

Ieri è stata presentata la proposta di masterplan per l’ex sito di Expo nell’auditorium di Cascina Triulza. Sui terreni di proprietà di Arexpo e concessi in gestione per 99 anni al consorzio guidato dall’austrialiana LendLease sorgerà, come abbiamo visto, un parco della scienza, del sapere e dell’innovazione.
Come abbiamo visto nell’articolo precedente, il progetto alla fine non si discosta molto da com’era stata sviluppata la piastra per i sei mesi di Expo 2015, Decumano, Cardo e i servizi ai lati delle due principali arterie.

In pratica dove passeggiavamo cercando il padiglione da visitare nel 2015, troveremo ancora la tenso-struttura in metallo, ma senza teli, che servirà come supporto per le piante rampicanti, sotto di essa un viale trasformato in parco lungo un chilometro e mezzo, dove al posto del catrame e del cemento ci sarà un prato, alberi e sentieri, e che fungerà da luogo di incontri, sosta e svago per le migliaia di persone che lavoreranno, studieranno o passeranno da questo nuovo lembo di città.
Naturalmente il vecchio Decumano trasformato in una lunga striscia di verde (diventerà uno tra i maggiori parchi lineari d’Europa) collegherà tutti gli edifici del nuovo quartiere, come faceva in precedenza unendo i vari padiglioni di Expo 2015. Quest’idea, dell’architetto Carlo Ratti, che ha progettato il masterplan, di spazio comune e di condivisione è già una visione di città del futuro, visto che andare al lavoro in sostanza servirà solo per incontrarsi e discutere sul proprio operato o elaborare le proprie idee. Il nuovo distretto sarà anche una nuova città senza veicoli inquinanti e anzi, saranno utilizzati solo veicoli elettrici e senza guidatore, per aumentare l’efficienza del sistema mobilità.
Sempre come abbiamo visto dal precedente articolo, il grande “Pesciolone”, che è poi la forma del lotto su cui è sorto Expo 2015, sarà diviso in due dal Decumano, a Nord saranno collocate le funzioni pubbliche (le facoltà scientifiche dell’Università Statale, il nuovo ospedale Galeazzi e lo Human Technopole), a sud quelle private.
Circa una cinquantina di aziende del settore sono già interessate a occupare gli spazi terziari della parte privata (quella a sud del Decumano), che saranno per l’appunto circa 200.000 mq.
Il masterplan, come tutti i masterplan illustra a grandi linee come sarà pensata l’area, naturalmente i palazzi che si vedono in questi rendering sono solo delle immagini evocative, quando saranno conclusi tutti i procedimenti amministrativi, ovvero l’approvazione del masterplan e quindi i vari progetti dei singoli edifici che, come ha riferito Andrea Ruckstuhl, amministratore delegato di Lendlease Italia: tutti i servizi e la progettazione li acquisteremo sul territorio con la logica del chilometro zero (quindi architetti italiani?).
Perciò, se tutto filerà liscio, le attività di trasformazione complessiva potranno cominciare nel 2019, e, da quella data, il cantiere si avvierà in fasi successive per un periodo di circa dieci anni.
Sarà un progetto che entrerà a pura maturazione in 10-15 anni e che creerà valore nel lungo periodo.
Naturalemte del vecchio sito Expo rimarranno il Padiglione Italia, l’arena, i canali che circondano il sito, piazza Italia, la collina che diverrà un Orto Botanico la vecchia Cascina Triulza e naturalmente l’Albero della Vita.
E’ un misto tra il Leiden Science Park e Amsterdam Zuid/Zuidas. Interessante, speriamo i tempi vengano rispettati perché dobbiamo recuperare terreno!
Interessante.. Ma basta con sta super inflazionata “città del futuro”
Infatti, nei rendering si sono dimenticati le navicelle di blade runner
(senza guidatore, per carita’)
Mi spiace ma hanno detto tutto e niente con questa presentazione. Termini triti e ritriti, futuro, innovazione.. e un masterplan che avrei potuto disegnare anche io che non da alcuna indicazione su come effettivamente sarà l’area. Come al solito, non ho dubbi, si andrà al ribasso e alla mediocrità.
allora perché non ci alleghi i rendering del tuo progetto?
Speriamo venga demolito l’orrendo albero della vita.
Hai ragione, è una roba che dopo solo due anni ha già stufato.
Pero’ potrebbero sempre riutilizzarla in un LunaPark.
Speriamo valorizzino anche il bellissimo e unico Albero della Vita
Hai ragione, è unico e continua ad avere il suo fascino.
Poi c’è gente, maetri della polemica, che anche di fronte ad un’aurora boreale saprebbero dire “che noia, roba già vista…”
Se la immaginiamo come la Defanse di Parigi allora tutto potrebbe tornare.
E rimanere a lungo.
Secondo me la vera sciagura è questa
Naturalmente i palazzi che si vedono in questi rendering sono solo delle immagini evocative, […] tutti i servizi e la progettazione li acquisteremo sul territorio con la logica del chilometro zero (quindi architetti italiani?).
E’ la stessa cosa che avevano detto quelli di Cascina Merlata, e si è visto l’orrore e la banalità di ciò che è venuto su. Addio concorsi internazionali, addio archistar.