Urbanfile riceve quotidianamente domande circa quel che avviene in città.
Abbiamo deciso di girare i quesiti direttamente agli Assessori competenti.
Oggi iniziamo con l’Assessora Chiara Bisconti che che ha le deleghe allo Sport e Tempo libero, Benessere e Qualità della vita. Verde, Personale e Tutela animali
UF: Buongiorno. Esistono a Milano molti spazi in cui potrebbe essere inserito del verde a costi limitati (incentivando poi la protezione con i doppi cordoli, perché ci siamo resi conto che anche laddove il verde viene realizzato, se non esiste una protezione si degrada in tempi brevissimi (come è successo in via Ceresio o in viale Zara). Non sappiamo esattamente se la competenza sia del Verde o dell’Arredo Urbano, ma in ogni caso il risultato è che esistono aree verdi che potrebbero (e dovrebbero) essere protette.
L’altra questione importante per noi è quella di implementare le Vie Verdi, ovvero quelle vie che potrebbero essere rese più vivibili attraverso delle semplici alberature. Sarebbe interessante se durante i lavori nelle vie venissero creati dei cunicoli tecnologici che evitino di dover scavare per ogni singolo intervento consentendo in questo modo di posizionare del verde in superficie.
Bisconti: premesso che sono assolutamente d’accordo con la vostra posizione, dalla protezione del verde ristrutturato alle alberature cittadine, la cosa che mi colpisce è che quel che emerge dal vostro quesito è una mancanza di coordinamento tra soggetti diversi che agiscono su porzioni di città: per avere in modo efficace quel che voi dite – che è davvero la ricetta per una città più bella e più vivibile – è fondamentale una riforma della macchina amministrativa affinché si ragioni, non come azione singola, ma si organizzi l’erogazione del servizio partendo dal territorio
Si tratta di un cambio profondo dell’amministrazione da direzioni funzionali (verde, strade, arredo urbano) ad un approccio a progetti attraverso cui, se devo sistemare una via, muovo in modo organizzato tutte le direzioni.
Questo purtroppo non è stato fatto in questi cinque anni (e parlo anche come Assessore al Personale), ma, se si vuole arrivare a quello di cui parlate voi, bisogna necessariamente riorganizzare le Direzioni del Comune di Milano, altrimenti saremo sempre nella situazione che voi descrivete. Questo è fondamentale ed imprescindibile partendo dalle esigenze della città viste in modo integrato. Semplificando: se posizioniamo del verde (competenza dell’Assessorato al Verde) ma non posizioniamo il cordolo (competenza delle Strade) il risultato finale è quello da voi raccontato.
L’altra questione è legata al bilancio: rifare le strade ha una voce di bilancio molto alta mentre il verde ha meno fondi. Se collegassimo le due Direzioni avremmo meno occasioni sprecate.
L’esempio emblematico di una carenza di coordinamento è Corso Sempione dove abbiamo agito aspettando i finanziamenti ministeriali che arriveranno per la riqualificazione totale del Corso (ci sono i finanziamenti ministeriali per fare tutta la riconversione del Corso sistemando sia la parte di piste ciclabili che tutti gli impianti semaforici, e dunque anche la parte strutturale della strada; dovrebbero arrivare nell’estate del 2016 con partenza lavori nel 2017). Siccome la riqualificazione globale del corso aveva tempi lunghi abbiamo iniziato noi del Verde con piccoli interventi
UF: Parliamo di parchi: a che punto siamo?
Bisconti: Oggi Milano ha una ricchezza di parchi nella corona esterna della città che con pochissimi investimenti potrebbe diventare un parco metropolitano orbitale.
Questo progetto esce dalla visione classica che vede ogni parco come progetto a sé stante e ragiona sulla interconnessione tra parchi esistenti
Il Parco Forlanini, abbandonato il progetto iniziale, è ora oggetto di sistemazione (proprio in questi giorni si stanno disegnando i sentieri) con l’obiettivo di fare un ponte sopra il Fiume Lambro che consenta di accedere da Viale Argonne al Parco e da lì arrivare fino all’Idroscalo attraverso un’ulteriore connessione allo studio con il Comune di Segrate. Si passa dall’idea di parco singolo a quella di grande parco della città.
UF:Domanda a bruciapelo. Stadio nuovo sì o stadio nuovo no?
Bisconti: Riguardo al progetto di stadio nuovo, analizzando gli scenari che abbiamo visto, è tramontata l’idea che una delle due squadre si faccia un proprio stadio. Le squadre stanno tornando a ragionare con il Comune per uno sviluppo dello Stadio di San Siro.
