Milano | Turismo: la sperimentazione dei risciò turistici

Granelli e Guaineri: “Turismo e mobilità sempre più sostenibili, grazie ai velocipedi a tre ruote un modo nuovo per scoprire il centro di Milano”

Valorizzare il territorio, migliorare e diversificare l’offerta turistica e incentivare la mobilità alternativa e sostenibile: i velocipedi a propulsione muscolare, e con pedalata assistita, i cosiddetti ‘risciò’, sono una risposta perfetta per muoversi in centro lungo i percorsi preferiti dai visitatori. Per questo oggi sono state approvate dalla Giunta comunale le linee guida del bando sperimentale che individuerà progetti che utilizzano velocipedi in aree di grande interesse turistico su percorsi predefiniti di interesse storico, artistico e culturale.

“Turismo e mobilità devono essere sempre più a impatto zero – dichiarano Marco Granelli, assessore alla Mobilità e Ambiente, e Roberta Guaineri, assessore al Turismo –. I tricicli sono un modo pratico, divertente, agile per visitare il centro storico della città, la cosiddetta Area C, per questo vogliamo incentivare e diffonderne l’utilizzo. Attraverso lo strumento del bando saranno individuati i progetti e le aree destinate alla sosta di questi veicoli. Questa sperimentazione è un importante passo avanti nella valorizzazione delle grandi potenzialità turistiche di Milano. Grazie ai risciò, infatti, viene offerta ai turisti l’opportunità di vivere la città e scoprire il suo magnifico patrimonio architettonico e monumentale in modalità completamente sostenibile”.

L’Amministrazione individuerà percorsi definiti nel centro storico, luoghi di interesse turistico, artistico e paesaggistico e saranno definite alcune aree strategiche per la sosta dei tricicli come piazza Duomo, largo Cairoli, piazza Cordusio e piazza S. Babila.

I progetti saranno avviati in via sperimentale per 24 mesi. Potranno partecipare al bando esclusivamente imprese che si avvalgono di personale che abbia la qualifica di accompagnatore turistico la cui prestazione risponda ai requisiti della normativa sul lavoro e siano tutelati tutti i requisiti di sicurezza per chi manovra il veicolo, i passeggeri e i passanti. Requisito imprescindibile sono anche le coperture assicurative.

 

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

32 commenti su “Milano | Turismo: la sperimentazione dei risciò turistici”

  1. e BASTA con questa modalita sostenibile, AVETE STANCATO !!!!
    E BASTA !!! Noi ci spostiamo con il mezzo che ci piace, andate voi in bicicletta , tra un paio di anni vedete quante pedalate che fate… BUZZURRI T. !!!
    Ahahah sfigati!!!!
    ah ahahahahah

    Rispondi
    • Qua l’unico sfigato sei tu e no, non ti sposti con i mezzi che vuoi se a rimetterci è tutta la popolazione. Ti consiglierei di passare più tempo sui libri ma capisco che sia inutile.
      Buona vita misera.

      Rispondi
      • Siete una minoranza rassegnati ! Non vi rendete conto di quanto siete ridicoli ! A quando una manifestazione antirazzista perchè ci sono poche piste ciclabili???
        ahahahahah

        Rispondi
        • Da che mondo è mondo le persone intelligenti sono sempre state una minoranza, siamo rassegnati già da tempo.

          Una volta, però, le persone ignoranti almeno capivano il disvalore della loro ignoranza e spesso cercavano perfino di migliorare.

          Oggi invece una campagna mediatica molto furba vi fa credere che essere ignoranti sia una cosa figa e della vostra ignoranza ve ne vantate.

          Ovviamente, essendo appunto ignoranti, non vi passa neanche per l’anticamera del cervello che la glorificazione dell’ignoranza sia solo una mossa di quelle élite a cui credete ingenuamente di ribellarvi. Che mantenendovi nell’ignoranza possono manipolarvi ancora più facilmente con quattro slogan semplici semplici e quattro fake news.

          Come disse quel tale… “non c’è miglior schiavo di quello che crede di essere libero”.

