Si chiama SEIMILANO il nuovo progetto di rigenerazione urbana che Borio Mangiarotti Spa, azienda storica che opera nel settore immobiliare dal 1920, e Värde hanno presentato oggi a Palazzo Marino.
Sorgerà su una superficie di oltre 300.000 mq, fra Via Calchi Taeggi e Via Bisceglie – a pochi metri dalla fermata della metro – e comprenderà residenze, uffici, una piazza commerciale, funzioni pubbliche e un grande parco urbano di 200.000 mq, con aree verdi attrezzate. Il masterplan di SEIMILANO è di MCA Mario Cucinella Architects, mentre il disegno del parco è stato affidato allo Studio Internazionale Michel Desvigne – Studio MDP. Il progetto sarà sviluppato in partnership con il fondo americano Värde, con cui la Società ha siglato un accordo di joint venture che prevede un investimento di oltre 250 milioni di euro. Partner dell’iniziativa per una piccola quota di volumetrie pari al 6,5% circa del totale è anche la cooperativa Solidarnosc.
“Siamo pronti a dare avvio a SEIMILANO, un progetto che trasformerà l’area in un luogo unico ed attrattivo, un nuovo centro per la Città dove la gente avrà piacere di stare. SEIMILANO è prima di tutto un progetto per la città e al suo servizio” ha dichiarato Regina De Albertis, Direttore Tecnico di Borio Mangiarotti
Avvenute le bonifiche, si darà avvio alle prime fasi di costruzione nel 2019, del progetto che prevede oltre 1.000 residenze suddivise al 50 % in residenza libera e convenzionata, 26 mila metri quadrati di uffici e 8 mila metri quadrati di funzioni commerciali, per uno sviluppo di oltre 123.000 mq di slp. La fine dei lavori è prevista per il 2022.


Ho visto il video di presentazione. Chiaramente c’è un pensiero dietro il masterplan e mi sembra sulla carta meglio di altre cose in zona anche se non è un intervento “di lusso”. L’idea di fare case più piccole a parità di volumetria ha un gran senso e lo rende più umano.
Però l’impostazione è quella delle varie Milano 2 e Milano 3: un quartierino bellino, probabilmente piacevole da vivere il weekend e la sera col suo bel verde intorno e aggrappato come un naufrago alla zattera al capolinea della M1, come collegamento col mondo.
I “cannocchiali” sono tutti interni, non si unisce al Parco delle Cave, non è una estensione del quartiere adiacente intorno alla Creta, non parla col Lorenteggio e non vede quel che c’è più fuori verso l’Ipercoop e Cesano Boscone.
Non ci sono funzioni pubbliche a fare da traino (che io abbia capito). Le solite percentuali di verde, case, uffici e commerciale dei Piani integrati di 20 anni fa.
Insomma in una zona un po’ periferica e che manca di un “centro” attrattivo e riqualificante, andare a fare una sorta di “cittadella” privata non so se era l’idea più utile. Il vantaggio è però che chi ci andrà ad abitare sarà in un ambiente gradevole e questo (specie per chi costruisce e ci investe) non è cosa da poco e nemmeno facile da ottenere. Dal punto di vista urbanistico invece ho dei dubbi (ma lo ammetto sono un amatore sul tema).
Vedo che in anni di sospensione del progetto non si è stati capaci di “alzare lo sguardo” ed estendere un minimo gli orizzonti. La fascia alberata tutto a contorno denota il tentativo di chiusura del nuovo insediamento rispetto all’intorno. Anche solo i semplici collegamenti ciclopedonali (verso la fermata di Bisceglie o verso il limitrofo comune di Corsico dove per altro sono già previsti proprio in collegamento al parco) non sono stati presi in considerazione nemmeno quando davvero realizzabili con poco, come all’interno del parco.
Un altro “quartiere ghetto” (probabilmente non certo per poveri o disagiati) che subirà le “influenze” (e scorribande soprattutto notturne) derivanti dai dintorni!