E’ il 1994 quando Lorenzo Forges Davanzati assieme a Giovanni Simonis realizza il parcheggio sotterraneo di via Rossetti, una via che da via Giorgio Pallavicino finisce in viale Cassiodoro. La caratteristica di questo intervento consiste nell’aver creato un parcheggio che riqualificava un tratto della via e un pezzetto di giardino pubblico. Erano i primi parcheggi ipogei realizzati per risolvere il caos della sosta selvaggia che assilla ancora Milano.
Lorenzo Forges Davanzati con l’Arch. Giovanni Simonis progetta una serie di parcheggi interrati con l’intento di ridefinire anche il contesto urbano su cui si interviene: è il caso del progetto per Piazza Giulio Cesare che si è concretizzato con la definizione di una nuova piazza prospiciente l’ingresso dell’allora fiera di Milano, oggi CityLife, così come la vicina piazza Arduino e per l’appunto anche la non lontana via Rossetti.
Il parcheggio di via Rossetti, dopo 22 anni, se non fosse per le “pensiline” un po’ datate e terribilmente degradate, si è mantenuto abbastanza bene.
La cosa più evidente di questo intervento è il cavedio che porta nel sotterraneo dei box, caratterizzato da una struttura metallica molto particolare: una sorta di nido metallico rovesciato formato da lamine di metallo.
Non abbiamo mai capito perché nella parte inferiore, sotto questo nido, non sia stato realizzato un prato con delle piante; la vista su quella specie di cortile di cemento, senza un uso specifico non ci è mai parsa una buona soluzione. La scultura con l’intreccio metallico sospeso sul nulla, anzi su un cortile dove a volte si trovano dei cassonetti della pattumiera ci pare proprio uno spreco.
Purtroppo le pensiline realizzate alle fermate dei bus probabilmente non sono mai state accoglienti e lo si percepisce.
Il problema delle pensiline è che non hanno manutenzione: dal giorno che la coop le ha costruite e consegnate al comune, non hanno mai avuto uno stracco di attenzione. La cosa più intelligente sarebbe eliminarle e metterci quelle “di serie” dell’Atm.
Ma chi si prende la gatta da pelare?
Ho l’impressione che dove siano stati fatti parcheggi sotteranei, in superficie ci sia molto più ordine.
Putruppo il piano parcheggi di Albertini era esagerato e nessuno è riuscito a gestirlo… purtroppo troppi residenti non vogliono cantieri e preferiscono il caos… putroppo le aziende che vincono gli appalti non sono affidabili.
Resto però dell’idea che i parcheggi sotterranei, con mezzi pubblici più frequenti, siano l’unica modalità per riordinare Milano.
In alcuni casi si potrebbe fare parcheggi a più piani in superficie, più veloce e in alcuni casi rempirebbe spazi utilizzati male. Ovviamente quelli sotterranei sono meglio, però dove non si può o in situazione particolari io sono per il P in superficie
Concordo che anche parcheggi multipiano sono una buona cosa. Però forse rende di più fare apparamenti e uffici, quindi nessuno ci pensa. Poi finchè la sosta selvaggia è consentita, chi investe in parcheggi?
Esattamente.
Quando si fanno parcheggi sotterranei come questo o come qualunque bisogna inderogabilmente RIPROGETTARE l’area superficiale circostante costruendo e disegnando impedimenti fisici che non permettano la sosta irregolare.
Sennò ogni progetto fallisce in partenza.
E Milano si trova poi mille parcheggi semi vuoti.
Inutili. Così come è mancata la riprogettzione dell’era di superficie soprastante il parcheggio interrato.
Così non funzionerà mai.
Famoso parcheggio sotterraneo “tagliatella di ferro “con gabbiotto vespasiano per fare bisogni sia in piedi che seduti.
Opera postuma di Piero Manzoni?
Io non sono così d’accordo che fare parcheggi sotterranei sia la soluzione a ogni male. Ne ero convinto anni fa, ora, a mio parere, l’unica soluzione valida è ridurre alla fonte il numero di auto in circolazione. Fare campagne serie sulla stupidità di possedere una, due, tre auto per famiglia, usate per il 5% del loro tempo. Car sharing e mezzi pubblici stanno rendendo inutile il possesso di questo costosissimo bene. Abbiamo ancora troppe auto pro capite rispetto alle più evolute città europee
Sono d’accordo.
Ragionamento giusto.