Milano, Urbanistica.
Da 17 anni Urbanfile racconta i cantieri, le trasformazioni urbane e le architetture della città. Non ci occupiamo di cronaca giudiziaria, ma non possiamo ignorare una vicenda che sta scuotendo profondamente il mondo dell’urbanistica milanese, toccando molti progetti di cui abbiamo scritto e fotografato negli ultimi anni e che continueremo a documentare.
Il nostro obiettivo è informare in modo chiaro, senza polemiche, spiegando lo stato di fatto e aiutando a comprendere i termini che in questi giorni leggiamo su tutti i giornali.

Cosa sta accadendo
L’inchiesta della Procura di Milano ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 21 persone, tra cui nomi di primo piano:
- Giuseppe Sala, Sindaco di Milano
- Giancarlo Tancredi, Assessore all’Urbanistica
- Manfredi Catella, fondatore e CEO di Coima
- Stefano Boeri, architetto noto per il Bosco Verticale
- Professionisti come Marinoni, Scandurra, Pella e altri tecnici legati alla Commissione Paesaggio.
Secondo le ipotesi accusatorie, sarebbe esistito un meccanismo volto a favorire alcuni grandi progetti attraverso scorciatoie procedurali, appalti pilotati e parcelle gonfiate. Tra i progetti citati figurano interventi simbolo come Porta Nuova, il Pirellino/Torre Botanica, il Villaggio Olimpico di Porta Romana, oltre ad altre importanti trasformazioni urbane.
Il 23 luglio è prevista un’udienza chiave per decidere se accogliere le richieste di arresto presentate dalla Procura per sei figure centrali dell’indagine.

Perché se ne parla tanto
Oltre alla rilevanza dei nomi coinvolti, il clamore mediatico è legato anche all’uso di termini forti nei titoli dei giornali: “chiesti gli arresti”, “indagato il sindaco”, “urbanistica sotto accusa”. È importante però chiarire che il linguaggio giuridico ha significati precisi e non sempre coincidono con le percezioni del pubblico.
Capire le parole dell’inchiesta
- Indagato: una persona indagata non è automaticamente colpevole: significa che il suo nome è in un fascicolo per consentire verifiche e garantire il diritto di difesa.
- Richiesta di arresto: non equivale all’arresto. La Procura può chiedere una misura cautelare, ma la decisione spetta al giudice dopo un’udienza di garanzia.
- Imputato: si diventa imputati solo quando si apre un processo, dopo che il PM esercita l’azione penale.
- Condannato: è tale solo chi riceve una sentenza definitiva di colpevolezza.
In sintesi: un’inchiesta è un percorso lungo, e le fasi non vanno confuse. Essere indagati non significa essere condannati.

Le famiglie sospese tra burocrazia e scandali
Nel frattempo volevamo ricordare che l’inchiesta ha bloccato numerosi interventi edilizi, gettando nel caos centinaia di famiglie e imprese. È passato oltre un anno dall’inizio della paralisi urbanistica. In risposta, il Comitato Famiglie Sospese ha organizzato una manifestazione pubblica per chiedere soluzioni immediate.
Il portavoce, Filippo Maria Borsellino, ha dichiarato:
“Non è più accettabile che famiglie e imprese paghino il prezzo di ritardi e disorganizzazione istituzionale”.
Il comitato chiede l’apertura urgente di un tavolo istituzionale con il coinvolgimento di banche, assicurazioni, Comune, Regione, Governo, Tribunale e ordini professionali, per sbloccare i cantieri e tutelare le persone colpite.

Urbanfile: il nostro ruolo
Come da sempre, continuiamo a osservare Milano dai cantieri, dall’architettura e dagli spazi pubblici. L’inchiesta ci riguarda indirettamente perché interessa progetti su cui abbiamo raccontato il lato progettuale, urbano ed estetico.
Non entriamo nel merito giudiziario, ma ribadiamo l’importanza di due principi:
- Trasparenza nelle procedure urbanistiche
- Centralità dell’interesse pubblico nelle trasformazioni della città
Milano è cambiata molto negli ultimi vent’anni. Oggi il rischio è che l’ombra del sospetto comprometta la fiducia dei cittadini nella capacità della città di crescere in modo sostenibile e corretto.
