Scandurra Studio Architettura firma un piccolo ma interessante progetto per un edificio residenziale in quel di Precotto, in via Val Camonica (angolo via Val Gardena): NOVA APARTMENTS.
Come dicevamo, ci troviamo tra Precotto e Gorla, nella zona ex industriale che si sta già trasformando con diversi nuovi interessanti interventi, come in via Val Gardena e nella contigua via Teocrito 56.
L’edificio dobbiamo dire, ci piace molto: moderno, dalle forme interessanti, quasi brutaliste e dagli ampi terrazzi distribuiti sia sul fronte che sugli altri lati.
Milano – Precotto – Via Val Camonica (angolo Via Val Gardena)>>> NOVA APARTMENTS
(IVG) (Giemme Costruzioni srl – Cernusco sul Naviglio, MI)
(residenziale) (nuova costruzione)
(PT + 5 piani)
- progettista: (arch. Alessandro Scandurra @ SSA – Scandurra Studio Architettura srl)
- ingegnere CA: (ing. Cristian Stefanoni – Milano, MI)
- ingegnere elettrico: (ing. Angelo Assi @ Assi Ingegneria – Pioltello, MI)
- termotecnico: (Mirko Sutti)
- developer: (Daniele Mossini @ Giemme Costruzioni srl – Cernusco sul Naviglio, MI)
- project manager: (Fortunato Borello)
- commercializzazione: (Knight Frank Italia)
RISORSE
- sito ufficiale: nova apartments | classe A
Referenze immagini: Scandurra Studio
Gorla, Precotto, Scandurra Studio, Via Val Camonica, Via Val Gardena, NOVA APARTMENTS
Gli architetti milanesi sono veramente il male. Quando abbiamo perso il gusto per le
cose belle?
Esattamente in quale angolo trovate interessante questa architettura del dopoguerra?
Al tempo la si costruiva per riempire i vuoti velocemente dai bombardamenti e posso anche capirlo; anche se Vienna e Parigi hanno ricostruito in stile (e si vede).
Ma nel 2024 mi sembra veramente assurdo continuare a costruire con questo stile architettonico. Veramente assurdo che da metà 900 continuiamo a costruire questi giocatori edifici quadrati senz’anima. La città è irriconoscibilmente brutta.
Non capisco davvero come possa essere interessante un’ opera del genere. Forse starebbe bene sulla costa di Santa Monica / Malibu
L’architetto Scandurra la fa durrà durrà durra
Non ho capito il tuo commento Mauro, comunque concordo l’architettura milanese contemporanea fa veramente rabbrividire.
Priva di eleganza e anima !
bellissimo.
È già brutto da rendering figuriamoci con gli stendini su i balconi e le piante morte.
Ironizzo comunque questo modo di costruire ha rotto! Non sono capaci a fare altro.
Si costruisce lo stesso (palazzo brutto) da almeno 40 anni a Milano.
Trovo molto interessante una residenza che richiama alla memoria il disegno post industriale che ha caratterizzato quella zona per quasi un secolo. Bravi!
Queste nuove strutture non solo aggiungono una bellezza visiva alla nostra comunità, ma anche un senso di innovazione e progresso. L’architettura moderna può trasformare un’area in qualcosa di veramente speciale, offrendo spazi funzionali e esteticamente sorprendenti. Inoltre, la costruzione di nuove strutture stimola lo sviluppo economico locale, attirando investimenti e nuove opportunità per i residenti, valorizzando anche l’ambiente circostante. È essenziale riconoscere e valorizzare l’importanza di queste nuove opere architettoniche, perché contribuiscono al progresso.
sono completamente d’accordo con te ilenia!
É bellissimo veramente
Le vetrate e il telaio che circonda l’edificio ne danno un ulteriore prestigio
A mio parere la struttura ha un design che si integra bene con l’architettura degli anni ’70-’80 della zona, con qualche tocco moderno per adattarsi all’urbanizzazione attuale senza stravolgerne il contesto.
Gli appartamenti risultano molto luminosi e con terrazzi molto ampi rispetto a quelli che possiamo trovare a Milano.
Finalmente un’edificio moderno ma per nulla banale! Le linee pulite ed essenziali conferiscono un’aspetto minimalista, in grado di esaltare eleganza e bellezza nella sua apparente semplicità.
Un occhio non attento, potrebbe non cogliere il futuro potenziale della struttura.
“Gli obelischi orientavano la gente nel loro cammino, ma lasciavano spazio a un viaggio spirituale interiore (…) Quelli che io chiamo punti esclamativi ebbero un obiettivo diverso nell’urbanesimo monumentale. I principali edifici in città diventarono oggetti da ammirare, veri e propri spettacoli teatrali.”
(Richard Sennett)