che permettono di arricchire l’aspetto dell’anfiteatro di nuovi colori e raffinati dettagli.
Riferimenti fotografici: Roberto Arsuffi
Parco Amphitheatrum Naturae (PAN), Anfiteatro Romano di Mediolanum, Porta Ticinese, Sovrintendenza, Parco, Archologia
Quale sarà la configurazione definitiva del parco archeologico? Saranno piantumati alberi in grado di ombreggiare? O sarà una grande prateria assolata non visitabile in estate? Avevo letto che si sarebbe riprodotto il profilo dell’antica arena con dei cespugli…
troveranno una scusa per non riconsegnare mail cantiere e andare avanti così all’infinito. I “nuovi scavi” sono nella ellisse già nota si potevano fare li sin dal primo giorno dei lavori 4 anni fa… si sono accorti ora. finito li inizieranno in un altro punto dell’ellisse, andremo avanti per altri venti anni. senza un parco e con grande disagio per i cittadini.
Avanti con i lavori ?
Al momento è landa deserta senza alberi,acqua e le cascine da recuperare con un nuovo progetto museale-terme romane-navigli sono ferme e diroccate in Via Conca del Naviglio.Proponemmo di non costruire davanti alle 16 Colonne di S.Lorenzo e permutare l’area delle terme romane ,lasciando costruire in Conca del Naviglio.Invece lo scavo archeologico davanti alle Colonne è stato riciclato e venduto ad un Cinese che fara’ la China Movida alle Colonne
Se lo fanno bene diventerà sicuramente il luogo più visitato dai turisti a Milano.
I ruderi romani sono sempre pieni in tutto il mondo.
Poi se è anche un’oasi di verde e silenzio top.
Non vedo lora che sia finito aperto e agibile
Avanti con i lavori! Ha un potenziale enorme se fatto bene e con criterio! Ma….movessssss
Solo dei mentecatti potevano pensare di tenere quelle palazzine fatiscenti di zero valore che rovinano l’ellisse del parco per fare l’ennesimo museino sfigato che verrà visitato da quattro gatti.
ma chi vi ha detto cosa faranno nelle palazzine
la vera domanda è ma quando finiranno? dopo 4 anni e 2 di ritardi si guardano bene dal comunicarlo, ormai è diventato il cantiere barzelletta di Milano.
Fanno scavi per reinterrarli (di keynesiana memoria), trovano ruderi oggettivamente modesti, ma da 4 anni lavorando con una lentezza esasperante hanno sottratto alla città un’area verde che prima era un luogo godibile.
aggiornamento: nel nuovo bando per assegnare i lavori la data di fine lavori e spostata al 2025, dovevano finire in 2 anni, e adesso sono diventati 6. incredibile che nessuno dica niente. ma non illudiamoci nel 2025 sposteranno di altri 2…
Sarebbe straordinario far ricostruire almeno una parte dell’anello esterno dell’arena, in tubi metallici, allo scultore Edoardo Tresoldi. Come fatto per la basilica paleocristiana di Siponto. L’arte contemporanea si salderebbe e valorizzerebbe quanto rimasto. Volendo fornirebbe anche un punto accessibile in sicurezza e panoramico del sito.
Io non capisco questo: deve essere ricoperto tutto, o quasi, quello rinvenuto perché il materiale non resisterebbe agli agenti atmosferici. Ma allora i radiali che sono allo scoperto da 70 anni, come hanno resistito? Sono fatti di un materiale diverso da tutto il resto??? O negli anni 50 c’erano tecnologie di conservazione oggi sconosciute??….
Interessantissimo sarebbe stato il passaggio incrociato sotterraneo; e chissà che proprio sotto quelle palazzine diroccate (orribili; ma di quale valore storico?) non ci siano altre porzioni dei radiali delle fondamenta. Non sarebbe magnifico che l’idea del manufatto non la potesse dare proprio tutto quello che resta del manufatto stesso?
Si vuole del verde o si vuole un parco archeologico? Se si vuole del verde, perchè questi lavori infiniti e non avere piantato subito gli alberi per simulare l’ellisse? Se si vuole un parco archeologico perchè non recuperare tutto? Possibile che nel terzo millennio non ci siano soluzioni, come coperture trasparenti percorribili dai visitatori, come ce ne sono ovunque nelle aree archeologiche? I turisti che visitano i ruderi a Roma, o a Pompei sembrano lamentarsi perchè non ci sono aree verdi per avere ombra, o si attrezzano, apparentemente, per gestire il caldo e il sole durante la visita? Ai margini della ellisse dello scavo a Milano, non esiste una superficie destinabile a piantumazione?
Ed anche: qualche botanico o qualche archeologo risolva questo dubbio; i nuovi alberi che si troverebbero sopra le rovine ricoperte, dove farebbero giungere le proprio radici, se non dentro le rovine stesse? E l’acqua per irrigarle? Ma vogliamo conservarle o distruggerle definitivamente ste rovine?
Sono così esigue le vestigia romane a Milano; quel poco che ha resistito deve pure essere distrutto…..mah!