Personalmente mi dispiace che si sia lasciata cadere l’idea di un secondo stadio (al di là dell’ubicazione) perché abbiamo due squadre cittadine di un livello tale da richiedere uno stadio dedicato, che sarebbe un beneficio anche per la città in termini di investimento.
UF: a che punto siamo con gli impianti sportivi? I milanesi amano il nuoto e in molti chiedono di poter avere piscine più belle o vicine. Ci sono novità?
Bisconti: La scommessa di tenere aperta Milano Sport è stata vinta: dà lavoro a 130 persone, permette 3 milioni di contatti annui ed è stata resa efficiente. Stiamo concentrando Milano Sport sull’acqua
Abbiamo iniziato a sistemare le piscine riconoscendole come patrimonio di prossimità partendo dalla San Abbondio e dalla Solari, e tra poco aprirà l’ISEO piscina.
Il Governo ha stanziato dei fondi per la ristrutturazione della Cardellino.
A completamento di questi lavori al momento la Cambini è in via di assegnazione della gara per farne una piscina coperta da 25 metri
La CAIMI invece è stata affidata alla Fondazione Pierlombardo sulla base di un profondo ragionamento di senso storico, essendo un bene architettonico degli anni Trenta che nasceva come plesso unitario rispetto al Teatro; ora la piscina è pronta: il 7 maggio ci sarà un’inaugurazione e aprirà – convenzionata con il Comune – a partire da giugno
UF: E invece l’idea di uno spazio grande in cui fare concerti che diventi imprescindibile all’interno del calendario tours dei grandi artisti?
Bisconti: Grande no, però i promoter ci segnalano la mancanza di spazi coperti per il segmento dei 4/5000. Il Palalido è in via di apertura e per molti artisti si tratta di un’opzione molto interessante.
Tornando invece sul tema della polifunzionalità degli stessi spazi: all’interno del Parco Forlanini c’è il Centro Saini. Abbiamo iniziato a dare in gestione alle federazioni pezzi del Saini, che è un centro sportivo strategico. Tra le altre è entrata la FIBS (Federazione Italiana Baseball Softball). Il progetto che FIBS ci ha mostrato è di ARES e mette insieme attività sportive e utilizzo degli spazi all’aria aperta per la musica. Esiste un vecchio bar che farà da service per i concerti all’aria aperta ed entro questa estate avremo un polo di sport e un’arena per concerti en plein air.
UF: esistono progetti di estensione del Museo Botanico di via Zubiani o di sfruttamento dell’ampia zona verde ancora presente all’esterno per la realizzazione di un parco cittadino (si collega con il Parco Nord)? E Villa Lonati potrebbe essere aperta al pubblico più spesso di quanto avvenga ora?
Bisconti: non ci sono al momento progetti per un ‘corridoio verde’ verso il Parco Nord ma questo non vuol dire che non ci sia l’ipotesi. Per quanto riguarda l’attività vera e propria del Museo l’intenzione è assolutamente quella di tenerlo aperto al pubblico il più possibile, l’obiettivo è renderlo un luogo sempre più fruibile dalla città anche solo come area verde di svago. C’è un problema di personale dedicato che stiamo cercando di risolvere. Ci sono però diversi eventi già in calendario: la Giornata del FAI a marzo, GreenCity (maggio), la giornata speciale di mietitura per le scuole cittadine a giugno, la raccolta del mais a ottobre.
Il Museo vero e proprio svilupperà ulteriormente il percorso didattico lungo la via d’acqua.
UF:Un tema che desta grande interesse e che secondo noi merita un approfondimento è il lavoro agile, ovvero la possibilità per le aziende di far lavorare fuori dai locali dell’impresa i propri dipendenti. Come? Usando dispositivi elettronici e mantenendo lo stesso stipendio, le stesse garanzie assicurative e la stessa tutela della privacy. A che punto è lo sviluppo del lavoro agile sul territorio Milanese?
Bisconti: il lavoro agile è partito per tentare una migliore conciliazione della vita lavorativa con la vita privata e dunque all’inizio era fortemente focalizzato sul benessere individuale.
In realtà le aziende stanno iniziando a percepire che questa opzione garantisce vantaggi economici fortissimi.
La sperimentazione è partita dalle grandi aziende, per le quali i vantaggi economici sono immediatamente rilevabili, ma piano piano si sono aggiunte anche realtà medio piccole.
La giornata del lavoro agile che il Comune di Milano organizza (siamo alla terza edizione) suscita un interesse sempre crescente; si è tenuto qualche giorno fa un incontro molto partecipato e molto tecnico sulla nuova legge in discussione in questo momento in Parlamento dove si sta tentando una regolamentazione del lavoro agile che consenta di gestire al meglio gli aspetti tecnici relativi a questa tipologia di lavoro (dalla tipologia di contrattazione agli aspetti assicurativi).
