Milano | Bicocca – Il cimitero di alberi secchi di piazza dell’Ateneo Nuovo

Milano, Bicocca.

L’Università degli Studi di Milano-Bicocca sta procedendo alla realizzazione di una velostazione – un deposito per biciclette – sotto il portico che chiude Piazza dell’Ateneo Nuovo, lungo l’asse parallelo a via dell’Innovazione.

Questo portico, probabilmente pensato originariamente come una struttura leggera, simile a un pergolato coperto di glicini, è stato sin dall’inizio ricoperto da una lamiera ondulata, snaturandone l’intento architettonico. Lo spazio, come spesso accade a Milano, è stato rapidamente lasciato al degrado e all’incuria, diventando luogo di bivacchi, festini improvvisati e, talvolta, perfino di atti incivili come urinare o defecare all’aperto (foto allegate). Uno spettacolo indegno.

Se solo quest’area fosse stata mantenuta in modo decoroso – come forse l’aveva immaginata il compianto Gregotti – si sarebbe potuto conservarne la dignità e la funzione originaria. Invece, si è scelta una soluzione che sembra andare in direzione opposta: trasformarla in deposito per biciclette, chiudendola parzialmente. Un intervento che rischia di compromettere la visione scenografica dell’architetto, fondata sul dialogo tra pieni e vuoti, tra la massa del palazzo e la leggerezza del porticato posto sul lato opposto.

Chiudere il portico con pannelli, pur con buone intenzioni, rischia di compromettere proprio quel gioco architettonico e spaziale. La velostazione potrebbe diventare un elemento dissonante, per giunta facilmente vittima di vandalismi – una nuova superficie da imbrattare per chi già deturpa sistematicamente la città e la zona. Non si poteva, forse, collocarla altrove? Magari lungo via Chiese?

Il degrado di Piazza dell’Ateneo Nuovo

Da anni la piazza e i suoi dintorni si presentano come un cimitero di alberi secchi. Il degrado è costante: ogni estate l’area si trasforma in una lastra incandescente di cemento, mentre le alberature, ormai ridotte a poche unità sofferenti, testimoniano l’assenza di manutenzione.

La piazza era stata concepita come uno spazio di socializzazione per gli studenti e i frequentatori dell’università. Il suo disegno a scacchiera, con alberi piantati a ogni incrocio del disegno a terra, era pensato per creare ombra e vivibilità. Ma la realtà è diversa: molti alberi sono morti, altri malati, e la manutenzione ordinaria è pressoché assente – se si escludono le pulizie sporadiche che evitano, per puro decoro, che diventi una discarica a cielo aperto.

Il progetto di riqualificazione: promesse e ritardi

Nel 2021 l’Ateneo aveva annunciato un ambizioso progetto di depavimentazione e rinverdimento dell’area universitaria, ma a oggi è stato realizzato solo parzialmente, con la riqualificazione di Piazza della Scienza. La riqualificazione di Piazza dell’Ateneo Nuovo, annunciata nello stesso masterplan e affidata allo studio Freyrie Flores Architettura, resta ancora sulla carta.

Il progetto per piazza dell’Ateneo Nuovo prevede la depavimentazione e la creazione di nuove aree verdi mantenendo la geometria del disegno originario con l’obiettivo di:

  • incrementare le superfici vegetali per una migliore fruizione dello spazio pubblico,
  • migliorare il microclima e contrastare l’effetto isola di calore.

L’idea è quella di trasformare la piazza da luogo di passaggio a spazio vissuto all’aperto da studenti, docenti e cittadini, grazie a un ambiente più confortevole dal punto di vista climatico e psicologico. Il verde diventa così il “motore” del progetto, che dovrà però tenere conto delle condizioni strutturali esistenti – tra cui i parcheggi interrati e i sottoservizi – e garantire l’invarianza idraulica tramite sistemi di drenaggio come i pozzi perdenti.

Il progetto dovrà anche salvaguardare e valorizzare le alberature esistenti, senza alterare l’assetto volumetrico della piazza né rimuovere elementi strutturali come parapetti o pali. È invece prevista la fornitura di nuove sedute e l’eventuale installazione di pannelli fotovoltaici sulla copertura del porticato (circa 800 mq, oggi in cattivo stato).

