Milano, Centro Storico.
Il Consiglio di Stato ha deciso che la tutela dei palazzi che circondano la Galleria Vittorio Emanuele II di Milano riguarderà soltanto l’aspetto esterno e la struttura architettonica, lasciando invece libertà di intervento sugli interni.
La decisione ridimensiona il vincolo imposto nel 2022 dalla Sovrintendenza e dal Ministero della Cultura, che avevano esteso la protezione totale non solo alla Galleria — di proprietà del Comune — ma anche agli edifici privati che ne costituiscono il contorno, da via Mengoni a via San Raffaele, tra piazza del Duomo e piazza della Scala.

Il caso è nato da tre ricorsi presentati da società immobiliari (Prelios, Duomo 25 e Cbre Investment), proprietarie di palazzi nell’area immediatamente adiacente alla Galleria. Le aziende contestavano l’estensione del vincolo, sostenendo che i loro edifici non facessero parte della Galleria vera e propria. I giudici, tuttavia, hanno chiarito che il provvedimento non si basa sul solo pregio della Galleria, ma sul valore complessivo del contesto urbano e architettonico in cui essa si inserisce.
Il Ministero, a difesa della propria scelta, ha ricordato come l’intera zona rappresenti un simbolo della Milano post-unitaria, definita “il salotto di Milano”, un luogo di grande significato artistico e sociale per la storia della città e del neonato Regno d’Italia dell’Ottocento. Pur riconoscendo questo valore unitario, i giudici hanno sottolineato che gli interni degli edifici sono stati più volte modificati nel corso del tempo e non conservano le caratteristiche originarie che giustificherebbero la tutela.
In conclusione, il Consiglio di Stato riconosce il valore storico e stilistico dell’intero complesso urbano tra il Duomo e piazza della Scala, ma limita il vincolo al “contesto esterno”, escludendo le parti interne degli edifici, che potranno quindi essere ristrutturate o adattate a nuovi usi.




- Referenze fotografiche: Comune di Milano, Googlemap
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E te pareva!
Grazie a Urbanfile, che informa regolarmente noi cittadini di quanto viene deciso dalle istituzioni preposte, riguardo alla tutela della storia e cultura di Milano…ma sempre contro di essa e mai a suo favore… forse perchè i soldi comandano?
Entrando nel merito, neanche è vero poi che viene considerato da tutelare il cosidetto “esterno”; basti considerare l’ Ottagono della Galleria, non c’è nessuna tutela…chi ha piazzato i soldi che il comune richiedeva ha tolto di mezzo lo storico Ricordi e chiuso, tappato le finestre con orrendi rivestimenti adesivi-plasticoni bianchi, che danno semplicemente l’ idea di eterni “lavori in corso” e non di un edificio storico tutelato…almeno potevano degnarsi di porre una finzione di tende o quant’ altro, ma figuriamoci, i loro soldi contano, il resto è noia, vero? Andiamo avanti così,finiremo come Londra e poi come gli inglesi tutti, prima una ex città europea, poi un ex popolo.
Questo si che è un luogo splendido da vincolare al massimo e con ogni mezzo che è già fin troppo soffocato tutto intorno da schifose e maledette ricostruzioni post belliche socialiste e brutaliste (invece di recuperare i capolavori architettonici di un era spazzata via dalle bombe) esempio tipico: Corso Emanuele II
A differenza del vincolo senza senso su quel vecchio e obsoleto Meazza.
Grazie a Dio in quel caso ha prevalso la ragione e la voglia di Milano di atteggiarsi da capitale anche con uno stadio degno.