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S. Euplio interrogato da Calvisano, Bernardino Nocchi. Bozzetto per il San Nicola l’Arena, esposto al Museo Civico. (C) SIMUV – Museo Civico al Castello Ursino |
Ci piacerebbe approfondire ogni singola storia legata a questo santo, patrono insieme ad Agata della città di Catania, ma vista la mole di informazioni che ne scaturirebbe, forse davvero eccessiva, ci riserviamo per la stesura di prossimi articoli ciò che non tratteremo in questa sessione.
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Il Monte dei Pegni di Sant’Agata, su via S. Euplio, già Strada delle Fosse. Nel realizzarne le fondamenta venne alla luce un piccolo sepolcreto. |
Il presunto carcere di Euplio non si discostava dalle altre, trattandosi quasi certamente di un sepolcro, tuttavia l’adattamento a chiesa ipogea e la costante frequentazione in antico ci proibisce di trovare tracce delle fasi più antiche e di confermare tale suggestione. Qui sorse un tempio paleocristiano méta di pellegrinaggi, ampliato nel XIII secolo da una seconda chiesa, testimoniata indirettamente da un documento del Conte di Leontini. Questa nel 1548 venne ricostruita in gusto rinascimentale, dedicata a Sant’Antonio Abate (il legame tra Antonio ed Euplio, approfondiremo in seguito, non si limita a questo caso) e cinquanta anni più tardi ceduta ai frati Cappuccini, per poi passare nel 1606 ai Francescani.
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Accesso alla cripta del Santo Euplio. Il sito fu meta di importanti pellegrinaggi anche da altre parti d’Italia. |
Il tempio non ebbe molta fortuna: sebbene non pare che abbia subito danni gravi dal sisma del 1693, giorno 8 luglio 1943 venne colpito in pieno da una bomba degli Alleati. Si dice che gli alleati colpissero volontariamente le chiese, per impedire che la cittadinanza – militare, ma anche civile – si potesse lì riunire in attesa del cessato allarme. Quale che fosse la situazione, la povera chiesa non ebbe a superarne l’attacco e di essa rimasero solo le macerie. Dal 29 gennaio del 1978 i resti della chiesa, ornati da dodici formelle rappresentanti gli Apostoli originariamente destinate al Cimitero Monumentale cittadino, divennero sacrario dei martiri cristiani e delle vittime civili di tutte le guerre.
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Lato settentrionale dei ruderi. A sinistra la lapide che ricorda l’uso a sacrario del tempio, al centro un moderno bassorilievo raffigurante Euplio e un Angelo, in basso l’accesso alla cripta. |
Ci racconta il Rasà Napoli (Guida alle chiese di Catania) che l’interno movimentato da semicolonne corinzie era riccamente decorato da affreschi rappresentanti i Santi Euplio e Antonio sull’altare maggiore e sulle due cappelle laterali. La facciata sulla strada delle Fosse era in pietra calcarea e decorata solo dagli elementi simbolici di Euplio: una mitra, un vangelo aperto e un campanello.
La piccola cripta romana, costituita da un unico ambiente bipartito, stretto e senza luci il cui unico accesso è costituito da una scaletta, venne decorato da affreschi: un tempo secondo il D’Arcangelo vi si vedeva l’immagine di Euplio e dell’allora vescovo Serapione. Conserva, questa cripta, l’originale altare paleocristiano costituito da un capitello romano su cui poggia la mensola del messale.
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Resti della chiesa superiore di Sant’Euplio. L’aspetto neoclassico le fu dato dopo il sisma del 1848. |
Il piccolo ambiente e i ruderi della chiesa superiore (costituiti dalle pareti settentrionale e orientale) annualmente venivano aperti in occasione dei festeggiamenti in onore al Santo, il 12 di agosto, per celebrarvi la Messa e permettere il mantenimento della tradizionale ed antica processione in memoria del Santo, interrotta solo nel 1169 e nel 1693 a seguito dei rispettivi disastrosi terremoti.
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Presbiterio della chiesa. La parete è stata decorata dai 12 Apostoli. In basso sono in ferro battuto la tavola del messale e le sedie per la Messa. |
Tuttavia la memoria è breve e gli anni odierni sono difficili per la religiosità comunitaria. Così il Santo, che è patrono della città, finisce dimenticato dalla sua stessa comunità, quella che egli contribuì ad evangelizzare secoli addietro, in nome di una dilagante dimenticanza della memoria civica e religiosa.