Si tratta, molto probabilmente, di una delle ville romane più conosciute in assoluto, forse anche per le leggende che circolano attorno al nome dell’imperatore che volle costruirla: stiamo parlando di Nerone e della sua Domus Aurea.
In seguito al catastrofico incendio che distrusse buona parte di roma nel 64 D.C., Nerone, approfittando della devastazione, decise di erigere un’immensa villa che andasse ad occupare ben quattro colli di Roma (Oppio, Celio, Velia, Palatino).
Quella che ci è giunta fino ad oggi è, dunque, solo una parte della sterminata struttura che l’imperatore volle far erigere. La domus venne chiamata “Aurea” sia per l’oro utilizzato nelle decorazioni delle varie sale, sia per un interessante progetto architettonico che consentiva alla luce di essere la vera protagonista attraverso dei giochi di prospettive che dovevano amplificarne e indirizzarne la portata.
Ciò che si trova oggi sotto il colle Oppio si suppone fosse più una villa di rappresentanza che una dimora per l’imperatore, trovandosi questa sul colle Palatino.
A seguito del suicidio di Nerone nel ’68, sappiamo che la domus venne utilizzata dall’imperatore Otone per il breve lasso di tempo in cui regnò, mentre già dal ’79 D.C., con l’avvento di Tito, l’intera struttura dovette subire dei pesanti lavori per essere riconvertita in una struttura termale: si provvide, quindi, a rimuovere tutti gli elementi preziosi dall’interno degli ambienti, dai marmi alle decorazioni pregiate, e si ricoprirono i piani inferiori con del laterizio inserito nelle nuove fondamenta per le future terme sovrastanti.
In realtà ciò ha permesso che la Domus Aurea giungesse fino ai nostri giorni senza dover subire invasioni, saccheggi e via dicendo, anche se la scoperta della dimora imperiale nel XV secolo ha creato notevoli problemi di infiltrazioni.
La Domus Aurea oggi si trova, invece, al centro di un complesso cantiere che deve restituire stabilità e sicurezza all’intero complesso, specie dopo gli ultimi crolli avvenuti solo pochi anni fa.
Si sta cercando di risolvere le criticità più gravi e per ora il progetto si incentra su un completo stravolgimento del parco presente sul colle Oppio: questo è dovuto al fatto che gli alberi fanno pressione sulle strutture sotterranee mentre le radici provocano delle fessure nel terreno tramite le quali si creano infiltrazioni negli ambienti sottostanti.
Il progetto prevede, dunque, l’abbattimento delle alberature, che andranno via via sostituite con un più compatibile giardino fiorito, più la rimozione di una buona porzione di terreno, così da togliere peso alle strutture della Domus Aurea.
Anche se mancano all’appello ancora 30 milioni di Euro per finanziare un completo recupero di tutti gli ambienti, ci auguriamo vivamente che questo gioiellino dell’epoca imperiale possa tornare a risplendere come un tempo.
Il modellino con il progetto di recupero del terreno sovrastante alla Domus |