Milano | Lorenteggio – Via Tolstoj, il paradosso milanese: una strada rivalutata ma sempre trascurata

Mlano, Lorenteggio.

Ogni tanto mi capita di segnalare luoghi di Milano che riescono a farmi “imbufalire” per la loro condizione di sciatteria, tanto evidente quanto facilmente risolvibile. Alcuni di questi luoghi sono ormai diventati delle vere e proprie ossessioni per me: penso a via Cusani, via Larga, e più recentemente a via Leone Tolstoj, al Lorenteggio.

Via Tolstoj, oggi tornata sotto i riflettori grazie all’apertura della nuova stazione M4 omonima, è improvvisamente diventata una delle strade più ambite in cui abitare. La metropolitana ha infatti alzato il valore degli immobili e ha acceso l’interesse del mercato per l’intera zona. Eppure vive ancora nella totale o quasi, sciatteria.

La via è piuttosto lunga — circa un chilometro — e si estende da via Pesto fino a via Luigi Soderini. È facilmente suddivisibile in quattro sezioni, ognuna con le sue particolarità e criticità:

  1. Da via Pesto a via Savona: un parcheggio ordinato, con auto parcheggiate ai lati e persino nel parterre centrale — dove è consentito.
  2. Da via Savona a via Lorenteggio: un tratto che potrebbe essere un elegante viale alberato con belle case d’epoca, ma che è invece in gran parte spoglio, vittima di decenni di parcheggio selvaggio che ne ha soffocato il verde.
  3. Da via Lorenteggio all’incrocio con le vie Rondoni e Zuara: un’ampia spianata d’asfalto con parcheggi a pettine su entrambi i lati.
  4. Fino a via Soderini: un tratto breve, con una modesta alberatura centrale (tre alberelli in croce) e una rotonda di cemento che occupa l’incrocio con Rondoni e Zuara.

Tutta la via è accomunata da quella sciatteria urbana che purtroppo caratterizza troppi angoli di Milano: parcheggi selvaggi, verde mancante nonostante lo spazio predisposto, arredo urbano assemblato senza alcun criterio, e una sottile ma onnipresente patina di sporcizia.

In origine — agli inizi del Novecento — via Tolstoj era probabilmente arricchita da aiuole e cespugli fioriti, almeno nel tratto tra via Savona e via Lorenteggio, quando il quartiere del Lorenteggio iniziava a prendere forma oltre piazza Napoli. Lo dimostrano le graziose case costruite negli anni Venti e Trenta del Secolo scorso. Anche perché a bloccare la via vi era la Cascina San Protaso della quale oggi sopravvive solo l’antica chiesetta al centro di via Lorenteggio, cascina che rimase sino alla fine degli anni Cinquanta del Novecento

Dopo la demolizione della cascina, la via si è estesa fino a via Soderini e piazza Tripoli, mutando completamente volto: si è adattata all’era dell’automobile, rinunciando ad aiuole e decoro. Il tratto iniziale, invece, è sempre rimasto periferico e industriale, vicino alla ferrovia e alle fabbriche di San Cristoforo, ed è per questo che probabilmente non ha mai goduto di alcun abbellimento. Una minima riqualificazione è arrivata solo nel 2012 con la costruzione del complesso dei Portici di via Savona e di piazza Berlinguer.

Col tempo, le piante presenti nelle aiuole sono misteriosamente scomparse. Alcune robinie sono cresciute spontaneamente al posto dei vecchi cespugli, progressivamente distrutti dalle auto parcheggiate sopra. Oggi il paesaggio è desolante: alberi che cercano di sopravvivere, aiuole abbandonate e veicoli lasciati a caso ovunque.

Come se non bastasse, all’incrocio con via Savona sono state create due isole spartitraffico: una con un’aiuola malandata, l’altra una distesa di cemento, che consentono ai furbetti della sosta selvaggia di lasciare l’auto parcheggiata al centro della carreggiata. Il simbolo perfetto dell’egoismo urbano: “chi se ne frega degli altri e del decoro, l’importante è parcheggiare sotto casa”.

Avevamo sperato in un cambiamento con la fine dei cantieri della metropolitana blu. Ma come si vede, nulla è cambiato (e già nel 2016 ne avevamo denunciato lo stato di incuria).

Eppure, la soluzione sarebbe semplice: basterebbe che il Comune sistemasse le aiuole, piantasse nuovi alberi e adottasse un parcheggio ordinato, magari a pettine per tutta la via. Il traffico rallenterebbe naturalmente, il verde tornerebbe a decorare l’ambiente e la strada, oltre a rimanere funzionale, sarebbe anche bella. E se ci fossero un po’ di risorse in più, si potrebbe pensare di alberare anche i due tratti oggi completamente spogli.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Googlemap

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3 commenti su “Milano | Lorenteggio – Via Tolstoj, il paradosso milanese: una strada rivalutata ma sempre trascurata”

  1. Con la realizzazione del nuovo ambito di sosta, il problema delle auto parcheggiate sopra i parterre è già rientrato. Le auto parcheggiate, infatti, non scavalcano più il marciapiede ma sono tutte parcheggiate su strada. In occasione delle strisce blu era stata valutata anche la possibilità di fare la sosta a pettine o lisca di pesce su strada, ma le dimensioni non lo consentivano e per questo motivo è stata confermata la sosta in linea.
    Per quanto riguarda il parterre, l’Assessorato al verde sta già lavorando per la progettazione del recupero delle aree. Se non ci sono problemi con i sottoservizi, sarà quindi possibile piantumare tutta l’area parterre riportando decoro e ombra lungo la via.

    Ultima cosa, sulla sosta incivile al centro carreggiata vicino all’incrocio con Savona, Polizia Locale passa frequentemente per fare multe lungo la via e su questo continueremo ad insistere fino a quando il problema non rientrerà

    Fabrizio Delfini

    Municipio 6 – via Legioni Romane 54
    Assessore Sostenibilità Urbana, Mobilità, Verde e Tutela Animali, Urbanistica, Commercio, Turismo, Sicurezza

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    • Apprezzo la risposta da cui traspare conoscenza delle problematiche e volontà di affrontarle. Per rimanere in zona, in tema di parcheggi e a seguito della realizzazione del nuovo ambito di sosta, possiamo aspettarci rinnovata attenzione anche per Piazza Napoli? il parcheggio selvaggio è prassi in tutti gli angoli della piazza e determina ingorghi (corsia per svolta a destra sempre occupata all’angolo con la circonvallazione) e il blocco di auto parcheggiate regolarmente (lato Poste Italiane). Inoltre il tratto a fondo chiuso dei numeri 30 e subalterni è diventato ormai uno sterrato pieno di voragini, dopo decenni di incuria.
      Grazie,
      Michele Lanza

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  2. Negli anni 50 via Soderini era delineata e c’erano alcune case nella prima parte della via verso piazza tripoli, ancora in fieri. Tutt’intorno campagna e mucche al pascolo

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