Ieri (19-01-2023) è stata approvata una delibera del Comune che prevede una serie di richieste ai club, tra cui l’ampliamento della capienza del nuovo impianto ad almeno 70 mila posti. «No alla riqualificazione del Meazza». Grande disappunto dal mondo ambientalista.
Al termine del dibattito pubblico che si è svolto nei mesi scorsi sulla proposta progettuale presentata dalle Società proponenti, la Giunta recepisce alcune delle indicazioni emerse e assume quelle contenute nell’ordine del giorno votato dal Consiglio comunale nella seduta del 22 dicembre.
Nei prossimi giorni, l’Amministrazione chiederà quindi alle Società calcistiche di Milan e Inter, di aggiornare lo studio di fattibilità su alcuni punti. In particolare, per garantire l’attuazione di ulteriori opere di finalità pubblica o di interesse generale, la Giunta indica tra le priorità l’individuazione di risorse economiche aggiuntive, in modo da poter destinare una quota pari almeno a 40 milioni di euro per progetti da realizzare nei quartieri limitrofi, a partire da quanto delineato nello studio d’area “Mosaico” presentato dall’Amministrazione nei mesi scorsi.
La proposta sarà poi chiamata ad incrementare la superficie a verde, in modo che rappresenti almeno il 50% rispetto al totale dell’area, a dare priorità al raggiungimento della neutralità carbonica e alla minimizzazione dell’impatto ambientale, ad adeguarsi al Piano Aria e clima del Comune. La capienza dello stadio dovrà essere aumentata assicurando l’accessibilità e garantendo un adeguato numero di posti per le fasce meno abbienti (almeno pari a quello attuale). L’impianto dovrà anche essere allontanato dalle abitazioni di via Tesio, con la predisposizione di soluzioni per mitigare l’impatto sonoro.
A seguito della delibera appena approvata, Palazzo Marino ha dato mandato agli uffici di interpellare tempestivamente il ministero della Cultura «circa la possibilità che lo stadio Meazza, in un futuro anche immediato venga ricondotto alla categoria dei beni pubblici vincolati». Anche perché dal prossimo anno potrebbe scattare automaticamente (70 anni dal suo primo ampliamento).
Verrà pubblicato nei prossimi giorni sul sito del Comune il Dossier conclusivo del dibattito pubblico, di cui la delibera è parte integrante, a definitiva chiusura dell’iter.
Al voto non ha partecipato l’assessore all’Ambiente, Elena Grandi che ha anche annunciato il suo voto contrario qualora la giunta dovesse ripresentare l’interesse pubblico sul nuovo stadio: «Benché non si deliberasse l’interesse pubblico dell’opera, che nel caso dovesse essere deciso vedrà il mio voto contrario, ho ritenuto giusto sin da oggi manifestare la mia posizione in coerenza con quanto noi Verdi abbiamo sempre sostenuto sulla questione del nuovo stadio a San Siro».
A ciò va anche segnalato che buona parte del mondo ambientalista boccia senza mezzi termini la delibera. Carlo Monguzzi: «La giunta ha deliberato un disastro ambientale con due alberelli in più. Stiamo regalando 280 mila metri quadrati di territorio dei cittadini a due fondi speculativi». Enrico Fedrighini: «La demolizione del Meazza anziché la sua riqualificazione, risponde a un evidente interesse non pubblico, ma privato. Di pubblico in questa vicenda esiste solo il luogo: il Meazza e l’area di San Siro di proprietà del Comune».
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Vorrei capire: gli ambientalisti come si pongono di fronte all’ipotesi (fattibile) che i club lascino San Siro e si facciano lo stadio altrove?
Perchè se fra un anno scatta il vincolo e San Siro rimane così, la vedo molto dura per il futuro.
Per il resto, il Comune almeno sta facendo uno sforzo per ottenere di più da una situazione molto complicata, che è già qualcosa.
Chiaro che si sta cedendo anche una risorsa (i terreni con quanto costruito, per decenni), con ritorni economici importanti, ma tanto il Comune soldi per ristrutturare non ne ha e i club non vogliono metterli per restare a San Siro…
Se i due club se ne vanno da San Siro, si abbatte lo stadio e si realizza finalmente il parco mancato con Porta Nuova prima e con CityLife poi.
