Scritto da Luca Chiappini
Continua il nostro appuntamento giornaliero in cui segnaliamo luoghi la cui riqualificazione è la priorità più urgente in arrivo di Expo. Gli articoli precedenti:
1. Piazzale di Porta Genova
2. Piazza Cordusio
3. Asse delle vie Broletto – Ponte Vetero – Mercato
4. Porta Romana (Piazza Medaglie d’Oro)
5. Piazza Sant’Agostino
Piazza Cinque Giornate
Fin dall’inizio di questa rubrica, era chiaro a tutti che non sarebbe mancata la piazza che un tempo ospitava Porta Tosa, la piazza che oggi porta il nome di uno dei più importanti pezzi di storia di Milano – e la fattezza di uno dei più vergognosi scorci della città.
Un’impietosa serie di fotografie dello stato attuale:
Come già denunciato da un nostro precedente articolo, andiamo a tirare le somme sullo stato della piazza.
Pro. La piazza può contare sul bel obelisco di Giuseppe Grandi del 1895, e del progetto ottocentesco restano ancora oggi quattro bei lampioni, le aiuole e i due caselli daziari (la porta di accesso alle mura, insieme alle mura stesse, venne abbattuta in seguito alla vittoria dei milanesi sugli austriaci, che incaricano poi Grandi di innalzare un monumento all’impresa, l’obelisco delle Cinque Giornate, appunto). La piazza parte dunque con alcuni elementi di vantaggio rispetto, per esempio, l’attuale Piazza Sant’Agostino…
Porta Tosa vista dall’attuale Corso XXII Marzo (fuori dalle mura) |
Contro. I caselli daziari sono sporchi e anneriti. Andrebbero adeguatamente ripuliti.
Contro. Il disordine urbano: la piazza ha perso ogni grazia ottocentesca, come per Porta Romana anche il Monumento alle Cinque Giornate è diventato una rotonda per auto (e in questo caso anche per i tram).
Contro. In uno spazio ridotto si accumulano decine di pali e cartelli, spartitraffico, edicole schiacciate contro i caselli daziari di valore storico, marciapiedi dissestati. La piazza, al centro, intorno al monumento, ha perso ogni valore urbano: non ci si siede più intorno all’obelisco, si percorre frettolosamente e distrattamente una piazza gettata al caos.
Com’era:
1925. Ampio spazio ben adornato intorno al monumento e possibilità di sedute. |
Com’è:
…una rotonda. |
Ecco alcuni esempi più chiari di caos urbano:
Per la foto sopra, problemi:
– ben tre tipi di dissuasori. Di cui le orrende lunette di ferro e gli orrendi panettoni di cemento. Possono andar bene quelli classici (angolo basso a destra) oppure panettoni in granito.
– enorme corsia per taxi e per anello tranviario. Possibile non ci sia un altro modo per evitare questa ressa per questa sorta di… “controviale”?
– il cartello antiquato arancione “Taxi“. Una delle principali piazze di Milano non può essere dotata quantomeno della pensilina taxi?
– pavè sulle strade, bitume scomposto sui marciapiedi: invertire. Strade transitabili in asfalto e marciapiedi in pavè.
– l’edicola “schiacciata” contro il casello daziario, impoverendolo. Non solo: l’edicola ha anche una parabola!
Solite decine di pali. E spartitraffico assediato da motorini. |
Ma il bello deve ancora venire:
Doppio contro! Oltre all’edicola (con parabola) compressa contro il casello lato sud, c’è una seconda edicola a pochi metri, compressa contro il casello lato nord, e addirittura una bancarella (una di quelle stesse bancarelle che si trovano nel Piazzale di Porta Genova). Da non crederci.
Contro. L’accumulo di pali e di faretti di diversa portata svilisce completamente i valori dei lampioni d’epoca.
Contro. C’è poi il problema di circolazione in piazza. Essendo uno snodo molto importante, manterrei la circolazione automobilistica e tranviaria.