Conclusione
L’inchiesta segna un passaggio delicato: da un lato la necessità di fare chiarezza su eventuali irregolarità, dall’altro la responsabilità di non bloccare la città né cadere in semplificazioni (“tutti colpevoli”). Le trasformazioni urbane non sono solo cantieri: sono spazi che definiscono il futuro della vita collettiva.
Per questo serve equilibrio: rigore nella legalità, ma anche capacità di pianificare senza fermare Milano.

- Referenze immagini: Andrea Cherchi; Roberto Arsuffi
- Urbanistica, Procura, Edilizia, Scandalo, Indagini, indagati, modello Milano, Sindaco, Giunta, Comune di Milano, Assessore
Urbanfile oggi non solo ci mostra la città che vorremmo ma anche la società che vorremmo, la quale è sempre più distante dai social network.
Qui si può imparare l’architettura, l’utilizzo delle parole e l’informazione sana e neutrale.
Grazie ragazzi!
Lasciamo che la magistratura e i giudici facciano il loro lavoro in serenità, se ci saranno colpevoli pagheranno, come è giusto che sia, ma non alziamo subito i forconi alla ricerca del mostro del momento.
Ma certo, se invece dei poveracci che subiscono furti e aggressioni quotidianamente nel proprio quartiere periferico si lamentano degli immigrati, sono subito bollati a vita come “razzisti, squadrist, fascisti”.
Che pena questo articolo…esattamente le stesse cose che si dicevano negli anni di tangentopoli…cosa stava succedendo realmente lo abbiamo capito tutti noi lettori da anni (senza dover essere ammaestrati come scimmiette dal global di turno) quando abbiamo visto, ad esempio, che demolivano senza nessuna logica i magnifici edifici liberty o piazzavano grattacieli di sessanta piani al posto di costruzioni qualunque, proponendoli come “ristrutturazioni”; quello che è venuto fuori dall’ inchiesta – e non si tratta di libere interpretazioni di “squadristi” (ecc. ecc), ma di realtà oggettiva portata alla liuce – finalmente – dalla procura è semplicemente allucinante, esattamente come dice quello là…
Per risponderti mi auto cito: “la società che vorremmo, la quale è sempre più distante dai social network”
e aggiungo: “…e sui Blog”
Ti mando un forte abbraccio, che ne hai bisogno, si vede
Grazie ma anche no, ma gli abbracci -non si sa mai -pride dei global è meglio evitarli… mi sa però che tu hai bisogno di una vacanza, magari in una città svizzera, dove esiste la vera democrazia e si vede, sia da come costruiscono gli edifici nuovi sia da come e rispettano quelli storici…altro che MIlano! Ma hai detto una cosa giusta: la rete è rimasta l’ unico modo a disposizione del popolo per esprimere la realtà delle cose per quella che è; certo, se ascoltiamo gli altri mezzi di informazione tutto va benissimo, a destra a manca e pure al centro. Potresti poi spiegarmi perchè anche tu odiavi lo stile primo novecento che hanno distrutto?
👍
forse sei tu che hai bisogno di abbracci, e di tante cure, visto che auspichi questa come società e città CHE VORRESTI TU…non usare il plurale.
Che magnifici edifici hanno abbattuto scusa?
Ad esempio in zona piazza Trento oppure in via Lamarmora, per non parlare dello stato vergognoso di abbandono della stupenda “palazzina liberty” per antonomasia, al parco Formentano, aspettano forse che crolli da sola, un giorno, così potranno fare una scia di ristrutturazione con una bel grattacielo a forma di immenso fallo, come alla ex fiera.
intervento imbarazzante…
la diretta conseguenza del sensazionalismo è la polarizzazione, che impedisce il giudizio obiettivo dell’elettorato su una amministrazione. Lo dico da critico di Sala come amministratore locale, comunque finisca, questa vicenda non farà bene alla città.
