Milano | Borgo degli Ortolani – L’antica Chiesa della Santissima Trinità, demolita per il progresso

Il Borgo degli Ortolani, fuori porta Tenaglia, l’attuale Piazzale Biancamano, era un “borgo” di antica formazione fuori dalle mura difensive di Milano, sorto lungo la strada che portava verso Varese, oggi via Canonica e Piero della Francesca.

Oggi il “borgo” è completamente cambiato nel corso dell’ultimo secolo, perdendo la sua antica e popolare storia, distrutta dalla smania di modernità. Come ogni borgo di rispetto, anche questo, sorto oltre Porta Tenaglia, aveva la sua grande chiesa, purtroppo oggi sparita.

Infatti l’attuale chiesa della Santissima Trinità fu costruita tra il 1964 e il 1967 su progetto di Fritz Metzger, per sostituire la precedente chiesa parrocchiale, posta poco distante e abbattuta per necessità urbanistiche. Della primitiva chiesa medievale sopravvive solo il vecchio campanile, ora racchiuso nel giardino del palazzo di via Giannone al 9.

Le molte risorse idriche della zona, il torrente Nirone insieme a varie rogge e fontanili, furono certamente uno dei motivi principali per cui si sviluppò lungo questa strada una serie di cascine, i cui prodotti (frutta, ortaggi, verdure) venivano coltivati in abbondanza, raccolti e venduti dando così origine al nome del borgo, che in milanese sarebbe in realtà borgh di scigulatt, cioè il borgo dei produttori di cipolle, ma che per “estensione” del concetto divenne ufficialmente il “borgo degli ortolani”.

Posta a breve distanza dalla strada romana corrispondente all’attuale via Canonica, strada che collegava Mediolanum con il Seprio (varesotto), circondata da cascinali e mulini alimentati dalla fitta rete idrica e dal torrente Nirone, la chiesa venne costruita all’incirca nel 1200 per servire la numerosa borgata degli ortolani. Sorta a breve distanza dal convento di Sant’Ambrogio ad Nemus, la parrocchia aveva un territorio vastissimo ed era officiata inizialmente dall’ordine di San Benedetto, mentre passò nel 1250 all’ordine degli Umiliati. Nel 1291 divenne preposto alla chiesa della trinità frà Bonvesin de la Riva, appartenente al terzo ordine degli umiliati. Il quale divenne famoso per aver scritto una sorta di guida turistica del tempo, il Magnalibus Mediolani (grandezze di Milano). Innamorato di Milano e del fertile territorio che la circondava, delle sue chiese e delle attività dei suoi abitanti, Bonvesin de la Riva ne esaltò le qualità, prezioso documento su Milano della fine del 13º secolo.

Nel 1616, un violento incendio distrusse la Chiesa, che venne subito riparata entro il 1638 con la conclusione della facciata. Nei due secoli sucessivi, la chiesa subì vari interventi, alcuni strutturali, la maggior parte decorativi, che si aggiunsero a quelli dell’epoca romanica e barocca soprattutto nei primi decenni del 19º secolo rivestendo pareti volte e pilastri con stucchi dorature e ornati dipinti. La necessità di aumentare la capienza dei fedeli porto nel 1841 all’abbattimento della facciata in cotto e all’allungamento di due campate. Successivamente nel 1882 vennero demoliti i due muri che racchiudevano il presbiterio aggiungendo spazio al coro, purtroppo ai lati dell’altare maggiore si trovavano due affreschi di Ambrogio Fossano, detto il Borgognone andati perduti per sempre dopo le modifiche.

Nel 1891 venne realizzato un sopralzo alla torre campanaria medioevale, ma che ebbe vita breve, perché non idonea a sostenere il castello delle campane il cui suono a slancio provocò ben presto pericolose lesioni nella muratura.

Il prolungamento Ottocentesco era rimasto privo di facciata, con il nuovo secolo venne definito il progetto e tra il 1900 il 1902 la chiesa ebbe finalmente la nuova facciata. Elaborata dall’architetto Giuseppe Boni. Una facciata neo barocca, abbastanza decente se non fosse per il pesante gruppo scultoreo, posto sulla porta principale e modellato dallo scultore Orazio Grassoni. Seppur in forme barocco liberty, la facciata risultava molto moderna perché realizzata, ornati e scoltura compresi, in getto di cemento com’era di moda allora in piena fioritura del liberty. La chiesa parrocchiale della Santissima trinità poté dirsi finalmente completata con il nuovo campanile edificato al posto del precedente che, come si è visto, era inadatto al concerto di campane. Fu costruito infatti, tra il 1909 e il 1911 su progetto dell’ingegner Giovanni Ambrogio Locatelli, il nuovo snello campanile, mantenendo anche il vecchio campanile aderente alla chiesa.

