Costruito agli inizi degli anni Novanta, il grande complesso de Le Terrazze venne realizzato con al centro una grande piazza, piazza Remo Cantoni, con una serie di negozi, prevedendo un uso sociale al centro del nuovo quartiere. Peccato sia stato concepito ancora con un concetto vetusto, soprattutto pensando che proprio in quegli anni iniziarono a proliferare centri commerciali ovunque che pian piano fagocitarono la vocazione commerciale di vie e piazze cittadine trasportandola all’interno dei loro lunghi corridoi, figuriamoci qui, in un quartiere di periferia. Così qui di negozi se ne videro ben pochi e col tempo sempre meno. Vetrine chiuse e saracinesche abbassate ancora oggi fanno la loro bella presenza in questo grande piazzale abbellito da piante e persino da una fontana. Al centro del quartiere, quasi come ad abbracciare la piazza si trova un edificio a emiciclo ad uso residenziale chiamato residence Arcobaleno.
Il Comitato Le Terrazze si è occupato continuativamente e per lunghi anni, del risanamento da atti vandalici dei locali sfitti del Complesso Edilizio Arcobaleno e della Piazza Remo Cantoni. Ma non basta, perché la galleria commerciale rimasta abbandonata e nessun negozio sulla piazza aiutano a mantenere la sensazione di degrado.
Questo grande complesso residenziale e commerciale faceva parte del famoso impero edilizio di Ligresti, ora passati in mano a Unipol, che pian piano sta cercando di riorganizzare e vedere di salvare il grande patrimonio del grande imprenditore ora indagato. Le residence Arcobaleno sono utilizzate dalla Bocconi come studentato. Come riferito da La Repubblica, L’università si è impegnata a tenere gli studenti là almeno fino a quando non sarà pronto il campus di via Castelbarco, mentre Unipol ha dato la disponibilità a dare in affitto a prezzi calmierati, investendo 2 milioni di euro per la ristrutturare tutto il piano terra (circa 2mila metri quadri) e rimettere in funzione il garage sotterraneo con 126 posti auto. Infatti a breve, con queste prospettive, potrebbe diventare un luogo vivo e frequentato, grazie ad associazioni, spazi di coworking e operatori del terzo settore.
Foto La Repubblica e Google
La soluzione migliore è abbatterlo. È il classico mostro di cemento anni 80.
Che incubo di posto…… da affidare senza indugio a sorella Dinamite
Se vince Parisi torneranno i Ligresti o loro simili.
Ha già detto che la Giunta Pisapia ha bloccato lo sviluppo di Milano che secondo lui parte dal cemento e piani regolatori più liberi e felici.
Proprio proprio come questo felice bel palazzone qui sopra.
Voto anch’io PD (Partito della Dinamite) ;)))
Esatto! Tessera n° 1
Oggi poi la Gelmini vuole mettere gli Autovelox all’uscita della GALLERIA del gran Sasso (per multare i neutrini..)
Non per difendere il personaggio, che non mi piaceva, ma qualcosa di positivo si può cogliere.
Per esempio il quartiere Le Terrazze (modello poi ripreso in parte anche nel quartiere Adriano), rispetto a tanti quartieri, è alla fine risultato essere un buon progetto, sia dal punto di vista estetico sia per la vivibilità: hanno tenuto conto dei giusti rapporti tra altezze, larghezze delle strade, distanze pedonali tra case e servizi, disposto numerosi negozi ai piedi delle abitazioni in porticati che conferiscono un tema collettivo d’insieme, una piazza pedonale con fontana e arredo urbano… Tutto questo è molto importante perché un quartiere “funzioni” e sia vissuto bene. Anche l’idea di non realizzare solo abitazioni ma anche commercio, direzionale e residenza per studenti non è affatto sbagliata se non si vuole il solito “dormitorio”.
Prendete invece i vari quartieri dello stesso periodo o di poco antecedenti, realizzati magari da cooperative o in edilizia convenzionata (come per es. quello subito a nord di questo o il quartiere Cascina Bianca o la restante parte del quartiere Adriano, ecc.): sono sgraziati, disomogenei, senza un’impostazione coerente e proporzionata, con pochi o senza negozi, in definitiva anti-urbani.
Certo d’altra parte il primo era edilizia privata di medio-alto livello e si pagava di piú, però almeno hanno avuto attenzione a realizzare un vero quartiere.
Magari fu seguito meglio dal Comune, imponendo certe cose, ma non si capisce perché non si potesse fare lo stesso nei quartieri di edilizia convenzionata o economica e popolare che alla fine sono risultati essere almeno altrettanto delle bieche speculazioni, nonostante certi principi etico-sociali.