Milano | San Babila – Apre Wagamama in via San Pietro all’Orto

Tutti fremono per la tanto attesa apertura del primo negozio Starbucks in Italia, che aprirà nel prossimo autunno, oppure tutti fremono per l’apertura del tanto sospirato negozio Apple, ma a due passi domani, 21 giugno 2018, apre in via San Pietro All’Orto (di fronte allo store di Abercrombie & Fitch) a San Babila, Wagamama.

Wagamama, è senza alcun dubbio tra i più apprezzati brand di cucina asiatica al mondo, nato a Londra nel 1992, arriva ora anche in Italia. A dire il vero ha già aperto nei due aeroporti dell’area milanese, a Malpensa (VA) e all’interno dello shopping center dell’aeroporto di Orio al Serio (BG).
L’apertura è il frutto dell’accordo di partnership siglato a luglio 2016 da wagamama con W Italia srl – società nata dalla collaborazione tra Percassi Food & Beverage, la holding di Percassi attiva nel settore della ristorazione e Migebar srl, società di Giacomo Moncalvo e Maurizio Raviolo – accordo che segna solo l’inizio di una serie di altre inaugurazioni in Italia, portando a 19 i Paesi in cui il marchio è presente nel mondo.

Il negozio, molto elegante, ha preso il posto della libreria Mondadori, trasferitasi qui qualche anno fa, senza un grande successo. L’interno molto accogliente, si sviluppa su due piani. Come per tutti i ristoranti wagamama, anche in questo primo italiano, la cucina sarà a vista per permettere ai clienti di assistere in diretta alla preparazione dei piatti.

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12 commenti su “Milano | San Babila – Apre Wagamama in via San Pietro all’Orto”

  1. Ormai queste catene si stanno impossendando del centro , per molti un aspetto positivo ( così saremo all altezza delle capitali europee) , ma penso , che per i turisti non lo sia , loro sognano L Italia nel bene e nel male ,non certo i locali che si trovano dappertutto copia incolla , viva la tradizione

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  2. Via San Pietro all’orto fa schifa. Quando una pedonalizzazione? È un parcheggio con marciapiedi ridicoli, senza arredo urbano. Va benissimo essere internazionali nei brand ma a livello di strade siamo messi quasi peggio di una città africana

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  3. Finalmente .
    Bellissimo.

    Mancano ristoranti in San babila centro un Po internazionali e easy relax senza scopanelc tanto tipici in questa zona.

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  4. peccato che ci abbia assaggiato wagamama e ci capisca un minimo sappia che la qualità è infima.. pressoché un insulto alla tradizione culinaria a cui si ispira..

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      • E’ meno peggio di tanti altri franchising e l’arredamento è figo.
        Personalmente preferisco dare i miei soldi agli indipendenti che han voglia di fare e costruire e crescere. Nella comunità asiatica di Milano ce ne sono a cercarli.
        Poi il mondo è bello perchè è vario e se a uno piace l’omogeneità e la standardizzazione a prezzo decente è giusto che abbia dei franchising che lo soddisfano.
        In fondo anche McDonalds è un po’ un insulto alla cultura dell’hamburger cui si ispira, ma ci si va volentieri di tanto in tanto.

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        • Ecco appunto.
          Meglio del succo di frutta a 15 euro nei tavolini per turisti in mezzo al corso…

          È in tutti quei ristoranti del corso è in via Dante si mangia dimmerda… italiani doc.

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          • Concordo in pieno con wf. Abbiamo ristoranti turistici italiani che sono un insulto alla cucina a cui si ispirano… sono solo dei spenna turisti.
            Poi hai il koreano indipendente che è ottimo

          • Non fanno tutti schifo i ristoranti italiani in duomo , sorbillo non è male , certo in zona il livello non è alto , un milanese difficilmente va a mangiare in duomo e sui navigli , in generale dove c è molto turismo ( odio il menu con le foto dei piatti esposti , bisognarebbe vietarli ) vi consiglio zona isola , un sacco di ristoranti e locali

  5. Certo che Milano sta diventando internazionale. Soho club, Starbucks, Apple Store, Five guys e ora questo. Io non la vedo male, c’è spazio per tutti e forse è uno stimolo per tanti esercenti italiani che si sono “seduti” e hanno rinnovato o curato poco i loro locali. Ora però bisognerebbe uscire dalla logica che il “centro” stia praticamente tutto tra San Babila e Castello, va ampliato con pedonalizzazioni e creazione di nuovi itinerari turistici

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