          Rispondi
    • visto che gireranno prevalentemente nel centro storico, speriamo si tolgano di torno pure moto motorini e scooter. Che son meglio delle auto ma tutto tranne che “sostenibili” (tra l’altro oltre al rumore e alla pericolosità con cui si muovono, sono pure molto inquinanti rispetto ad una bici o a un risciò semielettrico)

      Rispondi
  2. Quelli che già ora si vedono che fine faranno? Devo dire che non mi piacciono, mi sembrano un po’ molesti con i turisti e un filo cialtroni. Spesso li vedo in piazza castello e largo cairoli che cercano di far fare una corsa a qualche turista, e anche quando si muovono almeno a me fanno effetto “Mumbai”. Ad ogni modo, vediamo questa sperimentazione come va.

    Rispondi
  3. Sono curioso di vedere quali è come saranno i percorsi apposita,ente dedicati…Che sia la volta che questa giunta ci fa un enorme regalo e finalmente chiude al traffico alcune strade oppure costruisce piste ciclabili degne di questo nome ?

    Spero di sbagliarmi ma secondo me verranno buttati nel normale ed affollatissimo traffico quotidiano…

    Rispondi
  4. Mi sembra una buona notizia. Se aiutano poi, con la loro presenza, a limitare la strafottenza infinita dei tassinari ci guadagniamo tutti.
    Eliminare però subito lo schifo del parcheggio taxi davanti alla cattedrale, ma in quale altra grande città al mondo ormai c’è un parcheggio di fronte al proprio Duomo? Che lo si sposti in piazza diaz o verso piazza scala

    Rispondi
      • inoltre la piazza deve essere sempre fruibile, non come adesso che ogni mese viene transennata per manifestazioni etc, che si trovino un altra piazza

        Rispondi
        • E qui mi trovo d’accordo con padano.
          Non si può vedere sempre più spesso Piazza del Duomo transennata e con orribili strutture che dovrebbero essere palchi.
          Ci sarebbe il parco sempione, se proprio si vuol stare in centro.
          Possibile che la diocesi (o il vescovo o i preti non so ,non me ne intendo tanto di questioni religiose) che pontificano giornalmente su qualsiasi cosa, non abbiano niente da dire?

          Rispondi
          • Piazza Duomo non è della Curia ma del Comune e vista anche la sua storia e centralità, sarebbe inopportuno che l’Arcivescovo di Milano andasse a questionare su come e quando il Comune autorizza l’uso.

            Del resto il Cardinale fu molto soft anche nel 2009 quando 200 musulmani alla fine di un corteo per la palestina non autorizzato verso il Duomo, si misero a fare la preghiera islamica in piazza: parlò genericamente di mancanza di sensibilità (e dopo qualche giorno la comunità islamica di Milano gli chiese pure scusa)

        • il comune non deve più dare la piazza a nessuna manifestazione!
          L unico giorno è il 31 dicembre, ma visto che quella sera si vedono solo arabi, è meglio vietare qualsiasi manifestazione nei 356gg .

          Rispondi
          • Soprattutto non la deve dare per raduni politici tipo quelli dove personaggi sparaballe, ex difensori del Nord, giurano sul Vangelo… quelli sono davvero ridicoli e oltraggiosi.

  5. Sul fatto che piazza Duomo fosse del comune di Milano ci arrivavo anch’io,
    ma sta tranquillo che se la curia avesse qualcosa da ridire il compagno Sala obbedirebbe come un cagnolino ammaestrato.
    Poi è tutto da vedere quanto siano sempre opportuni gli interventi del Vescovo o Arcivescovo o curia o diocesi, va bè ci siamo capiti

    Rispondi
        • Si ma anche Anonimo delle 16.55 non ha capito un ca.zo: Uno gli spiega come i vari Arcivescovi di Milano sian sempre stati molto rispettosi del Comune e lui si lancia nel trito e ritrito pistolotto anti Vescovi, anti Sala, anti tutti…

          Credo che il caldo non colpisca solo wf 🙂

          Rispondi
          • Ah certo, per il cardinale soft del 2009, hai ragione.
            Meno male che ci sei tu a spiegarci le cose, ma fammi il piacere.

          • L’indipendenza della chiesa ambrosiana ha radici storiche molto profonde. Per molti secoli Milano ha conservato il privilegio di eleggersi da sola i propri vescovi, come nei primi tempi del cristianesimo, anche dopo che i vescovi erano diventati di nomina papale.

