Via Vittor Pisani, rigorosamente con nome e cognome come succede spesso per alcune vie milanesi, è la strada principale d’accesso di Milano, assieme a via Vitruvio (altra via che merita un discorso a parte). E’ la via “trionfale” e monumentale che dalla Stazione Centrale porta al centro città attraverso gli archi di Porta Nuova e via Manzoni.
Anzitutto chi era Vittor Pisani? Vettor Pisani, o Vittore Pisani nacque a Venezia nel 1324, è fu un ammiraglio italiano, capitano generale della flotta veneziana, che guidò nella Guerra di Chioggia del 1379–1381, portando i veneziani alla vittoria. Morì a Manfredonia il 13 agosto 1380 durante una campagna navale contro i genovesi, a pochi mesi dalla fine della guerra di Chioggia, stroncato da una malattia.
La via venne realizzata sul finire dell’Ottocento sul retro della vecchia stazione ferroviaria che si trovava in piazza della Repubblica. Con l’apertura nel 1931 della nuova stazione ferroviaria in Piazza Duca d’Aosta la via, all’epoca più stretta, si ritrovò da via secondaria qual era, a via principale per accedere in città. Subito dopo lo spostamento della stazione, venne allargata e completata piazza della Repubblica e come da nuovo piano urbano, venne allargata anche via Vittor Pisani. Prevedeva due edifici a torre da collocare ai due estremi come una sorta di nuova porta monumentale. Così nel 1936-39 su progetto di Mario Bacciocchi in Piazza della Repubblica 27, venne edificato Palazzo Torre Locatelli (67 m).
Operazione interrotta dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e che venne portata avanti dal dopoguerra in poi, dove tutti i vecchi palazzi di inizio Novecento vennero demoliti per far spazio a nuovi palazzi moderni e arretrati, creando il largo vialone d’accesso alla città. Inizialmente era una via alberata completamente. Nel tratto iniziale , sino a via San Gregorio era alberata nella parte centrale, mentre dopo l’incrocio con via San Gregorio, le alberature erano disposte ai lati della via, come si vede nella foto sottostante del 1953.
A completare la “monumentalità” della via, sul lato opposto alla Torre Locatelli nel 1955 venne completato, su progetto dell’architetto Luigi Mattioni, il Grattacielo di Milano, in seguito chiamato Torre Breda, alta 116 metri. Altra peculiarità delle nuove architetture realizzate in questo enorme vialone era che tutti i nuovi palazzi possedessero un passaggio porticato.
Negli anni Ottanta, per la realizzazione, prima della linea gialla, 3, e al contempo del parcheggio sotterraneo, il secondo tratto della via (verso la stazione) perse gli alberi in favore di un arredo urbano “monumentale” e “metafisico”. Il nuovo arredo urbano ha visto la posa di lastre in pietra sui larghi marciapiedi. Il tratto dove si trova il parcheggio, privo di aiuole e di alberature, è stato definito da una lunga balaustra molto importante, che corre parallela ai portici e che è veramente massiccia, senza alcun motivo se non quello decorativo. La prima parte invece, quella verso piazza della Repubblica, è caratterizzata da alberature e da marciapiedi decorati con pietre in grigio scuro e chiare, facendolo sembrare più una passeggiata da lungomare o lungolago. Questa è la parte che preferiamo di gran lunga.
Anche perché la parte priva d’alberi è decisamente la peggiore dal punto di vista di arredo urbano secondo noi. Pali ovunque, che segnalano qualsiasi cosa, pietre diventate brune dalle polveri ferruginose della stazione.
Le immagini che seguono crediamo siano abbastanza eloquenti, disordine, sciatteria, sporcizia, ma soprattutto non un fiore o un aiuola.
I manufatti che formano l’arredo della via spesso sono rotti o rattoppati alla bell’e meglio, come le uscite di emergenza del sottostante parcheggio che sono state chiuse anni fa per impedire ai clochard di utilizzarle come orinatoi o altro. Così oggi sono state chiuse da una struttura in legno alquanto dozzinale.
Che dire poi della struttura che segnala la presenza del parcheggio, più che dozzinale. Oramai una presenza fissa da oltre 15 anni e che, secondo noi andrebbe sistemata meglio e regolamentata.