La cosa interessante è che su un tema così delicato organizzazioni datoriali e organizzazioni sindacali si trovano d’accordo: non esiste contrasto perché i vantaggi sono misurabili per tutti.
Chi lavora in modalità agile risparmia tempo, si mette al centro della propria vita in un rapporto di fiducia estremo con l’azienda; da una parte, quest’ultima ha evidenti vantaggi di costo e, dall’altra, facilita l’innesto del processo culturale in base al quale, anziché misurare sulla presenza fisica, l’attività viene misurata sui risultati; e infine l’ambiente: una città che si presta fisicamente, anche nelle sue infrastrutture di arredo urbano e tecnologiche (wi fi diffuso, spazi che si aprono a nuove funzioni…), trovando il modo di far muovere il lavoro e non le persone, ottiene notevoli vantaggi in termini di riduzione di inquinamento e migliore gestione della mobilità.
UF: Come si può comunicare alle aziende che esiste questa possibilità?
Bisconti: Il Comune di Milano, tramite l’organizzazione della giornata del lavoro agile, comunica in maniera capillare sul territorio la possibilità di sperimentare questo nuovo approccio al lavoro. Esistono poi diverse associazioni, come Valore D che raccoglie molte aziende e che fa della flessibilità del lavoro agile uno dei suoi temi principali. Solitamente se la direzione HR delle aziende è attenta e ne viene informata, ma forse ancora molto va fatto in questa direzione.
UF: Questo è un progetto che Milano sta portando avanti con vigore: state cercando di spingere in questa direzione anche altre città?
Bisconti: Certamente sì: siamo partiti tre anni fa, immediatamente ha aderito Torino, poi si è mossa Genova, è partita poi in autonomia Bergamo dove addirittura è stato creato un ufficio virtuale nella piazza principale per dimostrare che davvero è possibile lavorare ovunque. E’ un tema che attraverso il network delle pubbliche amministrazioni si sta diffondendo anche in altre città. Il segnale più interessante è sicuramente il fatto che ora esista una proposta di legge: il fatto che il Governo abbia chiesto di disciplinare il lavoro agile significa che questo tema è arrivato all’attenzione nazionale
UF: sicuramente il tema del lavoro agile impatta sulla qualità della vita delle persone. Un altro meccanismo che ha un impatto sulla quotidianità dei cittadini è quello delle Scuole Aperte, ovvero la possibilità di fruire degli spazi scolastici anche in orario extra scolastico, da una parte per aprire le scuole al quartiere e dall’altra per creare della attività che in qualche modo possano aiutare le famiglie nella gestione del tempo pomeridiano dei ragazzi. A che punto siamo su questa tematica? Che evoluzioni possono esserci?
Bisconti: Esiste in effetti un collegamento forte tra i due argomenti: la qualità di vita di un Cittadino in una realtà complessa come quella di Milano si riesce a implementare nel momento in cui si riesce a scardinare le visioni classiche che abbiamo sullo spazio e sul tempo.
Si può provare a vedere la funzione degli spazi con occhi nuovi e dunque trovare agli spazi funzioni aggiuntive rispetto a quelle per le quali sono nati. E’ un modo per provare a garantire una migliore qualità della vita a chi vive in città come la nostra.
In questa ottica di provare a vedere gli spazi come contenitori di funzioni diverse quello delle scuole è il primo filone sul quale abbiamo lavorato perché le scuole sono edifici comunali, molto spesso bisognosi di interventi, ma tendenzialmente belli, riscaldati, custoditi e soprattutto sono il primo centro di relazioni e di affetti dei bambini e dei ragazzi. Sono edifici di prossimità rispetto alle abitazioni e consentono di circoscrivere in un raggio limitato le attività che quotidianamente si svolgono. Ragionando in questo modo siamo partiti nel tentativo di aprire le scuole al territorio. Inizialmente abbiamo fatto un passo falso tentando di fare un regolamento, e questo ci ha un po’ bloccati perché, se da una parte esiste la competenza comunale, dall’altra esiste l’autonomia scolastica; e questi due aspetti non si integrano, o sono integrabili solo se il Preside discrezionalmente decide di aprire la propria scuola.
Dunque l’approccio di partire dal regolamento non è stato premiante; si tratta di un tema che, come è avvenuto per il lavoro agile, sarebbe necessario venisse regolamentato a livello nazionale decidendo una volta per tutte a chi competa, tra Preside e Comune, la decisione finale sul tenere o meno le scuole aperte al pomeriggio.
