Il Parco delle Cave è un parco meraviglioso, sorto dove già nel 1920-25 si estraeva ghiaia e dove quest’operazione comportò la creazione di diversi laghetti che altro non erano che cave. In questa area si insediarono due Società sportive di pesca, la “U.P. Aurora Arci” nel 1929 presso l’omonima cava e l’Associazione Il Bersagliere nel 1933 presso la Cava Casati. Negli anni 50 e 60 si sono cominciate a scavare le cave Cabassi e Quinto Romano: la cava Cabassi è poi stata parzialmente richiusa fino all’anno 1977, mentre le cave di Quinto Romano (Ongari e Cerruti) hanno terminato l’estrazione diversi anni fa. Sull’area persistono ancora attività agricole mantenute dalla Cascina Caldera dall’Azienda Agricola Caldera (di Zamboni Franco e Campi Paolo) che da oltre 50 anni lavora i terreni attorno alla Cascina Linterno e nel Parco delle Cave mantenendo attive anche le preziose marcite. Negli anni Settanta il Comune di Milano iniziò ad interessarsi per trasformare in parco quest’area. Nel 1979 l’Assessorato all’Ambiente del Comune fa avviare la bonifica della Cava Cabassi. Nel 1980/81 il Comune incarica gli architetti Oge Lodola e Gian Luigi Reggio di eseguire i primi studi e un Piano Particolareggiato – approvato poi nel 1986 – che individua il perimetro del parco e ne stabilisce il disegno. Nel 1984 si costituisce il Comitato Salvaguardia del Parco delle Cave che riunisce le associazioni attive sul territorio. Ma il parco rimane ancora trascurato e ancora fondamentalmente incompiuto.
Nel 1997 il Comune di Milano decide di dare in gestione il Parco delle Cave ad Italia Nostra incaricandola, attraverso un convenzione di nove anni, di curare la gestione, la progettazione, gli espropri, la cura, la pianificazione e la manutenzione di tutta l’area verde.
Negli anni a seguire molto è stato fatto nel Parco delle Cave e nel 2007 la Pubblica Amministrazione, riconoscendo la preziosa opera svolta dall’Azienda Agricola e dalle Associazioni presenti nel parco, decise di legittimarle attraverso la stipula di un contratto di collaborazione.
Come dicevamo il Parco delle Cave è un parco meraviglioso, grazie a tanti anni di lavoro di Italia Nostra che lo ha progettato e curato assieme ad altre associazioni che ruotano attorno all’area.
Tanti problemi vecchi e nuovi però lo affliggono specialmente da quando Italia Nostra è stata allontanata per la ancora non dimenticata vicenda con l’assessore Maurizio Cadeo della giunta Moratti, il quale cercando di dare “pari dignità” alle associazioni coinvolte nel parco, costringe di fatto Italia Nostra a ritirarsi dalla gestione del Parco delle Cave occupandosi così solo il Bosco in Città. Da quel giorno il parco è pressappoco fermo, non sono più state realizzate opere, così come non sono più state sistemate le cave, ad eccezione del timido inizio dei lavori alla cava Ongari Ceruti.
Degli scorsi anni la ferita più grossa del Parco delle Cave sono state le transenne dei lavori iniziati è mai finiti per le vie d’acqua di Expo: due anni di cantiere abbandonato, pericoloso e degradato, con spreco di soldi, arresti di persone, atteggiamenti e altre vicende poco chiari ancora fonte di polemiche e scontri.
Ma vediamo i principali problemi attuali:
1 – la vasca di via Cancano/Forze Armate
All’ingresso del Parco delle Cave sulla via Forze Armate si trova un’enorme vasca-fontana abbandonata ormai da anni e ricettacolo di rifiuti, immondizia, bottiglie rotte e nessuno sembra occuparsene. Non è certo cosa da poco, visto che è anche il biglietto da visita per chi entra nel parco dall’ingresso principale.
2 – il parcheggio
Accanto alla vasca sorge il parcheggio di via Cancano utilizzato sia da chi va al supermercato Carrefour per il carico scarico merci che dagli utenti del parco, ma ultimamente anche da camper di nomadi che soggiornano lì per giorni.
3 – incendi
Negli ultimi cinque anni tanti incendi hanno funestato la tranquilla vita del Parco delle Cave si è iniziato nel 2010 con un grande incendio di un’area boschiva che puoi ha rivelato una discarica d’amianto. Successivamente sono stati appicati 6 incendi al fieno accumulato dietro la Cascina Linterno nell’area prospiciente la marcita.
Ultimamente nuovi incendi, l’ultimo pochi giorni fa agli orti di via Cascina Barocco, nonostante la continua richiesta da anni di telecamere nella zona di Cascina Linterno, storico monumento tutelato dalla Soprintendenza, ancora non è stato fatto nulla per la sicurezza di queste aree.

4 – La casa dell’acqua
Qualche giorno fa è stata inaugurata la Casa dell’Acqua con la presenza di importanti assessori della giunta. Anche se l’iniziativa appare positiva e utile, stona un po’ la modernità di questo manufatto con la vocazione agricola e ambientale dell’area in cui è stata collocata, posta proprio all’ingresso dell’area umida, dove nidificano, mangiano e vivono animali e uccelli particolari. Una casa dell’acqua moderna con led e schermo LCD che illumina un’area volutamente progettata da Italia Nostra, senza illuminazione, in modo che si possa anche di notte apprezzare i riflessi dell’acqua, il silenzio e la luce magica sottolineata dal concerto del gracidare dei rospi smeraldini ci pare un po’ fuori luogo, forse. Poteva venire collocata in un altro posto.
Di recente sono stati demoliti degli orti, accanto a quelli incendiati. Le macerie sono state portste via, dopo oltre un mese, ma solo parzialmente e i rifiuti stanno richiamando nuovi rifiuti creando una discarica dietro alla Cascina Linterno.

Insomma, per molte persone dopo la cacciata di Italia Nostra il Comune di Milano si è limitato a gestire l’area, pulendola, tagliando l’erba, ma manca tutto il lavoro di progettazione e di sviluppo che Italia Nostra ha fatto per anni.
I problemi vecchi e nuovi che non si riescono ad affrontare fanno a qualcuno rimpiangere i tempi di Centro Forestazione Urbana di Italia Nostra. Non a tutti però.
Ringraziamo Giovanni G. per le informazioni e alcune foto.
Buongiorno,
un’ottima analisi. Da fotografo naturalista e assiduo frequentatore del parco, vorrei aggiungere che la gestione del Comune di Milano riguardo la zona umida, quindi la parte frequentata da un’avifauna invidiabile, è stata, in particolare quest’anno, disastrosa; il livello dell’acqua arrivato al minimo, con ampie zone di secca è passato all’improvviso ad un livello esagerato con allagamenti anche in zone dove l’acqua non dovrebbe arrivare, questo rischia di compromettere seriamente la nidificazione di molte specie di avifauna. Non parliamo poi dei pescatori di frodo notturni, ma anche diurni; per concludere, nel parco non c’è il minimo controllo su nulla.
Cordiali saluti
Luca Barovier
Analisi pressoché perfetta. A distanza di anni appare oggi evidente come l’allontanamento di Italia Nostra abbia enormemente peggiorato la situazione del Parco. Sparita la progettazione, zoppicante (è un eufemismo) la manutenzione, assente una regia complessiva, urge un ritorno alla vecchia gestione. Speriamo che la nuova Amministrazione, a prescindere dal colore politico, si renda conto che la situazione attuale va completamente cambiata.