Milano | Porta Nuova – Svolta in favore di Coima per P39 e Botanica

Una Svolta per il Pirellino: Coima Vince la Battaglia Legale contro il Comune riguardo all’Edilizia Sociale

In un contesto di accese discussioni su Milano e la sua esclusività, così come sulla crescente richiesta di alloggi a prezzi accessibili, una recente sentenza del Consiglio di Stato promette di suscitare notevole eco. Ieri, il Consiglio di Stato ha ribaltato la decisione di primo grado in merito a P39 e Torre Botanica, il famoso Pirellino o Uffici Tecnici del Comune di Milano a Porta Nuova, accogliendo il ricorso presentato da Coima Sgr spa, una società leader negli investimenti immobiliari guidata da Manfredi Catella. Il ricorso verteva sulla normativa del Piano di Governo del Territorio (Pgt) 2020 che impone il 40% di edilizia residenziale sociale agli interventi di rigenerazione urbana con una superficie lorda superiore a 10.000 metri quadrati. In poche parole, i giudici hanno annullato la parte del Pgt che escludeva il progetto dall’applicazione di questa regola introdotta nel 2020.

Qual è l’impatto di questa decisione? Se il Comune desidera mantenere la sua posizione, sarà necessario spiegare dettagliatamente le “ragioni giustificative” di questa scelta. Tuttavia, sembra che ciò richiederà una revisione della decisione.

Tutto ha avuto inizio nel 2013, quando l’amministrazione comunale decide di disfarsi dell’immobile in via Pirelli 39, composto da un edificio di 25 piani (più tre interrati), uno di 7 e un’autorimessa in piazza Einaudi. Nonostante la destinazione iniziale di uso terziario, prevedendo la permuta con edifici destinati agli uffici comunali, la procedura incontra ostacoli e a quel punto, nel 2018, il Pirellino viene incluso nel piano delle alienazioni immobiliari. Il 7 giugno 2019, Coima acquisisce l’immobile per 193 milioni di euro, di cui 175 per i due edifici e 18 per il diritto di superficie novantennale sull’autorimessa. Il progetto del team Diller Scofidio + Renfro (DS+R) e Stefano Boeri Architetti, includeva la riqualificazione del vecchio grattacielo e la costruzione della Torre Botanica. Tuttavia, nello stesso periodo, il Comune modifica il Pgt del 2012, introducendo l’obbligo del 40% di edilizia residenziale sociale per interventi superiori a 10.000 metri quadrati.

Tra gli interventi interessati, c’è anche il piano di Coima, che decide di appellarsi al Tribunale amministrativo. Inizialmente, il Tribunale dà ragione al Comune, sostenendo che la società era consapevole della disciplina urbanistica sin dall’inizio del processo di vendita. Questo verdetto spinge Coima a rivolgersi al Consiglio di Stato, affermando di essersi fidata del Comune e di aver scoperto solo in seguito che le condizioni iniziali erano cambiate. Il Consiglio di Stato, presieduto da Vincenzo Neri, ha focalizzato la sua attenzione sulla verifica dell’esistenza di un “legittimo affidamento del privato” rispetto ai poteri di pianificazione urbanistica su un bene venduto dall’ente locale.

Secondo i giudici, l’affidamento tutelabile del privato è fondato sulla conclusione di un contratto di vendita di un bene comunale, soggetto a una disciplina urbanistica più favorevole al momento della stipulazione. Tuttavia, subito dopo, questa disciplina è stata modificata in senso sfavorevole, senza una motivazione adeguata da parte del Comune e senza una risposta completa a una richiesta di chiarimenti avanzata da Coima nel gennaio 2018. Questo ribaltamento della decisione rimette in gioco l’intera situazione.

Intanto lo scorso marzo Coima aveva azzardato l’avvio del cantiere per il 2024, senza la parte “pubblica” del progetto, ovvero il ponte su Melchiorre Gioia riqualificato. Adesso attenderemo nuovamente nuove notizie.

Referenze immagini: Coima

Coima, Via Pirelli, Pirellino, Botanica, Riqualificazione, Porta Nuova, Via Melchiorre Gioia, Stefano Boeri Architetti, Diller Scofidio + Renfro (DS+R).

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

17 commenti su “Milano | Porta Nuova – Svolta in favore di Coima per P39 e Botanica”

  1. Il progetto del ponte era oltre un progetto magnifico, un bene utilizzabile pubblico molto notevole. Come questo verdetto può cambiare la decisone del nuovo ponte ?

    Spero vivamente sia costruito !

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  2. La cosa comica è che invece la legge regionale (successiva) che permette un bonus +10% per gli edifici abbandonati (come nel caso in questione) quella invece viene applicata. Ovvero: le normative restrittive no, quelle facilitative sì. E poi c’è chi dice che i giudici sono troppo vincolisti.

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  3. E vamooosss…Sala nasconditi! Di sviluppo e urbanistica nun ce azzecchi!!!!
    Sei un partito del no! Andiamoooo con progetti iconici che cambiano la citta!!!
    Sala dimettiti fai un favore a Milano!

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  4. Mamma mia che bella notizia, proprio non digerivo il fatto che non si potesse più fare il ponte come dal progetto iniziale! Il rendering è stato da subito ben accolto da chiunque (ben venga il verde, ben venga la leggerezza e anche quella sagoma moderna anzichè un parallelepipedo!). Poi, per come si era svolta la vicenda, non avevo apprezzato quel freno posto A POSTERIORI, l’avevo trovato scorretto verso Coima, la quale ha già ampiamente dimostrato di fare le cose in grande e come si deve, con FATTI concreti!
    Molto contento se tutto dovesse andare a buon fine, in loro favore.

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  5. Il ponte lo abbatteranno perché la sentenza di cui si parla in questo articolo non riguarda il punto sulla volumetria (trattato qui https://blog.urbanfile.org/2021/12/07/milano-porta-nuova-torre-botanica-e-pirellino-niente-bonus-e-niente-ponte-serra/) ma la destinazione del 40% di quei volumi, da riservare all’edilizia sociale (trattata qui https://blog.urbanfile.org/2022/09/23/milano-porta-nuova-nuovo-capitolo-sul-pirellino-e-botanica-ledilizia-sociale/).
    Ed è un bene che il ponte venga demolito. Toglie prospettiva alla via e la restringe, costringendo le bici a uscire dalle due piste ciclabili e a unirsi pericolosamente alle auto. Su un lato manca addirittura il marciapiede e capita di vedere pedoni che camminano a fianco delle auto. E poi li sotto c’è il naviglio, che, prima o poi, dovrà essere riaperto. Si pensi a queste cose, senza lasciarsi suggestionare da render grossolani e inverosimili.

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