Nel frattempo siamo partiti a livello sperimentale, consci del fatto che nel territorio, nonostante questa difficoltà normativa, vi erano già molte scuole che realizzavano già attività di scuola aperta grazie alla presenza di Presidi illuminati e consapevoli e di Associazioni genitori particolarmente attive
Abbiamo deciso dunque di chiedere il supporto di un Preside, il Prof. Del Bene, che dallo scorso anno collabora gratuitamente con il Comune per aiutarci a sviluppare questo importante progetto. La sua posizione si può riassumere così: una scuola riesce ad aprire ad attività extra scolastiche se esiste un’Associazione Genitori che si dà una veste giuridica e si struttura per collaborare al progetto. Partendo da questo, abbiamo iniziato a portare delle risorse sul progetto Scuole Aperte. Per sostenerlo, l’Assessore Majorino ha avuto l’intuizione di attingere alle risorse provenienti dalla L. 285 (Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza).
Dallo scorso anno abbiamo 800mila euro da destinare ad Associazioni Genitori delle Scuole Medie che sviluppino progetti di Scuola Aperta; nei fatti oggi abbiamo 30 progetti nuovi di Scuole Aperte. Accanto a questo abbiamo realizzato un vademecum, che uscirà a breve, e che va a spiegare quali siano i singoli passaggi per poter aprire le scuole in orario extra scolastico.
E’ un modello virtuoso che va assolutamente implementato e diffuso.
UF: Una provocazione e un’idea per il futuro
Il suo assessorato occupa uno dei 2 arengari (l’altro è il museo del Novecento) e il suo ufficio si affaccia sul Duomo: sarebbe disposta a cederlo per fare anche di questo spazio un nuovo spazio museale?
Bisconti: certamente si. Ho la fortuna di lavorare in uno degli uffici più belli di Milano ma è ora che la città si riappropri di questi spazi.
UF: ora tocca alla nostra idea: abbiamo parlato di sport, verde e lavoro ma abbiamo una proposta per il Benessere: che ne pensate di proporre un modello di terme urbane come accade in molti città italiane ed europee? Uno spazio termale con tariffe accessibili dove i milanesi possano ritrovarsi dopo il lavoro o nei week end.
Bisconti: Idea molto bella e affascinante…ve la rubo
Intervista raccolta da Claudio Nelli e Letizia Paratore
Preziosissime queste vostre interviste, con un livello di approfondimento e competenza che i quotidiani si sognano. Continuate così!
Totalmente d’accordo con Claudio K.
Bravi!!
D’accordo con Claudio K., sempre! 😉
Brava la Bisconti!
è un peccato che le buone capacità di questo gruppo di assessori che ci hanno amministrato vadano disperse
questo è dovuto ad una delle poche colpe che imputo a Giuliano Pisapia,
quella di non aver sin da subito designato il suo successore come invece fece nel 2014 dopo il suo secondo mandato il sindaco di Parigi Delanoë indicato in Anne Hidalgo la possibile continuatrice della sua ottima amministrazione
un endorsement precoce avrebbe facilitato le cose e soprattutto ci avrebbe risparmiato il teatrino che stiamo vivendo in questi giorni con i candidati alle primarie
Infatti io sto cercando di capire chi è tra i candidati sindaco quello che proseguirebbe più tenacemente le tematiche di questo mandato amministrativo…
Da una parte Pisapia e la Balzani (?)
Dall’altra mezza giunta Pisapia con Sala(??)
Comunque vada dovrebbe garantire una certa continuità però vorrei confermare e se possibile rilanciare profndamente le tematiche…
Scusate la digressione politica.
Che sappiano i candidati che i cittadini sono molto attenti e informati..
leggo in questo momento ore 19:30
che Pisapia ufficializza l’appoggio della Balzani
Era scontato.
Vorrei vedere a questo punto i programmi perchè la confusione è tanta.
Perché la Bisconti vuole chiudere la Fabbrica del Vapore?
Questo non lo so.
So solo che ho provatoa vedere i costi dei corsi di alcune associazioni /socialmente utili/ e erano strabilianti.
Come e più di una Srl privata.Ma non erano ad affitto agevolato?
Pensavo avessero delle tariffe “sociali” invece ho rinunciato.
—
Bho popi penso che se svolgono attività culturale per la città av anche bene.
Mi han dato l’ipressione però di svolgere attività molto autoreferenziale per pochi selezionati.
Comunque è un nucleo di attività culturali (sociali non le considero più visti i costi e i filtri) Artistiche che potrebbe aprirsi di più alal cittadinanza e è un valore da migliorare.
Magari sbaglio.