Ultimi ritocchi alla ciclabile amata e contestata di corso Buenos Aires (Porta Venezia-Loreto). La ciclabile già attivata ormai da qualche anno, come abbiamo visto, è stata riprogettata e rivista, allargandola e creando un vero e proprio cordolo in cemento. Qui l’articolo precedente.
La prima fase dei lavori infatti, ha previsto la realizzazione di una pista ciclabile in sede protetta su entrambi i lati della via, con una larghezza di circa due metri e cordoli larghi 50 cm e alti 17. L’intervento comporta l’eliminazione della sosta lungo corso Buenos Aires, mentre troveranno spazio alcune aree riservate al carico e scarico, a servizio degli esercizi commerciali presenti. Il tutto sarà comunque rivisto tra qualche anno da un intervento di arredo urbano più consono e migliorativo, con marciapiedi più ampi e grandi vasi con piante.
In questi primi giorni di ottobre sono in corso i lavori per pitturare la segnaletica orizzontale, già presente, aggiungendovi anche la tinta rossa ad ogni incrocio per segnalare gli attraversamenti della ciclabile e delle strisce pedonali. Decisamente molto più visibile e d’impatto, chissà se servirà ad una maggiore sicurezza.
Per quanto riguarda la posa dei cordoli, misteriosamente (o volutamente) manca ancora il tratto che va da piazza Argentina a piazzale Loreto e il tratto che da viale Tunisia giunge a piazza Oberdan lato dispari (forse per problemi coi tassisti?).
Per ora è stato solo realizzato il lato pari del corso, nei prossimi giorni sarà fatto anche sull’altro lato.
La ciclabile è indubbiamente una delle più utilizzate di Milano, ma anche una delle più criticate. Sappiamo che l’intervento sarà “temporaneo” perché in futuro (speriamo presto), sarà fatto un progetto di rigenerazione e riqualificazione di tutto il corso, con inserimento di piante e marciapiedi più ampi.
Bello tutto ciò e anche funzionale, ma le incognite rimangono sempre per quanto riguarda il carico e scarico della merce, che come spesso notiamo, si inventano ogni maniera per operare, a volte a cavallo degli stessi cordoli) e per chi deve usufruire di servizi presenti nel corso ma ha problemi di deambulazione e quindi usando taxi o automezzi propri deve trovare alternative per sostare e poter salire o scendere dal mezzo.
Poi ci sono sempre gli indisciplinati della sosta che lasciano i propri veicoli dove c’è spazio anche se non consentito, ma anche gli indisciplinati delle due ruote che ogni tanto non seguono le regole. Insomma, speriamo nel prossimo progetto.
Referenze immagini: Roberto Arsuffi
Corso Buenos Aires, Loreto, Porta Venezia, pista ciclabile,
Quello che non capisco sinceramente è questo: quei cordoli di cemento mi sembrano essenzialmente solo appoggiati per terra, forse con un paio di viti dentro l’asfalto a tenerli fermi. Produrli dovrebbe essere di una facilità estrema. Perchè non c’è una fabbricazione costante di questi cordoli in modo che vengano rapidamente messi attorno ad ogni ciclabile della città? Davvero non mi sembra che la loro installazione possa essere così difficile o costosa.
Andrebbero bene anche sulla ciclabile di Viale Puglie
La famosa ciclabile in corso monforte li ha uguali, non abito a milano ma credo che lo stiano facendo dove è possibile in termini di spazio (essendo cordoli abbastanza larghi).
La domanda è lecita, ma credo che manchi volontà Politica.
>quei cordoli di cemento mi sembrano
>essenzialmente solo appoggiati…
Non ho avuto ancora modo di vederli ma quelli di viale Monterosa, appena fatta quindi parlo di fine anni 80, sono durati intatti qualche giorno in quanto per l’appunto appena cementati ma bastava un urto di un auto o altro per spostarli, poi negli anni completamente rotti tant’è che ne restauro durato e non ancora finito! hanno fatto un vero e proprio muretto.
Non è cosi semplice “proteggere” la ciclabile con soluzioni che a prima vista possono sembrare facili, la legislazione è fitta e talvolta contraddittoria, talvolta bastano pochi cm o una modalità costruttiva diversa per far cambiare destinazione giuridica ad uno spazio.
Io direi di essere felici per l’attuale intervento che, pur essendo un bicchiere d’acqua in mezzo all’oceano, è pur sempre qualcosa in una città come Milano che non riesce nemmeno a stare al passo della mobilità di Parigi.
Infine ricordiamo sempre che Salvini non aiuta sul tema mobilià…
Finalmente un colore riconoscibile ed evidente.