A ribadire il lungo periodo di declino di questa via, sono le vetrine chiuse da diverso tempo e la marea di senza tetto che usano i portici come luogo dove dormire e ripararsi. Esperienza che non è mai una garanzia, come abbiamo visto anche recentemente nei fatti di cronaca, dove un povero clochard ha perso la vita per l’estremo freddo patito.
E’ sempre incredibile come in ogni città c’è una zona che sale al podio e diventa il nuovo fulcro produttivo e di moda del momento e altre zona, magari limitrofe, che cadono nell’oblio senza apparentemente nessuno che se ne preoccupi.
Passiamo alla seconda parte (in teoria sarebbe la prima, visto che le vie partono dal centro) che va da via San Gregorio e via Leopoldo Marangoni, da dove parte l’arredo urbano che noi preferiamo, con alberi e pavimentazione decorata geometricamente, sino a piazza della Repubblica.
Questo tratto, che potrebbe essere più bello, è come il resto, trascurato da anni di immobilismo e negligenza. oggetti rotti, ringhiere devastate, piante che con le loro radici stanno lentamente devastando la pavimentazione e sciatteria diffusa da parte dei locali che s’affacciano, dove a quanto pare, nessuno in Comune è capace di far rispettare un certo decoro.
Piano piano siamo giunti in piazza della Repubblica, dove si trovano le aperture della M3 e quelle della stazione ferroviaria. Quest’ultime da sempre sono state prese di mira dagli imbrattamuri e solo poco tempo fa il Comune ha provveduto a risolvere questo scempio, chiedendo ad alcuni artisti di strada di “colorare” le uscite. Il risultato, alquanto mediocre secondo noi, è sotto gli occhi di tutti a colori sgargianti.
Ed eccoci in piazza della Repubblica, dove non vorremmo commentare quello che si può vedere anche in queste foto. é possibile dover “proteggere” quell’apertura di emergenza per il sottostante passante ferroviario con tutti quegli orrendi archetti?
Non sarebbe possibili piantumare nuovamente la parte iniziale della via ? Ci sono forse dei vincoli tecnici ?
L’assetto attuale deriva dal progetto di Antonio Zanuso. Nell’ambito della realizzazione della Linea 3 del metrò, infatti, MM Spa e il Comune decisero di “ricompensare” i milanesi per il disagio dei lavori affidando il ripristino delle aree di cantiere a una serie di architetti (per bando e forse anche per affidamento diretto). Alcuni di quei progetti furono poi realizzati (via Croce Rossa affidata ad Aldo Rossi), altri lo furono solo parzialmente (Crocetta affidata a Canella) e altri per nulla (Duomo, progetto mi apre di Enzo Mari). Antonio Zanuso (da non confondere con Marco) vinse appunto il progetto per l’insieme piazza Duca d’Aosta-via Vittor Pisani-piazza Repubblica. Purtroppo, abbastanza in linea con idee e stili prevalenti a Milano in quegli anni, in quel progetto c’era poco verde (molto meno di quanto non fosse prima dei cantieri sia in Duca d’Aosta, sia in Vittor Pisani) e molta pietra, “pesante” come giustamente sottolineato. Se poi, come succede spesso, il progetto non viene neppure realizzato completamente e al non-finito si aggiungono le strutture “spontanee” e provvisorie, la poca manutenzione, gli interventi non coordinati, i parcheggi “creativi”, la scarsa pulizia e il fenomeno triste dei barboni cui non si riesce a dare un riparo…
Peccato, perché quello è davvero uno dei principali ingressi alla città, basterebbe poco a renderlo molto più dignitoso (pulizia, manutenzione, più verde, buon illuminazione).
P.S.: il progetto di Antonio Zanuso qui: http://www.antoniozanuso.it/aosta.html
Il sottopasso stradale in Piazza della Repubblica che si vede nel progetto sarebbe stato mitico, se solo l’avessero fatto…
Tra i progetti di restyling post-M3 mai realizzati citerei sicuramente piazza Missori dove, proprio con la scusa “tanto dobbiamo rifarla”, ci siamo tenuti fino al 2015 i guard-rail arrugginiti e i marciapiedi in cemento “provvisori” del cantiere chiuso nel 1990.
È un viale spento , bisognerebbe inventarsi qualcosa , i portici non aiutano , da la sensazione di degrado pericolo