Milano, Porta Vercellina.
Mai come in questo periodo storico stiamo assistendo a cambiamenti sostanziali, capaci non solo di modificare i tradizionali punti di riferimento, ma anche di rivoluzionare il modo in cui viviamo e usufruiamo la città e i suoi servizi.
Nel raffinato territorio di Porta Vercellina si trova l’altrettanto elegante e storica arteria commerciale di Corso Vercelli. Conosciuto fin dagli anni Cinquanta – e fino a circa un decennio fa – come “l’altro Corso Buenos Aires”, ma in versione più ricercata, il corso sta vivendo una fase di difficoltà. I negozi non funzionano più come un tempo, mentre gli affitti continuano a salire, costringendo molti commercianti a chiudere o a cedere il passo alle grandi catene. Una dinamica che, peraltro, riguarda anche Corso Buenos Aires e molte altre zone commerciali a Milano e non solo.
Proprio a metà del corso, poco prima dell’incrocio con via Cherubini, si trova un grande edificio che da oltre sessant’anni ospita il celebre grande magazzino Coin.

Un tempo, quest’area era prossima alla ferrovia dello Scalo Sempione (rimossa a partire dal 1931) e al capolinea della linea Milano–Magenta/Castano Primo, collocato in Corso Vercelli 33. Qui transitava il famoso “Gamba de Legn”, attivo dal 1880 al 1957. All’epoca si trattava di una zona industriale di periferia, con magazzini e depositi. Il civico 30 del corso e via Cherubini 6 erano occupati da un’autorimessa, una ditta di confezioni, una di minuterie metalliche e una farmacia. In corso Vercelli 30 vi era un piccolo caseggiato (visibile nella foto del 1913 immortalato durante una processione per il centenario di Giuseppe Verdi), con un giardinetto a lato e l’accesso allo spazio retrostante attraverso un portale. Con il progresso degli post bellici, dei fantastici anni Cinquanta e il cambiamento urbanistico avviato dall’eliminazione delle linee ferroviarie, anche quegli edifici – ormai poco redditizi – furono demoliti per lasciare spazio al nuovo.



A partire dal 1960, prese forma un articolato complesso edilizio progettato dallo studio dell’architetto Luigi Caccia Dominioni. Il progetto prevedeva: un palazzo di otto piani in via Francesco Cherubini 6 (completato nel 1967); un edificio residenziale con pianta a U, disposto internamente all’isolato e attorno a un giardino condominiale; e infine, un edificio commerciale di sei piani affacciato su Corso Vercelli 30-32.

Quest’ultimo fu realizzato nel 1962 su progetto dell’architetto Luigi Caccia Dominioni e dell’ingegnere Antonio Brambilla. Pensato fin dall’inizio per ospitare un grande magazzino, l’edificio si distingue ancora oggi per la facciata scandita da fasce marcapiano e lunghe finestrature continue, intervallate da ampie vetrate a tutta altezza. Il rivestimento originario in piastrelle scanalate di clinker grigio, colorato di marrone negli anni Settanta, è tornato nel 2016 a un più sobrio grigio chiaro, in occasione della trasformazione in Coin Excelsior del grande magazzino. L’ultimo piano è arretrato rispetto al filo della facciata e, poco sopra l’ingresso principale, un terrazzo al quinto piano crea un “finto varco” tra le due ali dell’edificio. Sopra l’ingresso da sempre troneggia la grossa insegna Coin.


Come dimostrano i tempi che cambiano, il grande magazzino Coin è destinato a lasciare spazio a nuove residenze di lusso, con parcheggi privati e ampi terrazzi. Maghen Capital S.p.A. – gruppo specializzato in investimenti immobiliari residenziali – ha infatti finalizzato l’acquisizione dell’immobile a uso misto.
L’edificio, attualmente locato a Coin S.p.A., si sviluppa su sei piani fuori terra e un piano interrato, per una superficie complessiva di circa 5.000 metri quadrati, cui si aggiunge un’area sotterranea destinata a parcheggi. Il valore complessivo dell’operazione è pari a 33 milioni di euro.


«L’operazione odierna è in linea con il modello di business che caratterizza il nostro gruppo – ha dichiarato Michael Meghnagi, amministratore delegato di Maghen Capital – volto ad accrescere il valore dell’investimento attraverso la riqualificazione in un immobile residenziale di lusso, con servizi comuni esclusivi, parcheggi e terrazze, in risposta alle richieste del mercato milanese. Questo conferma la strategia vincente di valorizzazione del patrimonio immobiliare che, negli anni, ci ha permesso di ottenere ottimi rendimenti».
Dal canto suo, Coin S.p.A. ha espresso soddisfazione per l’acquisizione dell’immobile di Corso Vercelli da parte di Maghen Capital. In una nota si legge che l’operazione «rappresenta un passaggio significativo che contribuirà a valorizzare ulteriormente un immobile di riferimento per il tessuto commerciale milanese». Sono già in corso interlocuzioni costruttive tra Coin e la nuova proprietà, volte a definire un futuro condiviso per lo spazio retail, che continuerà a far parte dell’edificio.
Il gruppo veneto Coin – presente in città anche in Piazza Cinque Giornate, Corso Cristoforo Colombo (zona Porta Genova) e in procinto di chiudere lo store di CityLife – è attualmente impegnato in un complesso processo di risanamento. A inizio 2023, l’esposizione debitoria aveva superato i 234 milioni di euro. Per salvare lo storico gruppo, fondato nel 1916 in provincia di Venezia, è scesa in campo una cordata di imprenditori, tra cui anche la Mia S.r.l. di Marco Marchi (già azionista al 15%), che controlla il marchio Liu Jo. Anche Invitalia, l’agenzia nazionale per lo sviluppo del Ministero dell’Economia, partecipa con un contributo di 10 milioni di euro.

