Di fronte alla stazione Rebibbia della metro B si sviluppa il cosiddetto complesso INA Casa di Ponte Mammolo, uno dei vecchi progetti urbanistici adibiti a edilizia popolare costruito alla fine degli anni ’50 e certamente più gradevole rispetto alle mostruosità concepite appena un decennio dopo.
La pecca più grande risiedeva nella scarsità dei servizi tipica dei quartieri ultra periferici e popolari, con una limitata presenza di punti vendita al dettaglio e la totale assenza di quelli all’ingrosso.
Qualche anno fa si sono iniziate a smuovere le acque e si è messa mano a un’area in semi abbandono tra via Lanciano e via Tiburtina.
In poco tempo si è scavato quanto basta per ergere due strutture da adibire a funzioni commerciali, creando a contorno una nuova viabilità locale.
L’operazione non è ancora terminata, poiché manca all’appello la riqualificazione di un vecchio edificio del dopoguerra, anch’esso probabilmente da destinare a funzioni terziarie – commerciali, più la costruzione dell’ultimo lotto nella parte di terreno più prossima al fiume Aniene.
Se è vero che è stato dotato il quartiere di servizi prima mancanti, occorre anche dire che il progetto in questione rientra nel computo di una mediocre realizzazione, sfoggiando una sequenza di banali capannoni rivolti a funzioni commerciali.
Forse si poteva ambire a qualcosa di più qualificante e gradevole.