Obiettivi dichiarati del progetto per tutto il campus universitario:

  • +4.600 mq di aree verdi,
  • 200 mq di spazi studio all’aperto ma coperti,
  • 330 mq di aree relax arredate,
  • 260 mq di velostazione sotto la pensilina.

Tuttavia, nonostante l’ambizione del masterplan, i risultati concreti sono ancora pochi. Si attende a breve il completamento dell’edificio U10, dopo oltre dieci anni di attese e ritardi. Questo dovrebbe finalmente sbloccare anche la riqualificazione dell’area adiacente, orientale, dove è previsto un nuovo parchetto. Ma quanto dovremo ancora aspettare?

Una domanda fondamentale

Infine, una riflessione inevitabile: il verde che verrà piantato sarà effettivamente curato e mantenuto? Perché se il destino è lo stesso degli alberi secchi e trascurati che oggi popolano la piazza, allora tanto vale lasciar perdere e fare un bel parcheggio. Triste, ma forse più onesto.

Un esempio è l’enorme piazza delle fontane e Difesa per le Donne, come appariva nel 2023:

In questi giorni, leggermente migliorato il verde:

  • Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi, Ateneo BicoccaLab, Università degli Studi di Milano Bicocca
  • Bicocca, Ateneo, Università, BicoccaLab, U10, Viale dell’Innovazione, Piazza dell’Ateneo Nuovo, Università degli Studi di Milano Bicocca, Degrado
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

20 commenti su “Milano | Bicocca – Il cimitero di alberi secchi di piazza dell’Ateneo Nuovo”

    • Si tratta dei risultati di una certa politica che vuole “integrare” chi non ha nessuna voglia di integrarsi con noi e cone nostre usanze. Le “seconde generazioni” di maranza lo esplicano bene.
      Milano nella fattispecie è una grande banlieu, però democratica.
      Puoi essere derubato in area C, o accoltellato in area B.
      Ci è rimasta la libertà di scegliere.

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    • Sono perfettamente d’accordo….come mai Milano è diventata sinonimo di sporcizia, degrado e abbandono.
      Perchè soprattutto i giovani non sentono il dovere e il piacere di vedere una città pulita, bella e ben tenuta, come
      se fosse la propria casa… Mancanza di educazione civica e di orgoglio civico. Scritte e disegni vandalici su
      ogni superfice e anche dopo una recente riqualificazione e pulizia di edifici e piazze….Bisognerebbe organizzare
      a tutti i livelli campagne ed interventi a favore di un recupero di uno spirito civico e che ognuno faccia la propria
      parte (genitori, amministrazioni, servizi pubblici e tutta la società…!.)

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  1. L’ossessione del Quadrato, declinato su tutte le superfici …si abbia il coraggio di fare un progetto paesaggistico che la neghi, si esca dalla logica di un alberello in una casella…..

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  2. Basta vedere come è ridotta la stazione sotterranea del tram. Pure esiste da qualche parte l’assessorato al decoro urbano, ma forse si occupa solo del quadrilatero

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  3. Io non capisco per he vengano gettati al cesso i soldi dei contribuenti per l’acquisto di alberi, se poi vengono lasciati morire, non e’ danno erariale o cose simili?

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  4. Sono una docente di Bicocca. È un disastro dentro e fuori
    Mi chiedo, come cittadina, dove vadano a finire i soldi dei contribuenti o come vengano investiti.
    Sorvoliamo sulle dinamiche di mobbing? cui alcuni tra noi sono vittime.
    Ci vorrebbe un altro articolo.

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  5. La bicocca è un disastro.

    Con quegli stradoni dove le auto corrono come in F1, gli spazi degradati, le piazze pedonali ipogee non collegate tra loro…

    Urbanisticamente davvero un disastro, un quartiere concepito ancora con al centro le automobili e il risultato non può che essere il degrado.

