
A Brera, nell’Orto Botanico c’era, da lungo tempo, un’area completamente lasciata un po’ selvaggia, dove si allestivano temporanei eventi e dove la natura era sempre un po’ trascurata. Si tratta dell’area che confina coi palazzi di via Brera.
Infatti i privati, tramite donazioni, hanno finanziato l’intervento con 200 mila euro. I lavori hanno interessato l’arboreto, la parte più arretrata e trascurata dei cinquemila metri quadrati di terreno, dove sono state aumentate da 800 a mille le specie vegetali e dove è stata creata una barriera sempreverde formata da tassi e agrifogli, in modo che quest’angolo rimanga nascosto e separato dall’area più conosciuta dove si trovano le aiuole scientifiche con le collezioni dell’orto.
I lavori sono a cura di Atelier De Molfetta Strode.
Finalmente, dopo alcuni mesi di lavori, l’area è stata quasi riqualificata con un nuovo percorso e nuovi spazi, trasformandolo in un delizioso angolo di giardino, anche in vista di essere unito al nuovo giardino della nuova ala della Pinacoteca di Brera di Palazzo Citterio.
Un nuovo sentiero in ghiaia e pietre di recupero, dell’Arboreto, collega i vari angoli del nuovo allestimento che si allarga in piccole piazzole per la sosta e la contemplazione. Al centro di trova la grande Radura di 225 metri quadri, un prato tra le fronde degli alberi. Al confine col “vecchio” orto Botanico è stata invece allestita una piazzetta di 23 metri quadri con una panca ad anfiteatro e lastricata in pietra per il relax, la Vasca dei Pensieri. Ancora collinette verdi, la cisterna per il riciclo dell’acqua e uno spazio dedicato all’educazione. Con un grande tavolo a forma di seme per i laboratori didattici, pannelli esplicativi, diverse “stanze” con i compost per imparare le differenti fasi di decomposizione del materiale vegetale.
L’inaugurazione è prevista a Giugno e, come dicevamo, sarà pronto per collegarsi al vicino giardino di Palazzo Citterio, dove nel frattempo sono in corso i lavori per la realizzazione dell’opera di Mimmo Paladino, il Muro Longobardo, un opera realizzata in parte riutilizzando le macerie architettoniche lasciate per lungo tempo nel cantiere che era diventato il giardino.
Sempre poi attendendo la famosa passerella che unirà i due palazzi attraversando l’Orto Botanico.