Piazza San Cristoforo incarna un po’ i paradossi di Catania.
Da un lato storia e architettura (popolana e non), dall’altro lato il degrado e l’abbandono; da un lato cittadini volenterosi che cercano di rendere piacevole il luogo in cui vivere, dall’altro incivili che rendono vano lo sforzo.
Come l’abbiamo lasciata a novembre. |
Tempo fa raccontavamo della speranza di riscatto di questa piazza (L’occasione di piazza San Cristoforo), affinché diventasse simbolo – forte – di una rinascita non tanto di un quartiere, ma dell’intera città: se ci può riuscire piazza San Cristoforo, credevamo, può farcela anche il resto di Catania.
In questi mesi abbiamo monitorato con attenzione e cura l’evolversi della piazza dopo la recente allicchittata compiuta dal noto programma televisivo e, tutto sommato, ancora sembrava che il verde, grazie anche all’aiuto del vicino carrozziere, durasse e potesse durare. Qualcuno prima di noi iniziava a notare le avvisaglie del capitombolo (Salvo Catalano, Piazza San Cristoforo, un mese dopo La7 Alla manutenzione ci pensa l’elettrauto, 22 dicembre 2012), osservando la perdita di interesse da parte delle istituzioni (e qui noi ci chiediamo dove sia quell’assessore che vantava di aver organizzato la pulizia della piazza, o quell’altro che in campagna elettorale – estorcendo anche voti a malati terminali – vantava la riqualificazione di uno spiazzo condominiale in occasione di un noto programma televisivo della RAI…). Dopo un altro mese ecco quanto abbiamo riscontrato.
Una prima nota positiva che riscontriamo è la presenza di un operatore ecologico urbano che, sebbene sia ostacolato dalle macchine in sosta, è intento a svolgere il suo lavoro. La piazza, tutto sommato, appare in evidente e costante pulizia. Intendiamoci: non mancano cartacce, cicche, pacchetti di sigarette, bicchieri di plastica e altro lasciato da anonimi incivili, sebbene potrebbero essere stati portati dal vento (ovviamente dovremmo crederlo per fede…), come non mancano escrementi canini in ogni dove (non sempre, possiamo ben immaginare anche dalle testimonianze di residenti, di randagi). Ma la piazza viene periodicamente pulita, se la quantità di rifiuti appare marginale.
Novembre 2012. |
Gennaio 2013. |
Una seconda nota positiva che riscontriamo è il ripristino del secondo – seppur insufficiente – cestino, di cui rimaneva il solo paletto presso le (divertenti) panchine.
Ma non è solo l’oro a luccicare.
La palma a nord-est appare rovinata e sciupata: probabilmente vittima di impatto con pedone(?). |
Piante sciupate e secche, aumento della vegetazione spontanea. |
In mezzo alle graminacee (secche) una pianta divelta. |
La vegetazione è il primo punto dolente: quella spontanea prende il sopravvento, le altre piante appaiono secche (molte le piantine morte, altre sono in condizioni davvero pietose).
In particolare segnaliamo alcune piante uccise forse dalla mancanza di acqua o dalla presenza di feci e orine animali. Una pianta tra le graminacee attira la nostra attenzione: appare in un invaso di terra e non siamo in grado di stabilire se si tratti di una delle piante novembrine divelta e buttata a caso lì o se si tratti di una pianta appartenente a chissà chi, buttata in mezzo alle piantine secche, perché l’aiuola è più una “pattumiera in verde” che un luogo di bellezza e di pulizia. Nel secondo caso non escluderemmo comunque l’origine dal sito stesso della pianta morta, poi ri-deposta insieme alle sue consimili.
La fontanella, ci pare anche superfluo dirlo, grida silenziosamente la sua siccità.
Le macchine iniziano a riprendere ciò che era (Dio solo sa in quale fantasia perversa) di loro possesso: due automobili e un furgone – che non fatichiamo a immaginarcelo parcheggiato lì per i prossimi anni a venire in pianta stabile – sfidano l’altezza del marciapiede pur di sottrarre spazio al vivere civile della dimensione umana. E i millantati dissuasori lungo il bordo della piazza? Campagna elettorale preventiva?
Una piccola e graziosa succulenta, palesemente non pertinente con il disegno di novembre, svetta tra pietre vulcaniche posizionate con evidente intenzione decorativa. |
Il piccolo abete natalizio. |
Intanto, a piazza San Cristoforo, anonimi collocavano nuove piante.
Tra queste un piccolo alberello di abete, senza difficoltà intuiamo per evidente decorazione natalizia (un piccolo tannenbaum, in pratica), cerca il suo spazio tra le portulacaria afra.
Intanto, a piazza San Cristoforo, fiorivano le agavi e le altre piante.
Nell’evidente indifferenza di noi stupidi e distratti cittadini, incivili e distruttori, caotici e vigliacchi, fiorivano le piante.
La natura compie il suo corso, almeno lei, donando molto nonostante quel poco di cura che riceve in cambio, facendo il suo lavoro. In silenzio, mentre noi siamo distratti da altro.