Come dicevamo in un articolo precedente, oltre alla piazza pedonale, domenica 21 maggio, si è potuto visitare anche il bel Palazzo Castani grazie all’occasione della manifestazione dei Cortili Aperti, la quale ha reso possibile la visita al pubblico per la prima volta del cortile, solitamente poco accessibile perché sede della Polizia di Stato.
Il palazzo si trova in Piazza San Sepolcro 9, l’aspetto esteriore è quello di una nobile dimora Settecentesca con un prezioso portale rinascimentale. Effettivamente la struttura risale al XV secolo e si sviluppa per tre piani intorno ad un cortile interno, che però ha perso uno dei lati durante uno dei rifacimenti a cui è stato sottoposto nella prima metà del XX sec. Oggi è diviso in due ed è sede, sia del Corpo di Polizia Statale sia dei Carabinieri.
La storia del palazzo risulta piuttosto scura in quanto non si conoscono né l’architetto, né la data di costruzione e neppure i suoi committenti. Infatti i Castani sono considerati gli antichi proprietari del palazzo in base all’esistenza dello stemma di tale famiglia (Una banda doppia merlata su fondo marrone) nell’angolo sud est del cortile, dove era visibile fino agli anni Trenta. La denominazione non è suffragata da prove documentarie ed inoltre nei capitelli pensili del porticato si vedono stemmi di altre famiglie milanesi, identificati con i Dal Verme, i Fontana e i Secco Suardi, che lasciano dei dubbi sulle originaria proprietà del palazzo.
È possibile datare il palazzo tra il XV e il XVI secolo grazie al portale e al cortiletto rinascimentali. Il portale è inserito in una facciata settecentesca a tre piani: al piano terra le finestre sono a semplici contorni, mentre al primo piano mostrano profili modellati con cimasa e timpano spezzato, conchiglie e cartigli; infine quelle dell’ultimo piano sono abbellite da balconcini in ferro battuto. La fronte e termina con un cornicione di gronda riccamente lavorato e sostenuto da mensoloni.
Un androne coperto con piccole volte a vela introduce nel cortile rinascimentale, recinto su tre lati da un portico. Al piano superiore si apre un loggiato a colonnine, con archetti in numero doppio rispetto alle arcate sottostanti, decorati con ghiere in cotto. Proprio in una di queste arcatelle, un tempo murate, si vedeva fino agli anni Trenta un affresco molto rovinato, con una figura di donna dalla veste rossa, racchiuso in una preziosa cornice in laterizio e attribuito al Bramantino. Tale attribuzione comunque non è considerata nelle monografie sul pittore.
Tra il 1929 e il 1931 l’edificio, divenuto da tempo sede dell’Associazione degli Esercenti di Milano, subì una radicale trasformazione: anzitutto la demolizione della parte posteriore per l’erezione del palazzo del Fascio, della Torre Littoria sul fianco sinistro della facciata e la riapertura delle logge al primo piano, con sostituzione di alcune colonne e capitelli. Probabilmente in quell’occasione l’affresco, già molto rovinato alla fine dell’Ottocento, andò distrutto. Attualmente rimane la cornice in cotto collocata in un muro al piano terreno senza tracce di pittura.
Il progetto per la sua trasformazione modernista fu di Piero Portaluppi che prevedeva una nuova facciata monumentale sul lato meridionale del palazzo che affacciasse su una nuova arteria mai realizzata (per fortuna) e che oggi, in versione ridotta, è via Forze Ardeatine.
Il portale è l’unico elemento rinascimentale inserito nella facciata settecentesca del palazzo. Presenta un arco a tutto sesto affiancato da lesene riccamente decorate. Sull’archivolto si legge la scritta latina: ELEGANTIAE PUBLICAE COMMODITATI PRIVATAE e sull’architrave il lettere greche maiuscole “buona ventura“. Nei pennacchi sono inseriti due medaglioni raffiguranti teste di imperatori romani. Il medaglione in pietra o in marmo, raffigurante profili imperiali o episodi mitologici fu infatti la forma decorativa più diffusa e non solo negli edifici profani ma anche in quelli sacri del rinascimento milanese.
Il palazzo divenne celebre per esser stato la sede della Federazione Fasci Milanesi: dal nome della piazza peraltro derivò il nome di Sansepolcrismo, nome che indica il periodo storico delle origini del fascismo in Italia, ispirato ai principi enunciati da Benito Mussolini il 23 marzo 1919 all’atto di fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento durante l’adunata di piazza San Sepolcro a Milano e poi pubblicati l’indomani su Il Popolo d’Italia.
La sera del 21 marzo 1919, nei locali dell’Associazione Commercianti ed Esercenti, che aveva sede nel palazzo Castani, fu ufficialmente fondato il Fascio di Combattimento di Milano, il cosiddetto “Fascio primigenio”. Al termine della prima riunione fu formata la Giunta del Fascio di Combattimento milanese composta da: Benito Mussolini, Ferruccio Vecchi, Enzo Ferrari, Michele Bianchi, Mario Giampaoli, Ferruccio Ferradini, e Carlo Meraviglia.
Dopo la guerra divenne sede della Polizia di Stato. Qui un altro nostro articolo sul Palazzo Castani e piazza San Sepolcro.
Ma la storia non finisce qui, più che storia una curiosità. Al fianco destro del portale Quattrocentesco, sotto la prima finestra, si trova una finestrella ovale (alquanto strana), sicuramente di origine Quattro-Cinquecentesca, che presenta una doppia infuriata realizzata con un sistema ad incastro molto particolare, i ferri delle inferiate hanno tre anelli per far passare le barre che a loro volta hanno altri tre anelli che fanno passare le altre barre a loro volta che agiscono nello stesso modo, sistema diffuso all’epoca ma che incuriosisce non poco. Il mistero rimane sul perché di questa doppia infuriata.
E’ stata anche teatro della nascita dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra – ANMIG, avvenuta il 29 aprile 1917, di cui ricorre il centenario quest’anno !
http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/05/29/news/milano_traffico_mobilita_metropolitane_bike_sharing_area_c_zona_30_pums-166695517/
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