Cosi quelle test* d* *azzo di autosauri smetteranno di ammazzare pedoni e ciclisti si spera
Se non si sa guidare l’auto ne tantomeno andare in bici evidenziare le parti condivise con la carreggiata stradale NON servono a un beata fava.
Bene, ora la ciclabile è più visibile.
– auto + qualità dello spazio pubblico.
Benissimo. E rimozione forzata per chi parcheggia sulle ciclabili. È una questione di decoro e sicurezza stradale.
Buongiorno Roberto,
scusami se ti scrivo velocemente però non capisco perché voi come Urban file non vi interessate per nulla dell’ultima parte della ciclabile quella che va da via Palestrina ossia Piazza Argentina verso Loreto ossia perché non sono stati messi i cordoli , quel tratto (dove ci sono Mc Donald , Tigota etc. ) è sempre super affollata di auto , se i cordoli vanno messi vanno messi ovunque, io mi aspetterei davvero da te un articolo dove tutto il pezzo deve essere protetto e non soltanto la parte centrale Lima e Corso Venezia mi sembra un po’ un una mancanza di attenzione per quelli che provengono da piazzale Loreto scusa la mia sincerità.
Grazie,
Domanda da 1000 punti ?:
Cosa deve fare un automobilista in presenza di pedoni in prossimità di un attraversamento pedonale e cosa deve fare un ciclista per attraversare la strada in assenza di un attraversamento ciclabile?
Bene… alzate la testa dal cellulare e guardatevi attorno.
Una domanda a Roberto Arsuffi,
vista l’attenzione che Urbanfile dedica alla ciclabilità, quindi alla mobilità leggera, perché non scrivete un articolo comparativo con le soluzioni ciclabili adottate in Olanda?
La tematica è amplissima e troppo spesso viene affrontata con superficialità dai piu.
Grazie
Più bici e meno macchine in città. Un vantaggio per tutti.
Urbanfile non l’ha notato ma ora all’incrocio tra Buenos Aires e Vitruvio, in piazza Lima, hanno installato semafori per le bici che anticipano il verde, peccato che tutti gli scooter partano anche loro con il verde per le bici…ah se ci fosse un T-red…
Comunque non capisco perché i paletti di ferro li hanno messi a caso tra la pista ciclabile e l’area pedonale, pericolosissimi, e non all’inizio di ogni tratto di cordolo, in modo da evitare che i furgoni si parcheggino a cavallo, oltre a rendere più visibile l’inizio dei cordoli (che andrebbero dipinti di giallo).
Corso Buenos Aires ha il limite dei 30kmh, hanno messo tanti cartelli e segnali sull’asfalto, completamente ignorati, perché non mettono dei dossi almeno ad ogni attraversamento pedonale?
Per il carico scarico basterebbe dedicare il primo tratto delle vie laterali a questo scopo. Con una segnaletica di un bel colore acceso, tipo verde che mostri bene l’area. Far utilizzare autoveicoli moderni di nuova concezione piccoli ed elettrici.
Poi ovviamente serve farla rispettare e tenere il tutto correttamente mantenuto.
Mi piacerebbe vedere in futuro una ciclabile dritta e delle piante in vaso con irrigazione e manutenzione.
Perfetto, ma in questa città di ‘facciata’ non c’è nessuno che si preoccupi di far rispettare veramente le regole, stalli carico/scarico pochi e sempre occupati dalle auto (gli ausiliari si occupano solo della sosta su strisce blu e i pochi vigili addetti a far foto da tablet alle doppie file…) ma poi tutti vogliono il pacchetto A***on in poche ore… l’idiozia elevata a regola.
Molto bene!
E speriamo che il prossimo futuro veda finalmente tutta Buenos Aires e Venezia pedonalizzate, per creare una lunga arra pedonale dalla nuova piazzale Loreto all’Arco della Pace, sarebbe un bel biglietto da visita per le olimpiadi di Milano 2026
Pedonalizzare? Ahahah Si certo poi le merci e/o i residenti che hanno il posto auto come tornano a casa? Spero sia stato un messaggio di impulso e non pensato
Mi sembra un modo facile e poco dispendioso x tenere più visibile la ciclabile. È il minimo che si potrebbe fare anche lungo tutto il Viale Monza insieme a qualche catarifrangente annegato nell’asfalto per evidenziarne il bordo. Cose facili. Immediate. Ma invece laggiù neanche i tratti di vernice bianca riescono più a ripassare. Che peccato. Perché cmq anche così per i ciclisti è molto meglio di 5 anni fa. Figuriamoci col rosso.
Ps. Tutti a prendersela con le auto in sosta sulla ciclabile in viale Monza. Ma di moto e motorini fissi sulla ciclabile che ti fanno il pelo vogliamo parlarne?