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    • Guarda che il degrado lo si vede proprio nelle zone pedonali, che in bicocca sono parecchie, molto frequentate soprattutto di sera da ragazzotti maleducati, quindi le automobili la F1 e gli stradoni (?) non c’entrano una mazza.
      Prova con i cambiamenti climatici, chissà…

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  6. Sono residente in via Polvani quindi conosco bene la zona. Occorre più manutenzione quando si fanno opere in un quartiere , evitando le strutture inutili, vedi la scala mobile di p zza dei Daini che non ha mai funzionato e la rampa, pericolosa, è chiusa da anni! L’ascensore che porta al piano sottostante è spesso sporco e maleodorante. E viene utilizzato da mamme con carrozzine, da anziani e da chi soffre di disabilità. Quindi una maggiore attenzione e pulizia non sarebbe male. Inoltre ritengo che un maggior controllo in zona con forze dell’ordine nelle ore notturne, magari eviterebbe di farci fare slalom tra bottiglie bicchieri vetri rotti etc etc. Insomma potrebbe essere una zona bellissima se si facesse qualcosa per salvaguardarla (ved esempio nella parte ex Siemens, il Pavillon e BIM con spettacoli, lezioni gratuite attività ginniche!! Grazie per l’attenzione

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    • Credo che nelle nuova piazza dell’ex Siemens ci sia una vigilanza privata, altrimenti sarebbe già vandalizzata anche quella.
      E spero che anche la piazza della scienza da poco rifatta (dall’università) venga manutenuta come merita, le aiuole con una apprezzabile varietà di piante sono bellissime, faccia un salto se trova il tempo, assessoressa della biodiversità e dello sfalcio ridotto.

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  7. Perchè va di moda dire “velostazione” (specie a Milano dove siamo specialisti in queste cose) e non “ciclostazione” come sarebbe più logico e forse anche più chiaro?

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    • in italiano la parola “ciclo” indica tutti i veicoli con 2 ruote e quindi non solo biciclette ma anche ciclomotori e motocicli. Sempre in italiano, da sempre, “velo” indica invece le sole biciclette da quic ad esempio velodromo.

      Non si tratta di moda ma di uso corretto dell’italiano e non si tratta di moda recente, il velodromo Vigorelli è degli anni 30 del secolo scorso…

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  8. Il pratino verde, bello solo nei render tanto cari agli architetti…..e che, di fatto, è destinato a diventare arido in poche settimane, anche se irrigato, visto le temperature estive. Per le città molto meglio avere bei parchi con verde alberato, di dimensioni abbastanza importati, che si autoregolano non soffrendo troppo dei picchi di calore. Solo così ci potrà essere del vero verde/giardino/alberi in città, tutto il resto, a mio parere, va classificato come “aiuola effimera”.

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  9. Grazie Arsuffi per questo bell’articolo. Sono un docente e mi piange il cuore nel vedere il degrado della Piazza, come quello della Piazza Difesa delle Donne.
    Spero perciò che l’Università porti avanti al più presto il progetto di depaving promesso.
    Non credo sia del tutto sbagliata la decisione di costruire la velostazione usando una parte di quegli spazi. Non mi pare comprometta il progetto originario e potrebbe contribuire a dare vitalità a quella parte della Piazza, contrastando futuro degrado. In realtà, tutto quel porticato dovrebbe trovare un senso che (probabilmente) ci poteva essere con una copertura di glicini e delle panchine all’ombra, mai installate.
    Grazie per porre attenzione alla vicenda.
    So che i vertici dell’Università sono attenti alla sua immagine (per quanto le piazze siano di proprietà del Comune) e articoli come questo possono aiutare a migliorare le cose.

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  10. Scusate, ma di cosa vi stupite? Sembrate tutti discesi sulla terra da un altro pianeta. A Milano, come nel resto di Italia, le situazioni di degrado sono molteplici e ciò in quanto, a mio avviso, gli italiani sono completamente privi di senso civico e di attenzione per la cura del bene comune. Purtroppo mi duole constatare che le giovani generazioni non sono da questo punto di vista culturalmente diverse. Io abito poco distante da Bicocca, verso la Maggiolina. Ogni settimana invio almeno tre segnalazioni ad AMSA riguardo a scarichi abusivi. AMSA risponde sempre e di solito effettua gli interventi in modo sollecito. I servizi esistono e sono efficienti. Siamo noi Italiani che dovremmo sviluppare una cultura della comunità e del bene comune riappropriandoci di quel gusto del bello e dell’estetica che un tempo avevamo; anche questo è un problema di carattere educativo…

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