Su terreni a cavallo tra i comuni di Rho e di Pero, e nelle vicinanze della Fiera di Milano Rho, Vailog ha avviato lo sviluppo e la costruzione del data-centre più grande dell’area milanese, per una superficie totale di 75.000 mq e una potenza installata di 90 MW. Il nuovo sviluppo si trova non solo accanto al polo fieristico internazionale di Milano (Fiera Milano SpA), ma anche al nuovo distretto dell’innovazione della città (MIND Milano Innovation District) in fase di sviluppo.
Come si vede, il sito si trova nell’area posta a nord-ovest del polo fieristico, tra le zone di Pantaneo (Rho) e Cerchiate (Pero), tra la strada del Sempione e via Buonarroti. Saranno costruiti 6 padiglioni di 5 piani distribuiti nell’area.
Referenze immagini: Vailog, Segro
Vailog, Data Centre, Cerchiate, Rho, Pero, Pantanedo, Fiera Milano Rho,
Stranissimo.
I Data Center sono tra le infrastrutture più energivore, di solito li fanno in posti meno urbanizzati e vicino alle fonti di produzione elettricità.
Che orrore. Non si potevano fare al posto delle dismesse, orribili anche loro, torri ligrestiane ?
Un’area a triangolo vuota a ridosso di una superficie che fra parcheggi e Fiera rappresenta una grande isola di calore. Compensare con una foresta? No, per carità. Ogni metro quadro di questa disgraziata metropoli dev’essere valorizzata, senza un’idea di futuro, di pianificazione, di buon senso. Ed ecco che ci piazziamo 5 scatolotti dal nome inglese per sentirci moderni.
In realtà un pó si foresta la fanno dietro la ferrovia. Certo avrei preferito qualcosa di meno impattante… ma davanti al denaro (quasi) tutti si calano le braghe…
È l’ex area Camfin, di proprietà della famiglia Tronchetti-Provera. Fallito il tentativo di andare in sinergia con Fiera (complice anche Formigoni che li aveva ostacolati), dopo aver tentato con un centro commerciale ci ritentano con un data center.
Peccato che l’area non sia ben servita dalle reti di distribuzione elettrica. E non è neanche la più grande di Milano, vedi l’ex Italtel a Settimo (quella sì ben servita)
Falso. C’è già un progetto e non è poi nemmeno troppo impattante per portare l’alta tensione al sito.
Sarebbe interessante come la portano e dove viene posizionata la cabina di trasformazione e tutto l’impianto di raffreddamento del data center.
I più recenti li fanno nei parchi eolici o fotovoltaici, non sono impianti semplici.
Migliorerà sicuramente la nostra qualità di vita.
Madonna, il tenore dei commenti è allucinante. Come diceva giustamente Vast, quella non è un’area vergine e di proprietà di un privato. Tutti che vogliono prati, boschi, parchi… ma con che soldi? Le amministrazioni comunali sono con l’acqua alla gola, e per aumentare la quota di verde si devono affidare in toto ad interventi privati chiedendo contestualmente una quota di verde. Quindi non posso acquistare aree per farci qualcosa che a livello economico non danno ritorni.
Finalmente qualcuno che descrive la realtà, negli altri commenti tutti esperti immobiliari e di data center.
Tutti vogliono prati e boschi, sono d’accordo nel preservare le aree verdi, ma non possiamo essere così contrari alle infrastrutture. Come potremo mai progredire come paese?
Se nessun privato avesse promosso questo progetto, ad oggi l’ex area Cam Petroli sarebbe ancora da riqualificare.