Milano | Porta Garibaldi – Un recupero in stile per viale Pasubio 2

 

In viale Pasubio, a Porta Garibaldi, a quanto pare i proprietari di un lotto lungo e molto stretto hanno pensato di investire creando una nuova residenza su una volumetria già esistete ma mai applicata.

Ci troviamo esattamente in uno di quei lotti rimasti irrisolti dopo l’avvio di piani regolatori scellerati che prevedevano la demolizione dei vecchi stabili creando nuove vie per nuovi quartieri moderni. Così negli anni Sessanta, dopo la realizzazione della nuova Stazione Garibaldi, venne realizzata in parte la via Alessio di Tocqueville, parallela di Corso Como. Via che doveva aprirsi su viale Pasubio ma come si vede, non è mai stata completata e oggi è a fondo cieco e in parte utilizzata come parcheggio ai piedi della torre Bonnet.

Al posto della via, i proprietari, all’epoca, lasciarono delle botteghe commerciali che possiamo vedere ancora oggi. La parte superiore non fu mai ricostruita, nonostante il cambio di piano regolatore. Nel frattempo i proprietari del palazzo di 

Finalmente pare che si sia ad una svolta, i proprietari hanno incaricato lo studio di architettura di Chiara Consonni, di progettare un nuovo edificio residenziale incastrato tra questi vecchi palazz.

Il Comune aveva dato come unico vincolo, oltre ai limiti di edificabilità per il lotto, la disponibilità a sistemare e unificare quanto più possibile il fronte sulla via principale, rispettando gli allineamenti esistenti.

L’architetto, racconta che dopo aver osservato attentamente il contesto del quartiere e dei palazzi adiacenti, fatto di cortili di ringhiera vecchia Milano, ha avuto l’ispirazione per la nuova struttura.

Poiché il lotto presenta due affacci opposti, su due differenti vie, è stato deciso di dare ad ogni destinazione d’uso un accesso esclusivo, per evitare qualsiasi tipo di interferenza.

Alla parte commerciale è stato lasciato l’affaccio sulla via commerciale, più importante e di maggior passaggio. E’ stato previsto anche un volume di unione tra le due stecche esistenti e creato una circolarità di movimento, valorizzata dalla forma a ferro di cavallo.
Mentre per la parte residenziale è stato destinato l’affaccio sulla via interna, più tranquilla: in questo modo, chi fruirà di quegli spazi potrà godere di maggior silenzio.

Noi avremmo preferito un volume, anche piccolo, che coprisse quel brutto muro cieco oggi utilizzato come supporto per spazi pubblicitari, ma forse a causa dell’esiguo spazi a a disposizione, impossibilitati a realizzarlo.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

21 commenti su “Milano | Porta Garibaldi – Un recupero in stile per viale Pasubio 2”

  1. Mi piace tantissimo, tantissimo. Se non si deve fare qualcosa di geniale, è infinitamente meglio fare qualcosa di questo tipo.

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    • niente mezze misure: o cose geniali o tristezza cosmica. In effetti nella vita è meglio non avere mezze misure.

      Però essere geniali è meglio….

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  2. Sicuri che non l ha progettato un geometra della Brianza? Lo stile mi sembra proprio quello..
    Nome del progetto: la periferia in centro

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  3. Ci poteva stare un progetto di rottura che esaltasse la frammentarietà e assurdità del lotto.

    Invece abbiamo un triste condominio stile hinterland anni 90 che con la sua timida ignavia cerca di passare inosservato come solo i mediocri sanno fare.

    Posso però capire che fosse la strada più facile per farsi approvare il progetto dalle varie commissioni edilizie e paesaggio. Missione compiuta, tanto qualche sciuretta che compra in zona la si trova comunque ed in ogni caso è “meglio di prima”.
    Avanti il prossimo 🙂

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  4. Il Muro cieco andava risolto. La fantasia dei progettisti non ha trovato la soluzione per rimediare agli errori del passato. Rimango comunque sempre basito dall’apprendere che negli ani 50 praticamente si sia progettato il completo annientamento della città storica.

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  5. Mi pare si aggiunga disordine a disordine senza alcun coraggio; senza considerare minimamente quello è successo e sta avvenendo nell’immediato contesto.
    Riproporre ostinatamente la Milano che fu come retorica per rifarsi di errori compiuti nel passato mi pare a sua volta l’errore più grande che si possa commettere per questa città.