però questo articolo sembra voler prendere le parti di chi sottoposto ad inchiesta… tutta questa attenzione ai termini e al loro significato…. mai fatto prima in altri casi. non credo sia il ruolo di questo blog, se non per parteggiare
Verissimo il tono fra le righe è ma mi mu…distinguiamo vediamo chissà…eppure lo sanno questi signori che usare le scia per fare degli scempi in volumetrie non previste magari non è un reato ma una maglia debole della legge in cui si infilano corruttori e corrotti. Tuttavia chi vi si insinua se lo fa è colpevole. Cari di Urbanfile se non volete prendere posizione non fate nemmeno questi glossarietti pudibondi. E comunque un altro sindaco non garantirebbe onestà. Il sistema è quelloprpopsto dai magistrati. Quindi.
Cara Rossana, un altro sindaco garantirebbe maggiore onestà se venisse sottoposto sin dall’inizio a una qualche critica mediatica. Ci sono opere pubbliche criticate sin da quando sono proposte oppure politici sospettati di qualcosa prima di essere indagati dalla magistratura. Ed è giusto che sia così. In queste condizioni, un amministratore sta più attento a quello che fa, lui o i suoi sottoposti.
Invece l’attuale giunta comunale milanese è stata in un cono d’ombra mediatico per anni. È evidente anche in questa vicenda. Possibile che prima della richiesta di arresto dell’assessore si sia andati avanti per mesi a parlare di accuse a funzionari del comune, senza che un giornalista alzasse il tiro sull’amministrazione comunale, come se l’urbanistica di una grande città fosse in mano a dei burocrati, senza controlli di chi è stato eletto proprio per controllare?
Un altro esempio è questo: vi pare equilibrato questo putiferio mediatico sull’urbanistica rispetto al (quasi) silenzio sul processo per omicidio colposo per un altro assessore.
https://milano.repubblica.it/cronaca/2025/06/14/news/cilista_morta_ciclabile_sforza_granelli_processo_omicidio_colposo_rito_abbreviato-424669086/amp/
Non si dovrebbe parlare un po’ di più anche di questo caso e della sicurezza delle piste ciclabili a Milano? Fate in bici viale Monza. Bisogna aver cura che chi ha appena parcheggiato non apra la portiera e ti faccia cadere, facendoti finire sotto l’auto che sopraggiunge.
Beh, la domanda è posta come titolo legittimo. Un parere personale senza accusare nessuno: abbiamo avuto gli ultimi sindaci occupati dello sviluppo e cambiamento urbano partendo da Albertini (1996 – 2006) con cui vennero progettati l’area Garibaldi e la ex fiera (poi City Life). la Moratti ci ha portato ad Expo 2015 ed i suoi 100 progetti (realizzati solo in parte a causa della crisi… dicono). Pisapia ha fatto portare a termine quanto inizialmente detto dai suoi predecessori (non mi pare con molto oltre) Si sono occupati anche di scuole, piscine, trasporti pubblici con rinnovo vetture e verde. Con Sala crescono a dismisura solo palazzi e grattacieli non certo per coppie giovani, famiglie con redditi bassi o persone bisognose. Nessun servizio pubblico attivo come merita la cittadinanza: solo 4 piscine attive col caldo che abbiamo, sempre più gli alberi tirati giù con ogni scusante, sempre meno verde, costruzioni approvate anche al parco delle cave sul laghetto por fare un esempio, sempre più grattacieli attaccati uno all’altro, almeno 5 nuovi edifici (parte già pronti e parte in costruzione) al parco City Life che doveva essere un polmone verde ma lo stanno riducendo a giardino condominiale, parco dei gasometri che poteva essere una risorsa per la città è l’ennesima cementificazione (che avviene in ogni angolo di Milano), palazzine liberty o di stile abbattute per fare spazio a nuovi cubi senz’estetica ne anima. E’ normale che qualcuno abbia interessi a lasciare spazi liberi ed approvare qualsiasi “cosa” venga fatta. E nulla è gratis
amen
un bell’articolo, bravi: moderazione e verità, nessuno slogan giustizialista a caso
Al di là delle eventuali responsabilità penali personali, tutte da dimostrare, sono atterrito dall’evidente protagonismo politico da parte della Procura milanese. Come ha detto Crosetto oggi (non avrei mai pensato di concordare con lui!), la Procura di fatto sta operando come una parte politica, pretendendo di decidere come si amministra una città.
