Milano | Porta Ticinese – La città d’acqua: la Conca di Viarenna

Milano, Porta Ticinese.

Milano è cambiata profondamente nel corso di un secolo, come abbiamo avuto modo di raccontare in diverse occasioni. Molti angoli della città, che oggi avrebbero un fascino pittoresco e romantico, sono stati radicalmente trasformati dall’urbanistica moderna e, in alcuni casi, dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale del 1943.

Uno degli angoli più stravolti e oggi quasi irriconoscibili è quello della Conca del Naviglio. Dove oggi si affacciano palazzi moderni e si estende il grazioso Giardino Attilio Rossi, un tempo si trovava un quartiere popolare, il Borgo di Viarenna, attraversato da un canale navigabile, la Conca di Viarenna, che metteva in comunicazione la Cerchia dei Navigli con la Darsena, colmando il dislivello tra i due corsi d’acqua. (qui avevamo parlato della Torre del Sale e della Conca del Naviglio).

Origine del nome

Il nome Viarenna deriva da una corruzione di via Arena, una via tuttora esistente, che a sua volta prende il nome dall’anfiteatro romano i cui resti sono ancora presenti. Oggi, l’area è oggetto di un progetto del Comune e della Sovrintendenza per la realizzazione di un parco archeologico che valorizzi questi antichi resti.

La conca e la sua funzione

La Conca di Viarenna (nota anche come Conca di Via Arena o Conca del Vallone) era una conca di navigazione situata in via Conca del Naviglio, nella zona di Porta Ticinese. Fu costruita tra il 1551 e il 1558 dalla Veneranda Fabbrica del Duomo, in sostituzione di una precedente conca risalente al 1438, demolita per far posto alle mura spagnole.

La conca permetteva di superare un dislivello di circa 1,83 metri tra la Cerchia dei Navigli e la Darsena, rappresentando un collegamento fondamentale per la navigazione interna. Fu la prima conca di navigazione costruita in Europa.

Il percorso dell’acqua

Il canale navigabile si estendeva dalla Cerchia dei Navigli, all’altezza dell’attuale Piazza della Resistenza Partigiana, attraversava via Conca del Naviglio, dove si allargava per consentire la sosta alle imbarcazioni, e poi proseguiva verso la Darsena, passando attraverso una chiusa che ne permetteva il passaggio al livello inferiore. Da lì le barche si dirigevano verso i Navigli Grande e Pavese.

Questo tratto faceva parte del Naviglio Vallone, realizzato tra il 1438 e il 1439 per volontà di Filippo Maria Visconti al fine di facilitare il trasporto dei marmi di Candoglia destinati alla costruzione del Duomo. I barconi partivano dalle cave del Lago Maggiore, scendevano il Ticino, percorrevano il Naviglio Grande e arrivavano alla Darsena, da cui proseguivano fino al laghetto di Santo Stefano, nei pressi del cantiere della cattedrale.

La chiusura dei Navigli

Il Naviglio Vallone venne completamente interrato tra il 1929 e il 1930, insieme alla Cerchia dei Navigli, per motivi viabilistici e igienico-sanitari. Gli scarichi abusivi degli edifici che si affacciavano sui canali contribuivano all’inquinamento, rendendo inevitabile la copertura. Con la chiusura della via d’acqua interna, anche la Conca di Viarenna venne coperta, lasciandone solo il tratto tra le due chiuse in legno, a mo di vasca-fontana.

Lo spiazzo dopo la copertura della conca e del canale in due foto d’epoca.

L’edicola e l’origine di “a ufo”

Presso una delle estremità della conca è stata ricollocata una edicola commemorativa che conserva una lapide in marmo di Candoglia datata 1497, su cui è inciso un decreto ducale che esentava dal dazio i barconi destinati al trasporto dei materiali per il Duomo. Da qui l’espressione “a ufo” (da AUF, “Ad Usum Fabricae”), che significa “gratis” o “senza pagare”.

L’edicola attuale fu costruita negli anni ’30 del Novecento, ma la lapide è originale ed era un tempo murata su una parete della Casa dei Gabellieri in via Olocati (ora via Conca del Naviglio) che si trovava lungo il canale. Fu rimossa negli anni ’20 e conservata presso i Musei del Castello Sforzesco, prima di essere reimpiegata nel nuovo monumento.

Sulla sommità dell’edicola si trovano anche gli stemmi di Lodovico il Moro e della Veneranda Fabbrica del Duomo, con l’effigie della Vergine Maria e l’antica facciata della cattedrale.

Qui di seguito una splendida foto di inizio Novecento che mostra le lapidi collocate ancora sulla parete di Casa dei Gabellini.

Un passato che riaffiora

Durante alcuni scavi archeologici effettuati nel 2004 presso la Darsena, fu ritrovata una piattaforma lignea attribuita alla pavimentazione della Conca di Viarenna del 1438. In assenza di adeguate tecniche di conservazione, i reperti furono reinterrati per garantirne la protezione.

La Conca oggi

Dichiarata Monumento Nazionale nel 1986, la Conca di Viarenna è oggi visibile come elemento storico trasformato in fontana, integrata nel tessuto urbano. Via Conca del Naviglio è diventata un viale alberato, affiancato dal Giardino Attilio Rossi e da un parcheggio interrato. L’atmosfera operosa di barcaioli, artigiani e lavandaie ha lasciato il posto a un tranquillo quartiere residenziale.

Accanto si trovano l’ex edificio neoclassico Giuseppe Ronzoni, oggi sede dell’ATS di Milano, e la scuola per ciechi situata nell’edificio scolastico di inizio Novecento in viale D’Annunzio, oltre alla chiesa del Buon Pastore, una semplice costruzione di fine Ottocento.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Milano Sparita, Milàn l’era inscì
  • Fonte: Pagina Milano Scomparsa, Lombardia Beni Culturali, Le Strade di Milano”, Newton Peridici 1991, “Le Città nella Storia d’Italia” – Milano, Edizini la Terza 1982
  • Milano sparita, Pagina Milano Scomparsa, Anfiteatro, Naviglio, Conca del Naviglio, Via Arena, via De Amicis, Corso Genova, Porta Genova, Chiusa, Torre del Sale, Conca di Viarenna,
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

5 commenti su “Milano | Porta Ticinese – La città d’acqua: la Conca di Viarenna”

  1. Grazie signor Arsuffi per averci regalato queste bellissime immagini. Era veramente bella Milano, peccato vedere come l’hanno ridotta.

    Rispondi
  2. Grazie. Bellissime fotografie.. Bellissima storia. Milano fino a inizio Novecento era considerata una tra le città più belle del mondo.. Le persone ci venivano in viaggio di nozze. Se solo si avesse il coraggio di riaprire le vie d ‘ acqua..

    Rispondi

Lascia un commento