L’antica chiesa rimase in piedi ancora per pochi anni. Superò indenne il pesante bombardamento della Seconda Guerra Mondiale che distrusse parte del vecchio quartiere, ma la sua sorte venne compromessa da un piano regolatore a dir poco distruttivo. Infatti fu il grande progetto urbanistico del 1953 che prevedeva un grande asse viario automobilistico che dall’Arco della Pace si collegasse, superando piazzale Baiamonti, con viale Zara causando enormi sventramenti nel tessuto ottocentesco della zona del Borgo degli Ortolani e la stessa demolizione della chiesa della Santissima Trinità.

La vendita dell’area su cui insisteva il complesso parrocchiale consentì l’acquisizione di nuovi spazi e e di ottenere parte notevole del finanziamento necessario per costruire la nuova chiesa e la casa parrocchiale all’angolo delle vie Rosmini e Giusti.

Così venne scelto il progetto dell’architetto svizzero Fritz Metzger e si procedette alla demolizione dell’antica chiesa una volta ultimata la nuova.

La chiesa è posta a 3 metri di altezza dal piano stradale, ed è preceduta da un sagrato accessibile tramite una scalinata laterale. Il sagrato è sovrastato dalla copertura, poggiante su sei grandi pilastri a croce, dei quali quattro sono posti all’interno della chiesa, e due sul sagrato stesso. Lo spazio ecclesiale è a pianta quadrata di 33 metri di lato; i fedeli sono disposti in modo assembleare, a semicerchio intorno all’altare.

A lato doveva sorgere un alto campanile, mai realizzato.

Anche se la nuova chiesa ha un’architettura abbastanza imponente, rimane terribilmente decontestualizzata , anche se nel corso degli anni l’edificio si è arricchito di opere moderne e di nuove vetrate colorate. Peccato come sempre aver perso una chiesa interessante per una presunta città modera che non è stata in grado di ridare un anima vera al borgo e nemmeno concluderlo.

Al suo interno si trova l’antico affresco proveniente dalla demolita chiesetta di San Rocco alla Lupetta, piccola chiesetta di campagna demolita perché venutasi a trovare al centro dell’odierno Scalo Farini.

Qui di seguito alcune immagini del contesto. Come sfondo alla Via Vittorio Alfieri si doveva stagliare la grande facciata della chiesa.

Facciata che a grosso modo si doveva trovare dove oggi si trova l’area verde di piazza Santissima Trinità.

Come avevamo accennato, della vecchia chiesa venne risparmiato il vecchio campanile medievale, realizzato in mattoni e con i classici archetti a sega ad evidenziare i piani della torre in stile lombardo dei secoli XI e XII.

Elemento che garantiva l’antica origine della chiesa assieme ai sondaggi effettuati all’inizio del Novecento ai pilastri delle navate, che risultarono avere una classica struttura medievale. Segni che non garantirono una sorte migliore a quest’antica chiesa, demolita per lasciar posto ad una nuova arteria rimasta incompiuta a sua volta, devastando soltanto un quartiere storico di Milano.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Milano Sparita, Milan l’era inscì

Borgo degli Ortolani, via Canonica, Porta Tenaglia, Porta Volta, Chiesa, Santissima Trinità, Via Giannone, via Rosmini, Via Giusti, Via Alfieri

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

7 commenti su “Milano | Borgo degli Ortolani – L’antica Chiesa della Santissima Trinità, demolita per il progresso”

  1. Solo a Milano poteva sorgere un campanile duecentesco nel mezzo di condomini anni ’60. Una cittá con millenni di storia spesso poco attenta a preservare il suo notevolissimo patrimonio artistico.

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  2. Segnalo che la chiesa della Santissima Trinità fu la chiesa dove predicò il famoso prete Liprando (quello della canzone di Jannacci e Fò), dopo che fu allontanato dalle chiese dentro le mura. Questo avveniva a cavallo tra la fine dell’XI secolo e l’inizio del XII

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