Milano | Isola – Finalmente aperto il parterre davanti al “Rasoio” Unipol

Pronto praticamente dall’estate scorsa, probabilmente han dovuto aspettare l’ok da parte dei vigili e altre autorizzazioni che riguardano luoghi pubblici, pertanto in questi giorni è stato parto al passaggio pubblico il tratto attorno al palazzo soprannominato in passato il “Rasoio” e oggi noto come De Castilla 23.

Come avevamo visto, nel dicembre 2019 il famoso “Rasoio” come viene chiamato affettuosamente dai milanesi, l’edificio di Unipol SAI di via de Castillia e via Confalonieri all’Isola, è stato completato. Tuttavia, mancava all’appello la parte antistante l’edificio, il parterre tra le vie Confalonieri e de Castillia, compresa la piccola porzione di parco della Biblioteca degli Alberi.

Intorno al palazzo è stato creato un ampio marciapiede in pietra, seguito da un bel pezzo lasciato a verde calpestatile. Gli alberi son stati piantati a lato, lungo il proseguimento di via Volturno.

Bello, ma ci sorgono alcune domande spontanee notando che, tra il marciapiede attorno al palazzo del Rasoio e la passeggiata centrale, non è stato creato un percorso pedonale. Perciò sicuramente presto ci sarà uno dei classici “sentieri spontanei” che renderanno il prato alquanto brutto. Poi, forse, non sarebbe stato più bello piantare degli alberi lungo il lato del marciapiede?

Insomma, sembra quasi un intervento lasciato a metà.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Lovemilano; Duepiedisbaglaiti

Rasoio, Unipol SAI, Isola, via de Castillia, via Confalonieri, Progetto CMR

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

13 commenti su “Milano | Isola – Finalmente aperto il parterre davanti al “Rasoio” Unipol”

  1. Spiace constatare ,ancora una volta, quanto gli alberi ‘facciano paura’…? Nonostante il marciapiede e la facciata dell’edificio rivolti a sud e quindi molto esposti non sono stati piantati alberi con funzione ombreggiante nonostante il prato disponibile…Meno male che tutti questi edifici di ultima ‘generazione’ si fregiano di un sacco di certificazioni ambientali…i basilari principi della bio architettura sembrano però chimere irrealizzabili. Cito anche l’esempio della vicina torre Unipol,in via di ultimazione, che ha un solo centimetro quadrato di suolo libero e permeabile attorno ,generando sgradevoli isole di calore in una cittá che diventa climaticamente sempre più asfissiante ..

    Rispondi
  2. Credo che una volta lo si chiamasse affettuosamente “rasoio”.

    Ma dopo il “restyling” chi lo dice più? E’ solo un brutto ecomostro e basta.

    Rispondi
    • C’è un po’ tutto il rapporto di Milano con gli spazi pubblici in queste foto: macchina parcheggiata sul marciapiede (marciapiede senza pali che ostacolino il parcheggio ovviamente), spazio verde senza alberi e con un prato composto da erbacce tagliate a raso a far finta che sia un prato vero, siepi abbandonate a se stesse piene di spazzatura (a sinistra in foto 8), Ligresti che abbandona il cantiere per anni… Bellissimo.

      Rispondi
      • “Evviva i palazzi che riqualificano la città!”

        “Preferivi il fango che c’era prima? Ora c’è un prato e non sei contento?”

        È anni che dico che quello è il parco più finto d’Italia.

        Rispondi
        • Porta Nuova e il suo parco sono belli.

          Qui il problema (e l’area) sono diversi…si parla di Ligresti, Unipol e la gestione comunale degli oneri di urbanizzazione.

          Rispondi
          • No no il problema e l’area sono proprio gli stessi: i privati e l’assenza o la pessima gestione comunale degli oneri di urbanizzazione (opere a scomputo di oneri).

            E comunque anche questo prato è bello, guarda anche nelle immagini quanta gente viene a visitare la nuova area aperta!

          • Hai ragione. Il problema sono i privati… coloro che sono privati del cervello…

            Il fazzoletto di terra di cui si parla nell’articolo è abbastanza incomprensibile: un prato dalla forma geometrica bislacca, al momento spelacchiato e pieno di rifiuti, con una pista ciclabile fantasma.
            Ma che il parco BAM sia sempre al centro dei tuoi strali perché non allestito (e manutenuto) da mano pubblica è patetico. Prova ad andarci in queste mattinate di sole e sederti in un prato e il tuo furore bolscevico si placherà un po’

          • Ho sempre dato le mie argomentazioni, chi non ha la testa non è chi argomenta ma chi, non capendo tali argomentazioni, risponde con insulti.

            Mi hai messo in bocca cose che non ho mai affermato.

  3. Ma voi del blog ci siete o ci fate?

    In via de Castilla, davanti al rasoio, c’è un evidente moncone di pista ciclabile che evidentemente deve collegarsi con via Volturno passando per quel prato spoglio. Si vede molto bene anche da Street View.

    Quindi non è stato aperto un bel niente, è stato ufficialmente piantato a metà il lavoro a scomputo di oneri.

    Rispondi

Lascia un commento