Tutti uniti… stavolta; il nuovo patto Molotov-Ribbentropp!
Nel grande gioco di Milanopoly, se capiti sulla casella Rigenerazione Urbana, vai in prigione direttamente senza passare dal Via……
Al di là dell indagato o non..questo è e rimarrà il Peggior Sindaco di Milano..io ci vivo ci lavoro..e sono parecchi i danni e i disagi che ha arrecato a cittadini e non..tanto poi andrà in prescrizione come l ultima volta il reato per cui è indagato .Il problema è l incapacità di questa giunta che tra l altro ha preso Milano per il loto bancomat.
Questa però è razzista da denuncia
Non può passare
Io credo che andando a rileggere (e chiunque lo può fare) gli articoli degli ultimo 10 anni su UF e i relativi commenti, qualche dubbio che l’inchiesta giudiziaria non sia basata sul nulla, vengono.
Se poi ci siano profili realmente penali, se siano sostanziali o se siano così fondamentali da bloccare completamente la città per chissà quanti anni….il dubbio viene. Vedremo e si spera non nel 2045.
Detto questo, ci sono millemila motivi che esulano dai regolamenti edilizi per non essere d’accordo su come sia stata amministrata la città ultimamente, ma lo voglio decidere io col mio voto, non è il compito di un PM.
Quindi non mescoliamo i piani.
Analisi perfetta!
Pienamente d’accordo.. resta tuttavia l’amaro dubbio che l’espressione democratica del voto non sia sufficiente a regolare i giochi nella maniera più corretta e onesta e che quando la puzza di marcio inizia a sentirsi forte solo un’azione giudiziaria può fare chiarezza visto e considerato che il popolo italiano (e mi ci metto anche io) non è storicamente avezzo a scendere in piazza per denunciare ipotesi di magna-magna della classe politica e imprenditoriale che “conta”.
Mi sembra che le “famiglie sospese” abbiano fatto un “acquisto incauto”.
Quello che questo articolo non evidenzia è che ci sono due pesi e due misure.
Alcuni grossi gruppi immobiliari possono spingere a reinterpretare norme oggettive il loro favore o a modificare pareri soggettivi in commissione.
E basta con la favola delle povere famiglie, senza casa e indebitate, per giustificare qualsiasi forzatura in nome dei diritti del “povero” promissario acquirente (ammesso che esista già).
Il mio timore è che emerga questo teorema.
Sindaco della capitale economica d’Italia vittima di prepotenti gruppi immobiliari, che hanno assoldato professionisti che in barba alla deontologia non si sono astenuti per favorire i loro clienti. Ma può avete le fette di salame sugli occhi o avete un tappeto di peli sullo stomaco.
Sono perfettamente d’accordo. L’evoluzione della città deve avvenire nel pieno rispetto e trasparenza delle regole, nel controllo serio dei progetti e dei lavori.
Cosa che attualmente non avviene.
Vorrei sottolineare che un altro punto che ad oggi non viene rispettato è quello delle antenne che in pochi anni ci ritroviamo sopra la testa. Non mi addentro nei meandri delle radiazioni nocive alla salute ma dell’impatto ambientale che nessuna commissione ha mai preso in esame. Basta una scia, un non controllo ed il gioco è fatto.
Il cambiamento urbano avvenuto a Milano in questi anni, sebbene difficile e imperfetto, è un processo vitale e necessario. L’alternativa sarebbe l’immobilismo ed il degrado di Milano, che si colloca oggi tra le città europee più dinamiche e innovative, specialmente per il suo recente successo nella rigenerazione urbana.
Negli ultimi due decenni, Milano ha attuato una profonda trasformazione urbanistica, con la riqualificazione di intere aree (Porta Nuova, CityLife, l’area dell’Expo). Questo dinamismo, unito a un’attenzione per la sostenibilità e la tecnologia, la rende un ottimo modello di città “europea” in evoluzione. Tutto questo è avvenuto grazie alla lungimiranza delle amministrazioni comunali che si sono succedute, non solo di Sala.
