Si parla da oramai tempo immemore del rilancio economico della Capitale d’Italia, tant’è che con il passare degli anni la necessità è variata.
È variata perché la città eterna è sprofondata da troppo tempo in un girone dantesco fatto di cultura ed economia morenti, criminalità incalzante, senso civico morto e sepolto oltre ad altri numerosi fattori sfavorevoli che stanno gettando Roma in fondo alla lista di qualsiasi classifica socio-economica stilata.
Da cittadino romano (anche se adottivo) provo oramai un senso di sconforto, quasi come se fossi cosciente che questa città non possa riprendersi. Ma so che non sarà così.
Proprio la scorsa settimana Federico Oriana, presidente dell’Aspesi (Associazione nazionale società immobiliari, che da aprile ha una sede anche a Roma), chiamata a sedere al tavolo per il rilancio della Capitale svoltosi la scorsa settimana ha dichiarato:
La ricetta per rilanciare Roma? Potrebbe essere il modello Milano. «Forse i più non ricordano che Milano negli anni ‘90 ha vissuto una crisi nera. E come ne è uscita? Con investimenti immobiliari mirati».
Idee chiare, chiarissime quelle di Federico Oriana. La sua idea è quella di fare a Roma quello che abbiamo fatto a Milano, sull’esempio di Porta Garibaldi con la Torre Unicredit; dove c’erano aree abbandonate, è nato un nuovo centro. Si parla di 4-5 zone per rispondere all’esigenza abitativa.
Io ne ho immaginate un paio che vedremo in due articoli distinti.
Cominciamo con la zona di Quintiliani
La zona di Quintiliani o Pietralata, viene definita nel piano regolatore del 1963 come una delle zone di sviluppo dei nuovi centri direzionali della città integrati nel famoso Sistema Direzionale Orientale, meglio conosciuto come SDO; per questo fu anche prevista un’apposita stazione metro della futura estensione della Linea B “quintiliani”.
Il progetto non vide mai la luce e fu definitivamente accantonato agli inizi degli anni 90, in favore di un decentramento dei sistemi terziari su più municipi della Capitale lasciando da allora, un enorme area completamente disabitata (o quasi) a due passi da una delle più importanti stazioni ferroviarie d’Italia e dell’anello ferroviario. Nel 1990 venne in compenso completata la stazione della metro B ma rimase chiusa sino al 2003.
Ancora oggi la stazione di Quintiliani è immersa nel nulla, solo una strada, via della Pietra Sanguigna la rende raggiungibile, attorno non vi sono che campi e sterpaglie.
Un progetto sensato per il rilancio della capitale è realizzare uno spazio nuovo, simbolo del futuro, uno spazio vivibile, dove terziario e residenziale creino un nuovo centro, un po’ com’è successo a Milano con i progetti di Porta Nuova e di CityLife, dove adeguati spazi pubblici e spazi commerciali ricavati tra uffici e residenze diano un’immagine moderna anche alla città storica, che comunque rimane incontaminata.
Noi abbiamo provato ad ipotizzare, immaginando tra la stazione Tiburtina e la stazione della metro Quintiliani, un boulevard fatto di nuovi palazzi moderni, avveniristici che uniscano queste due stazioni con spazi commerciali culminando con magari una grande piazza, un po’ come piazza Gae Aulenti a Milano, dove quattro gigantesche torri alte oltre i 100 metri, simboleggino la rinascita della capitale, magari realizzate da architetti famosi e che diventino iconiche, la Roma del futuro. Attorno alle quattro torri e lungo la ferrovia altri spazi per il terziario e nuove residenze, il tutto immerso in un parco urbano che unisca e ricucisca questa nuova area con il resto della città, verso via dei Monti Tiburtini.
L’esempio di Madrid, con le Cuatro Torres
Forse siamo un po’ dei sognatori, ma secondo noi Roma dev’essere svecchiata, mantenendo il suo antico e pulsante cuore, ma anche possedere un’anima proiettata al XXI Secolo.
Abbiamo ipotizzato alcuni scenari di utilizzo di quella zona che potete vedere qui sotto:
Assolutamente d’accordo. Ma hanno tagliato in 3 secondi le torri dello stadio ti pare che ora questa giunta approverebbe mai questo progetto? Purtroppo siamo in mano a persone che non vedono oltre il loro naso, vedono le torri come GOLADA DE CEMENDO non come futuro, avanguardia, società importanti che arrivano ed immagine di città nuova e moderna.