A Milano nella seconda parte del 2024 le quotazioni delle case sono aumentate del 2,1%. Le zone del centro registrano prezzi in crescita del 4,7%, poiché il segmento del lusso resta sempre piuttosto dinamico. Una delle macroaree che si è rivalutata maggiormente è quella di Porta Vercellina – Lorenteggio, che sta beneficiando dell’operatività della nuova linea M4. Lo stesso è accaduto nella zona di via Lodovico il Moro al Ronchetto, e in zona Porta Romana e viale Corsica. Prezzi in aumento nella macroarea di Navigli e M2 Famagosta, ma anche a Calvairate, in via Tito Livio, piazzale Cuoco – viale Umbria. Se il mercato immobiliare dei territori di Niguarda, Farini, Ca’ Granda è movimentato, al Vigentino in via Ripamonti e Val di Sole è in diminuzione. Lieve contrazione dei valori nel quartiere Bovisa dopo anni di crescita. Sostanzialmente invariati i prezzi delle macroaree di Stazione Centrale – via Melchiorre Gioia – viale Fulvio Testi, Città Studi – Porta Monforte e Corso Indipendenza, Fiera e San Siro. Tutti questi dati arrivano dalle ultime analisi dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa.


- Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Milano Sparita; Skyscrapercity (Silvia in particolare); Milano Segreta; Google Map
- Le foto d’epoca sono immagini diffuse in rete e pertanto non di nostro possesso. Non si conosce autore e proprietario, a meno che non sia riportato sulla foto con watermark.
- Porta Vercellina, Corso Vercelli, Via Francesco Cherubini, Coin, Coin Excelsior, Luigi Caccia Dominioni, Riqualificazione
Mentre nel resto del mondo si costruiva bellezza a milano Luigi Caccia Dominioni pensava di essere un bravo architetto.
Si tratta di Porta Magenta NON di porta Vercellina che è da tutt’altra parte
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Porta_Vercellina
Sì, ma il nome attuale, dal 1860, è Porta Magenta, non più Porta Vercellina.
Facendo i cosiddetti ‘conti della serva’, è facile prevedere che gli eventuali appartamenti di lusso non saranno in vendita a meno di 15.000 euro al metro quadro.
A Milano, la gentrificazione procede a un ritmo sempre più veloce e costringe anche chi ama ancora questa città ad andarsene.
gentrificazione in corso Vercelli fa un pò ridere…
Sempre molto interessanti anche questi articoli che ricostruiscono nei dettagli la storia e l’ evolversi urbanistico anche di una singola via, grazie!
Riguardo alla situazione in oggetto, può sembrare una vicenda di negozi come altre, tipiche di una città come MIlano, ma come osserva un lettore, si tratta di qualcosa di altro… mai io direi anche di peggiore rispetto alla “gentrificazione”, un termine tipico dei politici e dei loro telegiornali teleguidati, (come ad es. anche “eccellenza”);
qui semplicemente constatiamo nella realtà e nella concretezza, a cosa ha portato il lungo periodo del globalismo, che prevedeva, tra le altre cose, la scomparsa della classe media e di tutti i suoi riferimenti, anche quelli commerciali. La cosiddetta “gentrificazione” si verifica certo, ma a discapito di quelle categorie di cittadini come gli insegnanti, i medi funzionari di impresa, gli impiegati, tutte quelle persone che fino agli anni novanta potevano pensare di comprarsi una casa a Milano e magari poi comprarsi anche un abito dal Coin…Non che le suddette categorie fossero chissà quali rozzi e buzzurri, eh! Sarebbe dunque utile parlare non di gentrificazione, ma di sostituzione e sistematica espulsione dei cittadini autoctoni dalla propria città.
Le città cambiano, la popolazione si evolve, gli stili di vita anche. Non si ferma il vento in casa chiudendo le finestre mentre passa. Non sempre le novità sono positive, ma anche standa, upim hanno chiuso. Avevano fatto il loro tempo. Anche Sesto San Giovanni non è più la Stalingrado d’Italia perché non c’è più la Breda e gli operai non sono più la classe “dominante”. Non lo sono più perché hanno migliorato la loro posizione sociale. Si sono imborghesiti. Meglio…
Io mi metto in coda… da Milanese nato e cresciuto qui inizio a sentire la noia leggendo queste notizie.
Tutto lascia il posto ad “appartamenti di lusso”… ma che noia!!!
Quando ero piccolo sentivo parlare tutti in milaness.. signori ed operai… ora invece questi “signori” che comprano il lusso non salutano neanche quando li incontri nell’androne. E quando ero piccolo di signori veri ce n’erano. Mai sono stati maleducati, neanche una volta. Inizio a volermene andare anche io.
bellezza tipo gli edifici brutalisti (forse solo brutti) lungo il Tamigi a Londra? Oppure alludi agli sventramenti di Berlino o Bruxelles? O la colata di cemento di Atene?
da “un futuro condiviso per lo spazio retail, che continuerà a far parte dell’edificio” capisco che il grande magazzino invero non chiuderà, ma verrà probabilmente molto ridimensionato.
L’edificio è, a mio gusto, esternamente davvero orribile e male inserito in un contesto (corso Vercelli) altrimenti gradevole. Speriamo che la riqualificazione gli doni un nuovo aspetto