Ricordiamoci che Milano è il principale polo economico e finanziario d’Italia. Ospita la Borsa Italiana, le sedi di numerose multinazionali e fondi di investimento. Il suo PIL metropolitano è di gran lunga il più elevato del nostro Paese e si posiziona tra i primi a livello europeo.
Grazie a tre aeroporti (Malpensa, Linate, Orio al Serio) e alla sua posizione geografica strategica, Milano è un hub per i trasporti internazionali (aerei, ferroviari ad alta velocità) più integrato e funzionale rispetto a quasi tutte le altre città italiane.
È una capitale della moda e del design a livello mondiale, ospita eventi di risonanza internazionale e attrae un flusso costante di talenti, studenti e professionisti dall’estero, confermando la sua vocazione cosmopolita.
Tutti i grandi cambiamenti sono avvenuti nonostante leggi inadeguate ed una burocrazia asfissiante. Ricordiamoci che la nostra Legge Urbanistica è di ben 83 anni fa, esattamente del 1942. Ed è evidentemente del tutto inadeguata per le esigenze di una grande metropoli come Milano.
Tutto questo è una colpa? Per la Magistratura, che evidentemente privilegia l’immobilismo, sembra di si. Ed infatti, come si usa da molto tempo in Italia, invade il campo di una politica debole, mediocre ed incapace.
Milano è una citta italiana, e come tale non attrae. I paragoni con le mitologiche “città europee”, piene di dinamismo e evoluzione, sono tanto improbabili quanto insulsi. Le “città europee” si sviluppano ossequiando le più rigorose norme urbanistiche, con processi lunghi, partecipati, condivisi, rispettosi dell’ambiente. Milano sa attrarre solo investimenti speculativi, essendo diventata il paradiso fiscale del mattone. Tutte, e dico tutte, le trasformazioni di Milano citate sono state realizzate in deroga ai piani regolatori approvati, facendo sacco di aree demaniali grazie al sistema che oggi sta lentamente emergendo.
Ricordo che da tempo era in atto in Parlamento un tentativo bipartisan di approvare la c.d. “Salva-Milano” Il suo scopo era fornire un’interpretazione autentica di una legge urbanistica del 1942, in modo da sbloccare numerosi cantieri e progetti edilizi bloccati a Milano (oltre 150), spesso per questioni legate all’interpretazione delle norme su volumi e altezze, soprattutto per interventi di demolizione e ricostruzione.
L’idea di un provvedimento “bipartisan” era stata proposta dal leader della Lega Matteo Salvini in un colloquio con il sindaco di Milano Beppe Sala, con l’intento di risolvere l’empasse legata a diverse inchieste giudiziarie sull’urbanistica milanese in corso da anni. Purtroppo, questa proposta è stata successivamente bloccata per “dissapori in maggioranza” e per l’opposizione di altri partiti.
L’iniziativa Parlamentare ha avuto un iter travagliato e, di fatto, è rimasta ferma al Senato, anche a causa del peggioramento del quadro giudiziario a Milano in mer4ito all’inchiesta urbanistica.
Sono convinto che il “caso Milano”, al di la delle strumentalizzazioni politiche, è un caso amministrativo/politico più che giudiziario. Ed è stato causato dall’inerzia politica del Parlamento.
Resta il fatto che per me il problema è politico- amministrativo. Di giudiziario ha ben poco. Credo che dopo i gravi danni politici che farà, dopo un lungo iter giudiziario, tutto si sgonfierà come una bolla di sapone.
Dipende…se le ipotesi della procura risultassero vere, è un caso giudiziario che va ben oltre persino tangentopoli, perchè in quegli anni si spartivano gli appalti sulle forniture comunali, ad esempio, qui si sono mangiati – fosse verificato naturalmente – il territorio della città di Milano.
Milano ha smesso di essere un città per abitarci e lavorarci. Si è trasformata in aree, superfici che devono generare valore per qualcuno che questa città NON la abita.
Non avete esitato a giudicare con disprezzo sopralzi , salvo poi giustificare una porcheria come un palazzo costruito dentro ad un cortile..per poi arrivare a questa chicca. Senza troppi giri di parole e sofismi, siete ridicoli e palesemente di parte.
