All’ombra del Santuario di Santa Maria dei Miracoli, chiesa bellissima in stile manierista, si nasconde una delle basiliche più antiche di Milano, quella di San Celso.
La basilica è dedicata ad uno dei due martiri che Sant’Ambrogio ritrovò il 10 maggio dell’anno 396 nei pressi di un bosco alle porte di Milano, l’altro era San Nazaro. San Celso, un giovane che si arruolò nell’esercito e che subì il martirio per la fede, durante la persecuzione di Nerone. Il nostro Ambrogio edificò un primo tempio a lui dedicato in questo luogo nel IV Secolo.
Come avevamo già detto pochi articoli fa, la basilica è stata magnificamente restaurata di recente e a breve sarà aperta al pubblico compreso il bellissimo e possente campanile, uno dei più antichi di Milano. (alcune foto sono di Andrea Cherchi)
Attraverso un sagrato-giardino si accede alla basilica, ridimensionata, come abbiamo potuto vedere in un nostro articolo a lei dedicato, nel 1818, per consentire al nuovo santuario mariano di respirare. L’interno è molto bello e ben restaurato, riportato allo splendore medievale.
Attraverso un portoncino aperto a lato nella piccola basilica, si accede all’interno della torre. Torre completamente cava sino alla sommità. Ci spetta una lunga rampa che a spirale si arrampica lungo le pareti, sembra quasi di essere nel film de “il Nome della Rosa“. Sono centoventi scalini, che a farli senza pause si arriva in cima con il fiatone, garantito. Le scale durante la nostra visita erano ancora prive di illuminazione, che presto arriverà, creando l’atmosfera giusta per questo luogo.
Il nome dato per l’operazione dell’apertura del campanile ai turisti, il Campanile dei Sospiri, non deriva dal poco fiato che si ha arrivando in cima, ma dalla tradizione che ha visto nei secoli milioni di spose che portavano il loro bouquet sotto il Campanile in segno di augurio per un felice matrimonio, non a caso questa Chiesa è anche nota come la “Chiesa delle Spose”.
Comunque, una volta raggiunta la cella campanaria, si gode di una stupenda vista a 360 gradi abbastanza inusuale. Unico accorgimento, è che bisogna stare attenti a cavi e travi che reggono le campane (che durante le visite non suonano, altrimenti la situazione sarebbe drammatica) di bronzo, della premiata ditta Fratelli Barigozzi, 1902.
Presa coscienza delle posizioni degli intoppi meccanici che servono per muovere le campane, si rimane incantati dal panorama. Panorama incorniciato da quattro trifore sorrette da colonnine di pietra. Spicca il bellissimo tiburio cinquecentesco del Santuario di Santa Maria dei Miracoli, sembra di toccarlo, dietro la torre Velasca e il Duomo con la sua stupenda guglia maggiore e la dorata madonnina. Volgendo lo sguardo a ovest si scorge ‘inconfondibile sagoma della cupola di San Lorenzo Maggiore e poco a destra le due torri di CityLife. Più a sinistra il campanile di Sant’Eustorgio, altra significativa basilica di Milano. Conoscendo la città si notano anche le torri di Porta Nuova e la guglia dell’Unicredit, la torre del Filarete del Castello e così via. Nonostante la presenza di eccessivi palazzi costruiti nel dopoguerra, che a dire il vero rovinano la vista, il panorama vale la pena di essere ammirato.
La visita si conclude regalandoci suggestivi scorci in quest’angolo di Milano rimasto inaccessibile sinora. Vi consigliamo di visitare anche la stupenda chiesa di Santa Maria dei Miracoli.
Grazie all’iniziativa di MilanoCard si sale a San Celso dal 24 marzo, ogni weekend, dalle 15 alle 20, dieci persone per volta, al prezzo (non popolare) di dieci euro, per una visita di quarantacinque minuti, con una guida che racconterà la storia del luogo.
Le prenotazioni (obbligatorie) sono già aperte, sul sito www.ilcampaniledeisospiri.it