Volete ridere? Oggi viene chiuso un pezzo di ciclabile in piazza lima per eliminare una pozzanghera. Ma farlo prima?
Le piste ciclabile sono importantissime, tuttavia non mi pare che nessuno si preoccupi dei disabili.
Condurre una carrozzina,magari con un anziano, è assolutamente impossibile e pericoloso.
Dato che si parla della zona porta venezia vi consiglio di provare a portare un anziano da viale tunisia a via lazzaretto, è un’impresa ardua e per il povero anziano pericoloso.
Vorrei ma, è un sogno, che si pensasse anche a loro.
Temo che questo problema non verrà considerato e tantomeno risolto.
In fondo i vecchi possono starsene a casa come i disabili, così non disturberanno la viabilità
Concordo. Viale Tunisia è il classico esempio da non prendere se si vuole parlare di ciclabili ben fatte.
Lo spazio per la ciclabile è stato ricavato sottraendo spazio ai pedoni, non va bene, lo spazio va tolto a chi ne ha di più, cioè alle auto.
In viale Tunisia si dovrebbe eliminare totalmente il parcheggio a bordo strada, creare una corsia riservata per il tram e allargare il marciapiede rifacendo meglio la ciclabile.
Una città più a misura di pedoni e ciclisti lo è anche per gli anziani e i portatori di handicap. Più auto e moto invece rendono solo Milano più invivibile per tutti.
In viale Tunisia la corsia per il tram già c’è e il parcheggio è già vietato. Solo che a causa del mancato rispetto delle regole la corsia delle auto viene usata come parcheggio e quella del tram come corsia di transito delle auto.
Non c’è ulteriore spazio per allargare il marciapiede e/o la pista ciclabile, bisognerebbe eliminare del tutto la corsia delle auto.
Ma quanti urbanisti ci sono in giro. Quasi quanti i commissari tecnici della nazionale.
Visti i risultati che ottengono i “professionisti”, è’ meglio un urbanista dilettante in più che un pirla consapevole di esserlo, che neppure ci prova, si fa teleguidare e pende dalle labbra dei cosiddetti “esperti dei settore”.
Toccato sul vivo?
Attenzione, è reciproco l’ effetto, eh!
Ti assicuro di no, ma se ti fa piacere crederlo fai pure.
Assolutamente no, anzi, sarei interessato a cosa pensi dell’ argomento; le opinioni dei “dilettanti” sono sempre utili, sono la base della democrazia, quella vera, quella che vogliono sostituire con la tecnocrazia, altrimenti che facciamo, quando andiamo a votare? Non ci andiamo più?
Se non siamo fiscalisti/tributaristi facciamo decidere loro…Se non siamo ingegneri nucleari, che costruiscano pure una centrale in San Babila…Siamo generali? No, allora facciano pure la guerra..Sei forse un tecnocrate?
E poi, quando allla nostra auto serve una riparazione costosa, non sentiamo mai altri pareri, passiamo da una qualunque officina e paghiamo un preventivo, anche se ci sembra abnorme, mica siamo tutti meccanici, no? From democracy to inculescion.
L’incrocio con piazzale Loreto è pericolosissimo. Io mi muovo il 90% delle volte in bici, ma faccio spesso quel tratto in auto la sera ed ho rischiato varie volte di investire dei ciclisti, che pare non si rendano conto del pericolo! Arrivando da Buenos Aires al semaforo ci sono due corsie per le auto, con la possibilità per entrambe di girare a destra dove ci sono almeno 4 corsie verso viale Abruzzi e via Costa. Se le bici che vogliono attraversare piazzale Loreto verso viale Monza hanno il verde insieme alle auto, rischiano la vita perché gli automobilisti non riescono manco a vederle arrivare. Molto mal pensato!
Un altro incrocio estremamente pericoloso è l’ intersezione della ciclabile all’ altezza dei caselli daziari di piazza Oberdan: proveniendo dal corso Venezia, si ha l’ impressione di avere una continuità della ciclabile stessa, potendo attraversare direttamente l’ incrocio per immetersi in B. Aires; invece, sulla destra, può scattare improvvisamente il semaforo, con le macchine della “autostrada urbana” che ripartono a razzo. Il ciclista non se ne può accorgere, perchè manca totalmente un semaforo dedicato, in quel preciso punto. Cosa fa il comune, aspetta la tragedia?
Non servono a nulla però… fanno arredo urbano ?
Non siamo soli ma… il risultato non cambia:
https://www.lastampa.it/torino/2023/10/07/news/ciclabile_via_tirreno_ingorgo_santa_rita_torino-13706522/
https://www.ilgiornale.it/news/cronaca-locale/corso-buenos-aires-ciclabile-intralcia-lambulanza-2224417.html