            Quando Ambrogio fu eletto vescovo per acclamazione dai milanesi, per poterlo insediare lo dovettero prima battezzare perché non era nemmeno battezzato.

            Spesso nel Medio Evo Milano ha avuto due vescovi, uno eletto, che stava in città e veniva sostenuto dal clero locale, e un altro di nomina papale che di solito risiedeva a Pavia, a Lodi o in qualche altro comune anti-milanese e filo-imperiale.

            Ovviamente, nel più puro spirito milanese, questo attaccamento alla tradizione del vescovo elettivo non veniva da un particolare anelito spirituale, ma dal fatto che la chiesa ambrosiana era attivamente coinvolta nei ‘business’ cittadini, anche se allora non si diceva così, inclusa la riscossione di tasse e gabelle.

            E’ grazie a questa consolidata tradizione se a Milano, a differenza di altre parti d’Italia (vedi grande latifondo meridionale), la chiesa è sempre stata più un fattore si sviluppo che di arretratezza.

            Dopo vari secoli e svariati Interdetti (cioè scomuniche all’intero Stato di Milano e a tutti i suoi abitanti) anche Milano dovette piegarsi ai vescovi nominati da Roma. Oggi ovviamente i ruoli sono diversi, ben definiti e separati, ma gli effetti di quella tradizione continuano a farsi sentire.

            A chi volesse saperne di più consiglio la lettura del bel libro ‘I Visconti. Storia di una famiglia’ di Francesco Cognasso.

  6. dopo gl autobus dei turisti e taxi parcheggiati in duomo , auto della polizia , militari e vigili , le transenne per le manifestazioni fisse e depositate nella piazza , si aggiungono altri risciò tutti davanti al duomo , ma siamo sicuri che sia pedonale il centro ? Oltretutto gl attuali risciò fanno il percorso , duomo -arco della pace ,quando via Dante é molto affollato sono molto pericolosi , per il momento ci dobbiamo tenere questa giunta , poi dovrà pagare il conto

    Rispondi
    • ho notato anch’io che le transenne vengono scaricate sulla piazza !!!!
      Ci vuole cosi tanto portarle in un deposito del comune?????

      Rispondi
  7. Il problema è ormai chiaro a tutti: il centro pedonale è troppo piccolo. Aree di sfogo ce ne sono, ma bisogna intervenire pedonalizzando, riqualificando e creando nuovi percorsi pedonali: piazza Diaz, corso Europa, piazza fontana (altro schifosissimo parcheggio taxi), via Torino verso l’ormai ex garage Sanremo, Cordusio e piazza Affari. Dove non passa il tram si deve chiudere al traffico, pedonalizzare e allargare i marciapiedi dove saranno autorizzati i soli taxi e residenti. Solo così si può dare un po’ di sfogo a San Babila, Duomo, Castello.

    Rispondi
        • Purtroppo in quanto ad arredo urbano l’elenco di città delle 2 Sicilie che fsnno vergognare Milano di come voi la trattate in fatto di vivibilità è
          STERMINATO.

          Dovresti mettere un Po di orgoglio padano per rendere più bella la tua città.
          Non per trasformarla in una merda piena di catrame e smog.

          È qui che devi tirare fuori le…

          Rispondi
  8. Da che mondo è mondo le persone intelligenti sono sempre state una minoranza, siamo rassegnati già da tempo.

    Una volta, però, le persone ignoranti almeno capivano il disvalore della loro ignoranza e spesso cercavano perfino di migliorare.

    Oggi invece una campagna mediatica molto furba vi fa credere che essere ignoranti sia una cosa figa e della vostra ignoranza ve ne vantate.

    Ovviamente, essendo appunto ignoranti, non vi passa neanche per l’anticamera del cervello che la glorificazione dell’ignoranza sia solo una mossa di quelle élite a cui credete ingenuamente di ribellarvi. Che mantenendovi nell’ignoranza possono manipolarvi ancora più facilmente con quattro slogan semplici semplici e quattro fake news.

    Come disse quel tale… “non c’è miglior schiavo di quello che crede di essere libero”.

    Rispondi

Lascia un commento