Scritto da Luca Chiappini
Mentre ci si affaccenda sui compiti arretrati in vista dell’appuntamento internazionale di maggio 2015, molte delle realtà più angoscianti si annidano proprio negli specchi di vita più lussuosi e centrali, ignorati dietro l’angolo di un muro apparentemente (e in lontananza) lindo.
E’ il caso di Palazzo Reale. Straordinaria e storica realtà milanese, reduce di un passato travagliato da demolizioni e progetti urbanistici che lo hanno mutilato, ha stoicamente resistito fino ai giorni nostri e, alla sinistra del Duomo, attrae orde di visitatori e turisti.
Peccato che, proprio sul fondo della hall di ingresso, affianco allo scalone d’onore che porta al piano superiore (dove ora è di scena Chagall), a ridosso dell’entrata che dà su vis Pecorari, la toilette è pubblica, disponibile a chiunque e senza un minimo controllo né un briciolo di decoro.
Problemi:
1 – chiunque ci va. Oggi mi è capitato di trovare un individuo che si stava lavando i piedi nel lavandino dell’antibagno, dove sosta chiunque, donne e uomini. Temo non sia l’unico.
2 – i bagni sono un’indecenza. Sporchi, ricolmi d’acqua, con molti elementi di arredo gettati per terra quasi non si sapesse che farne.
3 – a dividere l’ala maschile e quella femminile, inguardabili pannelli di legno placcati di bianco, ormai sporchi.
4 – la maggior parte degli accessori sono rotti o disfunzionali. Nel bagno per uomini, su tre lavandini ne funzionava uno. Il hand dryier aveva una potenza effimera, andrebbe sostituito con gli stessi impiegati nelle nuove toilette ferroviarie rinnovate dal gruppo GrandiStazioni. Spesso manca anche la carta igienica.
Alle foto l’ardua sentenza. Non è stato fotografato l’individuo che si lavava i piani per non ledere la privacy di nessuno, e perché il problema non è l’individuo (ce ne sono fin troppi a Milano che non hanno casa e si devono accontentare di ciò che trovano in giro), ma di un luogo monumentale come Palazzo Reale, che dovrebbe tenere gli occhi aperti non solo nell’ala delle proprie mostre, ma anche sugli altri possedimenti.
Le soluzioni possono essere:
– una persona che pattugli i bagni in ingresso, e ad intervalli regolari li pulisca.
– tornelli in ingresso, pagando un tot (es 50 cents) o inserendo il biglietto di una mostra.
Noi preferiamo la prima opzione. Raccomandiamo inoltre che si disponga affinché i bagni assumano un certo decoro – s’intende, quindi, più apprezzabili per vista e soprattutto olfatto, con pavimenti all’altezza del luogo (Palazzo Reale), con le toilette pulite a intervalli regolari e ravvicinati, con asciugatori mani più all’avanguardia in modo da evitare code, inserendo porte preferibilmente in betulla al posto dei pannelli bianchi da ospedale (in ingresso), e anche ganci sulle porte delle toilette per borse e soprabiti.
Infine, una curiosità: perché cercando Palazzo Reale su Google Maps, il luogo viene segnalato con sottotitolo “royal palace – sexy shop” ?!
Se si parla di decoro la risposta è sempre la stessa:”Con tutti i problemi che Milano ha…”
A chi spetta di migliorare velocemente il comportamento altrui ?