La grande piazza del Duomo di Milano è il centro vitale della metropoli, punto geografico, economico e politico, nonché religioso della città, punto d’incontro dei milanesi per celebrare i più importanti eventi. La piazza ha una superficie di circa 17.000 metri quadrati ed è di forma rettangolare, con gli edifici disposti in funzione del Duomo, che chiude la prospettiva di fondo. Nel 1863 venne indetto un concorso per la sua risistemazione, che fu vinto dall’architetto bolognese Giuseppe Mengoni, il cui progetto, dopo alcune modifiche e numerose controversie, fu approvato nel 1864. Il progetto prevedeva il risanamento dell’area, allora formata da una fitta rete di vicoli stretti e malsani, e l’edificazione di una galleria coperta da intitolare al re, che avrebbe collegato il duomo alla Scala (per la quale Mengoni sarebbe diventato celebre, sviluppando in Italia la tipologia del passage). L’elemento di profonda novità si trovava nel coronamento degli edifici in stile eclettico fiancheggianti la nuova via: una cupola metallica di 37,5 m di diametro, costruita in loco con elementi prefabbricati e rivestita da vetri. Il 7 marzo 1865 Vittorio Emanuele II pose la prima pietra della Galleria, che venne realizzata in soli tre anni. L’apertura al pubblico è datata, infatti,15 settembre 1867.
Terminata la Galleria, si proseguì con i lavori per la Piazza, ma la società vincitrice dell’appalto, la londinese City of Milan Improvements Company Limited, iniziò a mostrare segni di fragilità finanziaria, costringendo il Comune ad acquistare la Galleria e le aree soprastanti che dovevano formare le nuove quinte della piazza, ossia i palazzi dei Portici Settentrionali e Meridionali. L’area ad est della Galleria venne invece ceduta a privati, i quali furono obbligati a proseguire i lavori, secondo quanto previsto nel progetto del Mengoni. I portici e i relativi edifici vennero terminati nel 1875.
Dopo un secolo e mezzo, due guerre mondiali, a cui si sono aggiunti gli effetti deleteri dell’inquinamento, delle aggressioni atmosferiche e di svariati eventi, i decori di questi palazzi ne hanno profondamente risentito. Oggi, purtroppo – forse qualcuno l’avrà notato – alcuni capitelli del colonnato mancano all’appello: molti si sono rotti e sono andati persi per sempre. I capitelli non sono in pietra, ma in un materiale che la riproduce, con dettagli decorativi uno diverso dall’altro. Il tratto più rovinato del porticato si trova sul lato destro, guardando la facciata della Galleria Vittorio Emanuele II: qui si notano le colonne spoglie e alcuni decori dell’arco fratturati in vari punti, ciò dovuto probabilmente a un incendio, divampato nei primi anni settanta in un negozio di cappelli adiacente il bar Motta. In attesa di una riqualificazione completa di questo splendido patrimonio architettonico, anche in vista dell’EXPO del 2015, speriamo almeno in un restauro completo dei portici settentrionali, a oggi i più deteriorati della piazza.