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  6. senza voler infierire, ma un giovane architetto, nell’anno di grazia 2018, dopo anni passati sui banchi di studio a rileggere i progetti di illustri architetti che l’hanno preceduta, questo partorisce in uno degli angoli più frequentati della città, a un passo da uno degli ultimi edifici progettati da herzog & de meuron?
    santo cielo!

    ps stendiamo un velo pietoso sulla committenza…

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    • L’importante è saper intortare bene le varie commissioni che esaminano i progetti e far contento il committente.

      La Buona Architettura abita altrove purtroppo.

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  7. triste… a parte lo stile modesto (che può anche essere voluto ma modesto sempre rimane), e senza offesa per l’architetto, pare anche figlio di un discorso un po’ disonesto intellettualmente, dato che di fatto rimane un “tappo” per via De Tocqueville che non fa nulla (e nemmeno ci prova) per risolverne l’aspetto tormentato, che pure viene detto essere uno dei requisiti posti dalla amministrazione.

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  8. Credo che il progetto possa essere migliorato, e su questo siamo d’accordo tutti.
    Per quanto riguarda l’arrivo di nuove abitazioni e quindi possibili famiglie, sono assolutamente a favore, poiche’ Milano diventi sempre piu’ abitata e abitabile.
    Locali , ristoranti e uffici ne abbiamo davvero tanti, direi che qualche “residente” in piu’ sarebbe meglio,
    Mi spiace vedere, troppo spesso ,commenti “distruttivi” e poco costruttivi, fosse per alcuni di voi non si farebbe niente e con le mani dietro la schiena mi sembra ci si scagli troppo facilmente con feroci critiche contro chi decide di fare qualcosa di buono, o almeno pensa di farlo.
    ln Viale Pasubio ci sono la Feltrinelli e la Microsoft che hanno recentemente vinto uno dei premi piu’ prestigiosi al mondo (MIPIM), e a parte la mancanza di verde, il vero problema NON e’ legato al colore
    o alla forma della palazzina che faranno (tral’altro discreta e pulita) , ma legati ad alcuni locali della zona a cui e’ permesso di tenere aperto tutta notte fino alle 6 del mattino, con gente ubriaca e sotto effetto di chissa’ quali sostanze a rendere precaria la sicurezza della citta’ stessa.Per non parlare del decoro.. urinano e vomitano sui marciapiedi, rompono bottiglie di birra , vetri delle auto in sosta e di tutto cio’ che di pubblico e privato incontrano sulla loro strada…scusate,so di essere andato fuoritema, ma questi sono i problemi di cui essere tutti piu’ sensibili e da risolvere prioritariamente.. non bisogna permettere a certi locali di aprire o di tenere aperto dove i residenti hanno il diritto di dormire di notte e di sentirsi al sicuro, oltre che non costringere tutti i cittadini a pagare per i loro danni.
    Detto questo, bisognerebbe solo essere contenti di quello che sono i continui sforzi sul fronte svilupo urbano con continui miglioramenti alla nostra citta’, e che grazie ad URBANFILE , riusciamo a vivere in tempo reale.

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  9. Est 71 non hai capito o non mi sono spiegato. Quell’angolo di Milano nasce dal progetto abortito di una superstrada nella vecchia Milano. L’eredità sono i due muri ciechi che vediamo oggi ( In uno hanno aperto delle finestre e va bene) Il Progetto non risolve il muro cieco e lascia sostanzialmente le cose inalterate. Che c’entra riproporre la Milano che fu? E’ una considerazione che nasce dal nulla.. anzi volevo dire il contrario.. che il progetto manca di coraggio e si limita a costruire una palazzina che rievoca proprio senza qualità la Milano che fu.
    Mi sono spiegato?

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  10. Devo dire che l’aspettativa per questo lotto era davvero diversa, veramente una costruzione anonima senza un anima Peccato!!!! In un area di grande innovazione e sviluppo mi sarei aspettato sicuramente qualcosa di meglio…forse sarebbe stato meglio unire via toquevile con via Pasubio…

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  11. La Via Toqueville é rimasta cieca poiché preferirono creare lo sbocco in Viale Pasubio con la Via Nino Bonnet, prima inesistente, demolendo una parte del caseggiato che fa angolo con Via Pietro Maroncelli alla fine degli anni ’50

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