Però urbanfile, da piattaforma per lo scambio di idee, da confronto sui progetti, rischa di diventare la fanfara di questa giunta, che parliamoci chiaro, nata con le migliori promesse, sul “futuro verde”, sta mostrando il suo lato peggiore, forse quello vero. Questa giunta e questo sindaco, riqualificano una logica sudamericana anni 60 : “dove c’è un buco costruisco un palazzone e se il buco non c’è butto giù quacosa chissene di cosa”. Alla faccia della sostenibilità. Basta vedere i progetti dello scalo Farini, tutta l’area liberata da Rfi è edificata, o di Bovisa dove sopravvive solo il bosco della goccia solo perchè c’è un comitato, che fa rumore, altrimenti chissà.. PEr il resto tutte le aree libere sono edificate. Una legge urbanistica nazionale ed una regionale, interpretata così solo da un Comune, Milano, chissà perchè. I risultati si vedono, la città intera è in regime di espulsione dei poveri (e non solo) che non ce la fanno, esattamente come nelle grandi città del sudamerica. Milano in questi anni ha sviluppato grandi progetti, perchè la finanza ha capito che li era possibile fare quello che altrove era proibito, ripeto guadatevi il progetto di Bovisa, una città fantastica green e solidale, se puoi vivere li e permetterti un bilocale da? 400.000 €? (con il box per la macchina, fuori gli indigeni sono in divieto di sosta..) ma chissene siamo sostenibili, soprattutto vivendo a Varedo con 2 casa a Zoagli. Ma un po’ di verde, qualcosa che venga incontro alle richieste della gente che in questa città ci vive ? “E’ un problema di percezione”. La realtà è che queste cose si chiamano urbanistica, cosa astratta di cui gli architetti dovrebbe avere rudimenti, e così urbanfile , invece ci troviamo a criticare “il gioco del vuoto e dei pieni” “le scritte sui muri” “i pali” “l’arredo urbano” e mille altre cose, che sono frutto anche di scelte ubanistiche sbagliate. Ma ad alcuni dell’urbanistica non frega niente, (un ostacolo per un laureato in economia). E urbanfile ? niente urban è da intendersi come urbano. Bene allora continiuamo a parlare delle scritte sui muri e degli alberi secchi e facciamo fotoreport su progetti che finchè non vengono completati non si possono conoscere, (manco in URSS).
Molti aspetti del tuo commento sono senz’ altro esatti e mi riferisco alla critica verso come è stata gestita la situazione urbanistica a Milano da parte dell’ amministrazione, però un distinguo va fatto, ovvero, trovo esagerate le critiche ad Urbanfile e il motivo è che questo sito web, anzi, è stato l’ unico mezzo d’ informazione a disposizione di noi cittadini per sapere cosa stava accadendo in città, durante questo periodo. Mi è sempre sembrato che Urbanfile abbia messo in risalto sia gli aspetti diciamo “minori” come li presenti tu, ma che minori tanto non sono, della questione, sia le strategie generali del comune e non certo per farne sempre elogio.
Personalmente ho criticato l’ articolo qui presente, ma se non ci fosse Urbanfile, bisognerebbe inventarlo subito.
Con questo articolo ed altri sullo stesso argomento avete perso quel poco di credibilità che pretendevate di avere.
Avete reagito con livore per sopralzi e brutture urbane, per poi arrivare a giustificare una schifezza in un cortile e spremervi le meningi per elargire lezioni di semantica al popolino…mi spiace, ma la maschera è caduta e il re è nudo. Suggerisco di occuparvi di qualcosa per le quali avete delle competenze e lasciar perdere il resto.
Scalo Farini o Romana, ultima grande occasione perduta per dare a Milano un vero grande parco che tutte le grandi metropoli hanno ma Milano no. Questo, per me, é il vero grande disastro che Milano si porterà nella storia. Però assolvo Porta Nuova, esempio di grande architettura e pianificazione urbana.