Questo progetto regala territorio comunale alla speculazione privata. Il territorio comunale deve essere progettato e riqualificato dal Comune per soddisfare gli interessi pubblici, non dai privati!
Purtroppo il Comune non ha nemmeno i soldi per pagare la bolletta di A2A per i nuovi bus elettrici e taglia le corse.
Figuriamoci se ha i soldi per abbattere San Siro, bonificare e creare un parco pubblico.
Touché.
È proprio questo il punto: lasciamo nel cassetto il libro dei sogni, che il Comune non ha soldi per l’ordinario, figuriamoci lo straordinario, e confrontiamoci con le possibilità concrete.
Infatti.
chi non conosce la storia è condannato a ripeterla. Consiglio di andare a vedere il disastro che fece la giunta Tognoli pensando di poter fermare quella che anche allora qualche solone definiva “speculazione”.
È chi se ne frega? Che vadino pure a Monza e Brianza così sono in un ambiente meno ostile
Ma Monguzzi perché non esce dalla maggioranza? Mi sembra sia sempre contrario ogni cosa che facciano senza proporre una valida alternativa se non “va ristrutturato”.
Monguzzi è contrario a tutto da che ho memoria. Spesso con argomentazioni non particolarmente razionali o convincenti.
Personalmente son contro l’abbattimento dello stadio dato che abbattere rappresenta uno dei principali difetti (ma anche pregi) di Milano, a partire proprio dall’antenato di San Siro, l’arena di via De Amicis. Però non posso sentire queste dichiarazioni dei sedicenti ambientalisti in merito alle speculazioni dei privati: che sono le stesse, mutatis mutandis, che si sentirono 15 anni fa all’inizio dei lavori per la riqualificazione di Porta Nuova, e ascoltando le quali avremmo ancora quelle sterpaglie incolte invece di piazza Gae Aulenti. Certo che il privato vuole guadagnarci, non è una onlus o un istituto di opere pie e non siamo in una società sovietica. È poi compito dell’amministrazione pubblica vigilare affinché il guadagno lecito non diventi speculazione. Entrando nel merito, ho la sensazione che la giunta non voglia decidere e stia tentando la tattica del temporeggiamento, inviando richieste che per essere prese in considerazione ed eventualmente attuate, e poi riesaminate, necessiteranno di un ulteriore allungamento delle tempistiche.
Fabrizio
Ma l’antenato, “l’arena di Via De Amicis” cui ti riferisci è l’Anfiteatro Romano del I Secolo DC?
Solo la sensazione? Sono ormai diversi anni che Sala tergiversa cercando di allungare il più possibile i tempi.
Monguzzi è contrario ad ogni nuovo progetto. Ma non presenta mai ragioni con alla base delle solide analisi tecniche, sempre cose a sentimento.
Ma argomentare no? Gli slogan, anche à la milanés (come se ne aumentasse il valore, che poi magari non lo si è nemmeno), non servono a niente.
Sesto San Giovanni
Prima eliminiamo il calcio dalla faccia della terra prima ci evolviamo come civiltà
Da questa situazione difficilmente si arriverà ad una soluzione.
Alla fine Milan ed Inter se ne andranno a Sesto.
Personalmente sono per la costruzione di un nuovo stadio, per me distrutto con la pessima ristrutturazione del 1990. Ma il vero tema ècosa fare dello stadio. Se Milan è Inter giocheranno in un nuovo stadio a Sesto, San Siro diventerebbe solo un incredibile costo per le casse del Comune. E allora si che gli speculatori possono fare ogni scempio in quella enorme area cittadina.
Non è che aspettano il vincolo per non dover decidere? Il comune non ha soldi per la ristrutturazione, chiede lo stadio più grande, più aree verdi, più soldi per riqualificare zone limitrofe, più distanza dalle abitazioni. Se Milan e Inter vanno a Sesto il comune abbandona il Meazza senza ristrutturarlo, gli ecologisti sono contenti perché non si cementifica, i tifosi sono contenti perché non si abbatte, i residenti perché non si gentrifica, le squadre hanno lo stadio nuovo, Sesto ha un nuovo polo attrattivo.
Ma non sono ambientalisti, sono NIMBY che usano la scusa dell’ambientalismo. E’ già una distesa di cemento, in termini di verde può solo migliorare con questo progetto. Si e nel frattempo al Comune di Milano vengono a mancare 15mln ogni anno + costi di manutenzione.