Milano | San Pietro in Sala – La Casa di Riposo per Musicisti Giuseppe Verdi

“Delle mie opere, quella che mi piace di più è la Casa che ho fatto costruire a Milano per accogliervi i vecchi artisti di canto non favoriti dalla fortuna, o che non possedettero da giovani la virtù del risparmio. Poveri e cari compagni della mia vita!.

Sono le parole che Giuseppe Verdi utilizzò per descrivere il suo ultimo capolavoro: la Casa di Riposo per Musicisti a Milano.

Casa di Riposo per Musicisti”, questo il nome ufficiale voluto da Giuseppe Verdi, ma per tutti è semplicemente Casa Verdi, come fosse la casa dello stesso Maestro di Busseto e dove aleggia ancora il suo spirito.

Da oltre cent’anni la casa in stile neo-gotico-veneziano delizia piazza Michelangelo Buonarroti (quasi un paradosso che non si chiami Giuseppe Verdi – anche perché al centro campeggia una bella statua del grande musicista) come se fosse sempre esistita, tant’è radicata nel cuore della città.

L’istituzione è unica al mondo, infatti non esistono sinora altre case di riposo per musicisti e artisti, se non odierne repliche.

L’edificio fu voluto da Giuseppe Verdi e venne costruito tra il 1896 e il 1899 su progetto dall’architetto Camillo Boito. La costruzione vera e propria iniziò però solo nel 1896 anche se Verdi e la moglie Giuseppina incontrarono diverse volte l’architetto per rivedere insieme il progetto e migliorarlo più volte.

Questo straordinario edificio in stile neogotico fu l’ultimo grande sforzo del maestro di Busseto poco prima che morisse a Milano, all’Hotel de Milan il 27 gennaio del 1901, e racconta una storia ed un’atmosfera originali ed evocative in cui il visitatore viene calato in un tempo passato e sognante.

I primi ospiti entrarono in Casa Verdi nel 1902 e da allora la struttura ha accolto più di mille persone fra musicisti, coristi, coreuti, direttori, orchestrali, ballerini e cantanti, avvalendosi oltre ai contributi dei tanti donatori, proprio dei proventi dei diritti delle opere di Verdi che il maestro stesso per volere testamentario destinò al mantenimento ed al funzionamento della propria Casa di Riposo per Musicisti.

Nel 1888 Verdi aveva già fatto realizzare non lontano dalla sua tenuta di Villanova sull’Arda in provincia di Piacenza, non lontano da Busseto, un ospedale attrezzato per la popolazione locale. Successivamente, egli diede inizio al proprio progetto filantropico, una casa di riposo per cantanti e musicisti che si trovassero in condizioni disagiate. Così nel 1889 egli scrisse all’editore milanese Giulio Ricordi che aveva acquistato un grande appezzamento di terra incolta a Milano, fuori porta Vercellina, dove poteva venire eretta una casa di riposo come dalle sue intenzioni. Egli annunciò dunque la propria intenzione a partire dal 1891 con un’intervista alla Gazetta musicale Milano.

Alla sua morte il maestro ricevette funerali solenni che lo accompagnarono inizialmente al Cimitero Monumentale, da dove la salma venne poi traslata per riposare insieme alla moglie nella stupenda cripta che si trova nel cortile interno della Casa di Riposo per Musicisti, magistralmente decorata dai mosaici di Lodovico Pogliaghi.

Al centro del cortile spicca la cappella sepolcrale dove si trova il corpo del Maestro e di sua moglie Giuseppina Strepponi. Anche questa parte del complesso riflette molto il gusto di fine Ottocento per l’eclettismo che mischiava vari stili cucendoli col gusto un po’ liberty.

L’ambiente, fortemente suggestivo, è decorato a mosaico su disegni di Lodovico Pogliaghi. La sontuosa sistemazione fu frutto della determinazione e devozione di Teresa Stolz (è stata un soprano ceco naturalizzato italiano) che dedicò gli ultimi anni della sua esistenza oltre che ad una somma decisamente importante per finanziare la sistemazione e l’abbellimento del tempio funerario.

Le decorazioni, in un romantico stile liberty presentano, come da volere della Stolz, al centro due figure di geni che levano alta una corona ornata da bacche d’oro e un medaglione con il ritratto di Verdi fuso in bronzo da Giovanni Lomazzi. Sotto quest’immagine, un’iscrizione riporta il verso che D’Annunzio dedicò al grande musicista: “pianse e amò per tutti”.

Sul pavimento si trovano le due tombe sobrie, realizzate da Lomazzi, che riflettono pienamente il carattere del Maestro. Alla parete sono appoggiate due corone in bronzo che ricordano la visita di Vittorio Emanuele III l’8 ottobre 1901. Su suggerimento della regina Margherita venne successivamente aggiunta una targa in ricordo della prima moglie del Maestro, Margherita Barezzi (morta all’età di soli 26 anni a causa di una encefalite mentre Verdi stava componendo la sua seconda opera lirica) e dei suoi due figli (morti entrambi a solo un anno di vita): “Dolce consorte a lui vicina nelle prime lotte della vita, lo fece padre di Igino e Virginia, desiderati e pianti ancora piccoli”.

La “Casa Verdi” oltre ad essere una struttura unica nel suo genere, polo fondamentale della storia di Milano, è diventata da alcuni anni un museo unico che ripercorre non solo la vita di Verdi e di sua moglie Giuseppina Strepponi, ma anche di tutti coloro che in questa casa hanno vissuto e portarono omaggio al Maestro. All’interno si trovano oggetti personali del Maestro e arredi monogrammati GV, ma anche collezioni d’arte che mostrano pezzi pregevolissimi come i busti di Vincenzo Gemito o il celebre ritratto di Verdi di Giovanni Boldini, fino ai calchi in gesso del volto e della mano di Giuseppe Verdi. Molti arredi originali si trovano nelle parti comuni, come le deliziose credenze e consolle alle pareti.

A questo edificio e alla sua storia è dedicata la prossima serata di Identità Milano in programma venerdì 15 marzo in Urban Center.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

1 commento su “Milano | San Pietro in Sala – La Casa di Riposo per Musicisti Giuseppe Verdi”

  1. Mi pare giusto dire che Casa Verdi è visitabile, grazie ai volontari del Touring Club Italiano, il martedì ed il sabato dalle 14,30 alle 18,00.

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