Grande esempio di rimozione del tessuto storico preesistente (vedi Stecca degli artigiani), espulsione dei residenti, molti dei quali in case popolari, causa di degrado ambientale (impermeabilizzazione suolo profondo con conseguente sifonamento falda in molti basamenti, creazione isola di calore) e fonte di ingiusti profitti per i gruppi immobiliari. Il controvalore per i cittadini? un fazzoletto PRIVATO di arbusti e cemento chiamato biblioteca degli alberi. Costo della bonifica del sottostante scalo merci Porta Garibaldi interamente sostenuto dalle casse pubbliche.
Pianificazione urbana? vada a camminare un po’ in piazzale Baiamonti, si sentirà a Calcutta
In troppi casi si sono visti a Milano interventi in stile “sacco di Palermo”, piazza Trento è forse quello più evidente.
Palazzine di inizio novecento demolite per fare spazio a edifici più o meno gradevoli, costruiti in contesti in cui c’entrano davvero pochissimo.
Camminare, girovagare per tante città europee, permette di apprezzarne la loro storia e la loro architettura.
Anche Milano ha una sua storia e una sua identità architettonica, che sta scomparendo. Dopo aver saccheggiato il Sud, si vuole ripetere l’impresa anche a Nord?
Troppe persone lucrano sulla bolla del mattone.
La patetica caccia al PM di berlusconiana memoria non aiuta. A meno che non si sia orfani della corruttela di fine anni 80.
Se non c’è rilevanza penale nei loro atti, le persone indagate saranno assolte.
C’è però un tema di fondo, politico:
– la città è più sporca, i parchi pubblici sono oggettivamente degradati, vere ciclabili (continue per chilometri) non se ne vedono;
– Milano e la pianura Padana hanno l’aria peggiore d’Europa;
– il principale sforzo della giunta è però continuare a costruire, cementificare, aumentare cubature.
– Non sembra si tratti di edilizia per la “classe media”, ma in gran parte speculativa, senza attenzione per il contesto.
È una strategia di breve periodo, predatoria, simile a ciò che purtoppo fanno alcune multinazionali in Africa. Si devasta tutto, poche persone si arricchiscono, trasferiscono i capitali altrove e scompaiono. Spesso i funzionari di queste sfortunate nazioni africane si vendono per poco.
Forse sul “non fermare Milano” una riflessione andrebbe fatta. Fare, fare, perchè? Come?
Che città vogliamo? Una città elitista per pochi?
Non c’è bisogno di “riflettere” e buttare via due anni nel water.
Nel mondo civile si fanno le elezioni e decidono i cittadini come vogliono andare avanti.
Due anni di “dibattiti” con un Sindaco ostaggio delle 50 sfumature di PD e Sinistra che ci sono in giro, sarebbe una tragedia.
Milano non è solo una città: è un laboratorio del capitale. Le trasformazioni urbanistiche degli ultimi decenni mostrano come lo spazio urbano sia diventato merce, terreno di speculazione e accumulazione. Le parole della procuratrice Siciliano, secondo cui “la questione è molto più grossa di quella che stiamo esaminando in questi giorni”, rivelano una verità più ampia: non singole indagini, ma un intero sistema che ha assunto il volto della metropoli lombarda.
Le grandi operazioni immobiliari, dalle torri di Porta Nuova alle “riqualificazioni” delle periferie, sono presentate come progresso, ma rappresentano la continuità di un processo di espropriazione. Il suolo urbano, un tempo bene comune, è divenuto strumento di rendita e profitto. Ogni piano regolatore è piegato agli interessi della borghesia cittadina, che ha fatto di Milano un cantiere permanente per il capitale.
Il risultato è chiaro: espulsione dei ceti popolari dalle aree centrali, gentrificazione mascherata da modernità, canoni di locazione insostenibili, periferie ridotte a dormitori. La verticalità dei grattacieli non esprime progresso sociale, ma l’innalzarsi delle barriere di classe.
Marx descriveva la città come luogo dello sfruttamento concentrato; oggi Milano ne è l’emblema post-industriale. Finché la logica mercantile governerà lo spazio urbano, la città non apparterrà ai suoi abitanti, ma resterà dispositivo di profitto. Solo la lotta collettiva potrà restituirla a chi la vive e lavora.