Comunque questi progetti vanno fatti appunto in zona da rivalutare. Quintilliani/ Pietralata/ Monti tiburtini ottima idea, va rilanciata e riqualificata. Altra zona che necessita fortemente è roma est, tra Prenestina e Casilina. In verità zona Prenestina altezza Togliatti ( dove ora sorge Esselunga) si presta molto. Linea FL che si presta a nuova metro, tram diretti e non in centrassimo ( sono per gli uffici fuori dal centro). Ci vedrei bene un polo di torri, parchi, negozi ecc. bisogna riqualificare quella zona di Roma con investimenti immobiliari mirati… poi ovviamente laurentina si presta bene a torri per ospitare tutti i ministeri e toglierli dal centro. Sogniamo, alla fine non costa nulla 🙂
ma chi lo dice che futuro e’ associato a grattacieli? (e te lo dice un amante dei grattacieli). Ricordatevi che le vostre sono opinioni.
Roma non ha bisogno di grattacieli che distruggano lo Skyline più bello del mondo, grazie. Andate a costruirli altrove, bastano già quelle due mostruosità alienanti dell’Eur. Adottate altre città, grazie. Roma ha bisogno di qualcuno che la ami senza violentarla
Si ricordi però che a milano negli ultimi anni sono state costruite (quasi) 2 linee di metro, oltre a numerosi altri interventi. Non bastano certo 2 palazzoni a rilanciare un intera città!
Gli interventi urbanistici da soli non producono nulla. A Roma manca la TOTALE mentalità di lavorare per il bene comune con professionalità. E non mi riferisco solo alle giunte o ai manager pubblici ma anche ai cittadini: questi ultimi, infatti, se ne fottono altamente del prossimo, delle leggi, dell’educazione, del decoro, del rispetto e dell’onestà. Questo marciume è molto più radicato di quanto si pensi, visto che sono sempre di meno quelli che si lamentano ma che poi, al lato pratico, si comportano male.
Confesso che di soluzioni, per questa cloaca, non ne vedo. Forse estrapolarla dall’Italia e darla nuovamente in mano alla Chiesa sarebbe una soluzione.
In tutto ciò, mi chiedo chi siano gli investitori pronti a farsi avanti per finanziare queste opere, a meno di non ricorrere alla vergognosa strada di Alitalia dove è il nord Italia a finanziare la compagnia aerea a uso e consumo dei romani.
Lo Stato parassita, infatti, è sempre pronto a dare soldi a Roma, città – val la pena ricordarlo – con un miliardo di deficit, sempre ripianato da Pantalone.
Ottimo progetto. Ottime idee. Ottima anche la speranza.
Se Roma si slanciasse in questo modo, credo proprio che diverrebbe uno dei tre principali cuori pulsanti di tutta l’Europa con Londra e Parigi (una posiziona che merita di avere solo per il fatto che Roma e’ realmente eterna).
Il problema e’ che esiste un potere internazionale molto forte che ha interessi a far decadere Roma come simbolo del “vecchio Mondo”.
Con il Nuovo Ordine Mondiale vogliono distruggerla e rimpiazzare il sitema politico e la religione che questa citta’ ha plasmato sull’Occidente, scolpendo ogni cultura ed ogni societa’ in maniera indelebile e radicatissima.
Ora vogliono cambiare il mondo, e la caduta di Roma portera’ solo desolazioni e miserie.
Roma è decaduta semplicemente perchè il mondo che conta si è spostato più a nord rispetto a 2000 anni fa dove il baricentro era il mediterraneo, cioè intorno alla Germania e all’asse atlantico con gli USA e nel futuro con le vie della seta Nord Europa, Nord Italia, Est Europa, Russia e Cina. Roma è lontana dal mondo che conta 800 km, per raggiungere il mondo che conta (il cuore dell’Europa) ci vuole più petrolio e più energia, insomma più soldi. Roma è una città sovradimensionata artificialmente, per la posizione decentrata rispetto al mondo che conta dovrebbe essere la metà di popolazione. Roma e il suo apparato statale e aziende semi-statali (come alittalia sempre indebitate) campa con i 54 miliardi di euro che Milano e la Lombardia le regala ogni anno, in cambio Milano e la Lombardia da roma ricevono solo problemi. Questa è la realtà, tutto il resto è “vecchio mondo”, appunto…
Commento assolutaamente imparziale e “milanesista”. Roma rimane il fulcro della civilta’ odierna poiche’ il sistema socio-politico-economico e religioso dell’Occidente continua, almeno fino ad ora, ad essere improntato sul sistema della Antica Roma (a Washington DC tutti i palazzi pubblici sono in stile romano con tanto di incisioni in lingua latina).
Il baricentro non e’ l’Europa del nord poiche’ che contano oggi sono le vie aeree, e Roma ne e’ al centro geografico. Inoltre con un occidente in piena decadenza ed un Arabia Saudita in pieno rilancio (cosi’ come fecero per Qatar e Dubai) Roma si trova al centro del futuro.
Ma a chi li regala la lombardia 54 miliardi ? Sono decenni che la lombardia si riprende il residuo fiscale creato solo dalle inefficienze romane. Ma a milano non ci sono medici che ti curano la presunzione. Vi vantate di essere moderni ma a luoghi comuni restate i più provinciali d’Italia.