Ma ad alcune condizioni.
E qua entrano in gioco le nostre idee.
Proposte.
– il pavè solo nella corsia dei tram, riservata. Asfalto nelle corsie automobilistiche.
– separare le due corsie (tram da auto) con un cordolo adornato di rizzata, come fatto a Lanza M2.
In rosso: la corsia auto, da asfaltare. In verde: corsia tram, da mantenere in pavè e proteggere con cordolo in rizzata. |
– sopprimere una delle due edicole, mantenerne solo una. Direi che un’edicola è abbastanza per una piazza. L’edicola deve inoltre essere adeguata allo stile decoroso della piazza. Poco tempo fa il Comune di Milano aveva annunciato che le edicole sarebbero diventate infopoint per la città ed Expo. A maggior ragione allora si avverte la necessità di renderle più decoroso, anche secondo un disegno semplice – ve li immaginate i turisti, sennò?
Ma dove piazzare la nuova edicola? Per meglio valorizzare i caselli daziari, crediamo che gli spazzi attualmente occupati dalle due edicole e dalla bancarella vadano liberati, adeguatamente pavimentati e dotati di almeno un paio di panchine.
La nuova edicola-infopoint andrebbe posizionata, crediamo noi, nell’aiuola sul lato sud, a sinistra, in prossimità della corsia dei taxi e dei tram. Ecco:
Un momento, da qua si parla di fermate dei tram… ma dove sono questi famosi tram?!
I tram che fermano a Piazza Cinque Giornate si dividono fra:
– Corso XXII Marzo (dove la situazione è grave): linee 12 e 27
– Viale Premuda e viale Montenero (dove la situazione è un poco migliore): linee 9 e 23
Ben quattro tram, equamente divisi su due linee: est-ovest la prima, nord-sud la seconda. In più, il bus 73, particolarmente importante perché collega il centro città con l’aeroporto di Linate. Anch’esso in direttrice est-ovest.
Problema: in Corso XXII Marzo sono fermate pericolosissime. Come si può notare, infatti, i passeggeri che scendo nel corso, all’angolo con la piazza, scendono su una sottile striscia di bitume. In larghezza ci sta solo una persona per volta. Da un lato hanno il tram, dall’altro due corsie di automobili. Come si attraversa per raggiungere il marciapiedi?
Devi: percorrere la striscia di bitume rialzato -> scendere per strada -> camminare in mezzo alla strada, fra tram e macchine -> a questo punto, finalmente raggiungi le (lontane) strisce pedonali. E attraversi.
Pericoloso è dir poco. A questa situazione si deve mettere mano il prima possibile. Per contro, le fermate in viale Premuda e Montenero sembrano un paradiso: assediate di pali e non molto decorose, sono comunque in sede riservata, protette da balaustre, dotate di pensilina e molto più sicure.
Ci sarebbe ancora molto da dire sulla piazza, proseguendo con la sfilza di cartelli e pali:
A cosa serve poi il cilindro, se il semaforo ne è al di fuori? |
Noi terminiamo con due ultime proposte:
– le aiuole sono ben tenute, però gli alberelli centrali rischiano di rendere “losca” l’area di notte. La nostra proposta è di trasferire gli alberi di queste aiuole (non quelle in prossimità dei caselli, solo di quelle attorno al monumento) in uno dei parchi vicini, e prediligere una soluzione più pulita e trasparente, per non incorrere nei problemi di microcriminalità in cui versa Piazza del Tricolore:
Alberi “copritori”. Non numerosi come altrove, ma sufficienti ad attività illecite e a rendere insicuro il parterre centrale. |
Esempio di come potrebbero essere le aiuole. |
– l’area centrale attorno al monumento andrebbe pavimentata in due strati diversi: il parterre (leggermente rialzato) fra aiuole e monumento in lastre di pietra bianca, il marciapiede in ritorno in sanpietrini o masselli.