Milano | Desio – Il “Centro Stile” rimane in attesa, ma qualcosa si muove…

Testo e foto di Matteo Pacini

Ancora nulla di fatto per il “Centro Stile”di Desio, meglio noto ai più come il “Palazzo dell’Arredamento” che, ormai dai primi anni ‘90, giace in stato di completo abbandono sotto gli occhi di tutti lungo la Strada Statale Valsassina tra Desio e Lissone-Muggiò.

Dagli anni ‘60 a inizi anni  ‘90, il «Centro Stile» è stato uno dei simboli del Made in Brianza, tra i settori trainanti dell’intero Made in Italy e, per lungo tempo, il centro espositivo per l’arredamento più grande d’Europa.

Con i suoi 15.608 mq disposti su sette piani con ampia terrazza panoramica, dava spazio a più di 250 espositori e lavoro a circa 1000 persone ma, con il declino dell’industria del mobile brianzola e, a seguito di un cambio di viabilità che vide la chiusura dello svincolo per «Desio centro», nel 1992 ha inizio il tracollo.

Di lì a poco la chiusura definitiva della struttura, alla quale sono seguiti decenni di abbandono e degrado che, a causa dell’imponenza dell’edificio e della sua posizione strategica, non passa di certo inosservato.

Numerose le proposte d’acquisto e i progetti presentati e naufragati nel corso degli anni, sia a causa dell’alto numero di proprietari dello stabile (sembrano essere 127), che non sono mai giunti ad un accordo sul destino dell’area, sia a causa degli alti costi per la bonifica e il recupero di una situazione che anno dopo anno si va ulteriormente aggravando.

Sembrava essere in dirittura d’arrivo l’accordo con una società rumena, la “European Group Investment and Management”, attiva nell’ambito dello sviluppo e promozione di progetti immobiliari, con sede legale a Bucarest, in Romania, e una sede operativa in Italia, a Cologno Monzese. L’idea è quella di trasformare l’ex “Palazzo dell’Arredamento” in un centro di assistenza e residenza per anziani, con RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) e una serie di servizi quali una palestra, una farmacia, un centro per la fisioterapia e vari ambulatori.

Grande entusiasmo era stato trasmesso anche dal sindaco Roberto Corti che ha dichiarato: «Ho la sensazione che ormai ci sia qualcosa di più che una promessa» e anche la proprietà era sembrata ottimista con le parole di Paolo Aliprandi, tra i principali proprietari, cheera intervenuto dichiarando: «Stiamo mettendo a punto alcuni documenti, poi passeremo all’atto notarile. Vogliamo concludere tutto entro il 18 dicembre (2017)».

Anche se siamo ben oltre la data indicata nelle ultime dichiarazioni, c’è da dire che di passi avanti ne sono stati fatti.

A seguito di episodi di violenza, di retate di polizia e carabinieri per sgomberare i locali, e di un presidio organizzato dalla Lega che vide nel settembre 2017 (l’attuale Ministro dell’Interno) Matteo Salvini minacciare di presentarsi con le ruspe per procedere arbitrariamente alla demolizione dell’ecomostro, ad oggi, in effetti, è stata assoldata una guardia giurata a sorveglianza continua  (con ausilio di cani da guardia) dell’area, le cui recinzioni sono state ripristinate e messe in sicurezza.

Potrebbe essere la volta buona per l’arrivo di una soluzione definitiva a quello che da anni è indicato come il vero problema della città?

 

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4 commenti su “Milano | Desio – Il “Centro Stile” rimane in attesa, ma qualcosa si muove…”

  1. Sequestrare no. siamo ancora uno Stato di Diritto. E poi sarebbe una roba da “sinistrorsi che devono essere messi su una barca con la chiglia bucata” come sostiene qualcuno su questo blog e che ora ha idee simili ai sinistrorsi ecceteraeccetera… -:)
    Casomai sarebbe invece apprezzabile un aumento di qualche tassa, anche se non ho idea di quale possa essere, a carico dei proprietari che lasciano andare così un edificio. Una specie di “cauzione” nei confronti di un ammaloramento voluto.

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    • non penso che sia da sinistroide sequestrare un palazzo ricettacolo della malavita , se per oltre 20 anni i 127 proprietari non hanno messo in sicurezza l edificio , va requisito è messa all asta , perché compromette l incolumità dei vicini , basta con il degrado , sono liberale , ma se uno sbaglia deve pagare , come succede in Svizzera e in altri paesi

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