Milano | Arexpo – L’ex area-Expo sarà parco scientifico, i cantieri previsti a fine 2017

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Al posto dell’Expo ci sarà un grande parco della scienza, del sapere e dell’innovazione, con impianti sportivi, residenze e negozi. Questa sarà la nuova vocazione del milione abbondante di metri quadri lasciato alla città da Expo 2015. Come ha detto l’amministratore delegato di Arexpo, Giuseppe Bonomi: la società che possiede i terreni è diventata ormai uno sviluppatore immobiliare a tutti gli effetti.

Sarà garantito, secondo gli accordi, il vincolo a destinare metà dell’area a verde pubblico, ma senza creare due zone ben distinte, una a verde e una edificata, bensì un verde diffuso dove si troveranno incastonati nel verde gli edifici per le funzioni pubbliche e private.

Human Technopole e il trasferimento della facoltà scientifiche della Statale saranno un attrattiva per gli investimenti nell’area e d’altra parte lo dimostra la trentina di manifestazione d’interesse da parte di alcune aziende farmaceutiche e multinazionali tecnologiche che per l’ad, Giuseppe Bonomi, “sono motivate dalla grande determinazione mostrata sul progetto” guidato dall’Iit di Genova. Se si aggiungesse anche l’Ema, l’agenzia europea del farmaco, sarà ancora più marcata una certa vocazione dell’area.

Nel frattempo Arexpo ha esaminato la storia di 535 parchi tecnologici di tutto il mondo ed elaborato un documento di 300 pagine che sarà oggetto nelle prossime due settimane di un confronto con le principali associazioni e organizzazioni di categoria del territorio lombardo e presentato a metà novembre all’assemblea che formalizzerà l’ingresso del governo con un aumento di capitale sottoscritto solo da Palazzo Chigi.

Le tappe successive saranno la scelta “entro ottobre” con una gara internazionale dell’advisor che scriverà il masterplan. Il documento di pianificazione sarà pronto entro il 2017 e l’apertura dei primi cantieri, magari per il semplice adeguamento di edifici esistenti come le stecche di servizio di Expo, è prevista tra il 2017 e il 2018. La conclusione dell’operazione di sviluppo dell’intera area è attesa “realisticamente nell’arco di un decennio”. (askanews)

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7 commenti su “Milano | Arexpo – L’ex area-Expo sarà parco scientifico, i cantieri previsti a fine 2017”

  1. “L’apertura dei primi cantieri nel 2017-2018.”

    No comment! Volendo essere positivi, quindi, i primi insediamenti si avranno nel 2019. Come lasciare del tutto inutilizzata un’area con infrastrutture tecnologiche di prim’ordine per almeno 4 anni dalla conclusione della manifestazione.
    Di fatto come garantirsi che tutto quel ben di dio sarà pronto da rottamare al momento in cui l’area sarà davvero utilizzata. Che immane spreco.

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  2. @Renato, se iniziano davvero i lavori a fine 2017, gli anni di ritardo saranno 2 e non 4… e non sarà tutto da buttare. E’ comunque evidente che questi piani andavano fatti prima… ma sappiamo tutti quanto tempo si è perso in passato.

    Entrando nel merito, mi auguro che quando parlano di “residenze”, non pensino agli ennesimi casermoni… indipendentemente da chi li progetta! Già Merlata la stanno invadendo…

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    • Senza voler polemizzare. Il primo “valore” dell’area, così si è detto, è nell’infastruttura tecnologica (fibra e via cantando). Ora, dubito che nel 2019 ci sarà ancora granché di innovativo in un network progettato, a voler essere ottimisti, nel 2014 e realizzato/collaudato nella primavera 2015.

      Se invece la vediamo dal punto di vista dei faraonici viadotti, mai utilizzati da Expo, potrebbero già oggi essere una palestra perfetta per skater e roller boarder…

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  3. “Verde diffuso”: già visto nell’area ex-fiera, ora TreTorri: dove il verde é residuale e funzionale alle residenze private e la parte pubblica irrisoria o lastricata.

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  4. Anche a me la definizione “verde diffuso” lascia molto perplesso e m’inquieta non poco. Sottointende che non si realizzerá un grande parco come si è sempre pensato, ma bensì molto probabilmente, aree verdi a macchia di leopardo senza soluzioni di continuità. Spero di sbagliarmi e aspettiamo di vedere il masterplan, ma le premesse sono decisamente preoccupanti.

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  5. Penso che in una cittadella della Scienza un verde diffuso sia la configurazione tipica e più adatta. Un parco vasto circondato da tangenziali e uffici non avrebbe granché senso e porterebbe forse problemi di degrado.

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