Stato dei lavori candidatura olimpica a meno di 18 giorni
Siamo al 6 giugno ed oramai i giorni che mancano all’elezione di Losanna sono diventati solamente 18, dato che questa è pianificata per lunedì 24 giugno 2019. Il lavoro di candidatura delle 2 città si può dire pressoché concluso. Al bid book presentato nello scorso gennaio, si sono susseguite le 2 visite del CIO alle 2 città, a metà marzo per Stoccolma e all’inizio di aprile per Milano, con il conseguente report di valutazione emesso il 24 maggio da parte del CIO, in cui si sono messi in risalto per le 2 candidature i relativi pro e contro. Questo è realmente l’ultimo passo formale del lungo processo di candidatura, documento pubblicato sul sito del CIO e sui cui le 87 delegazioni votanti, teoricamente, dovrebbero basare la loro scelta di voto. Diciamo teoricamente perché poi, ovviamente, come EMA ha insegnato, molti dei voti sono basati su relazioni internazionali e commerciali tra i vari stati che vanno ben al di la di logiche legate alla proposta delle 2 città.
In questo scenario è opportuno fare una fotografia della situazione attuale e di quanto valutato dal CIO, ma, prima di farlo è necessaria una spiegazione dei contenuti inseriti nel libro di candidatura presentato al CIO (Comitato Internazionale Olimpico lo scorso 11 gennaio).
La candidatura congiunta Milano – Cortina prevede quatto venue clusters più un quinto isolato che è quello di Anterselva per il biathlon, ovvero:
· Milano
· Cortina d’Ampezzo
· Valtellina (Bormio – Livigno)
· Val di Fiemme
Focalizziamoci, però, su Milano e presentiamo quelli che saranno i 3 cluster venues all’ombra della Madonnina:
· Palaitalia Santagiulia per l’hockey maschile;
· Milano Hockey Arena (riqualificazione del Palavobis) per l’hockey femminile;
· Forum di Assago per il pattinaggio artistico e per lo short track.
A questi dovranno aggiungersi i luoghi di:
· Stadio Giuseppe Meazza per la cerimonia di inaugurazione;
· Piazza Duomo per la medal Plaza;
· Il Villaggio olimpico di Porta Romana;
· Il media e broadcaster center alla fiera di Rho.
Analizzando l’impiantistica sportiva possiamo dire che:
Il PalaItalia verrà realizzato da Lendlease nell’ambito del progetto di riqualificazione di Milano Santa Giulia nord, avrà una capienza di 16.000 posti e la destinazione post evento sarà un’arena multifunzionale. L’arena la cui approvazione in consiglio comunale dovrebbe essere per ottobre 2019 dovrebbe vedere i lavori preliminari di pulizia dell’area nel 2020 con la partenza dei lavori nel gennaio 2021 per concludersi alla fine del 2023. Il costo dell’investimento è pari a 69.557.734 €.
Per la Milano Hockey Arena il valore dell’investimento è di poco meno di 8 milioni di € (7.798.640 €), rinnovato completamente da fondi privati per diventare dopo le olimpiadi una arena multifunzionale a vocazione sportiva della capacità di 7.000 posti. Per l’approvazione del progetto il cronoprogramma cita giugno 2019 con l’approvazione definitiva in conferenza dei servizi nell’agosto 2020 al fine di far partire i lavori nel dicembre del 2020 con la prevista conclusione per settembre 2021 e l’apertura il mese successivo, come riportato a pagina 19 del bid book.
Nel bid book non è presente l’appena concluso Allianz Cloud che, quindi, non avrà alcuna funzione per i giochi Olimpici di Milano – Cortina 2026.
Ma veniamo a come il CIO ha valutato le 2 candidatura e di quanto ha riportato all’interno del suo report di valutazione che, potremmo dire sia già la prima risposta, parziale, dell’assegnazione.
Innanzi tutto qualche dato:
– 14 venues per tutta la candidatura di cui:
– 6 esistenti;
– 3 temporanei;
– 4 esistenti e di cui necessitano lavori di riammodernamento;
– 1 nuovo (Arena Italia)
I villaggi olimpici saranno 6:
– 1 pianificato a Milano con 1.330 posti letto;
– 2 temporanei, a Cortina (1.140 posti letto) e a Livigno (1.020 posti letto) con già identificata una legacy;
– 3 in esistenti hotel, a Bormio con 380 posti letto, val di Fiemme con 1.300 posti letto e Anterselva con 500 posti letto.
Le opere esistenti o temporanee sono il 93% delle intere opere.
Per quanto riguarda gli aspetti economici, ci sono stati 2 studi, uno della Sapienza di Roma e l’altro della Bocconi, il primo prevede un valore di previsione di crescita di 2,8 miliardi di € post giochi, soprattutto nel campo turistico, il secondo attesta lo stesso valore in 3,2 miliardi di €.
Cosa ha impressionato il CIO per quanto riguarda l’esperienza degli atleti?
– Sicuramente l’esperienza di vivere in una città come Milano o in un villaggio alpino come Cortina;
– La vicinanza dei villaggi olimpici ai luoghi di gara;
– I luoghi della cerimonia di apertura (lo stadio di San Siro) e quello della cerimonia di chiusura all’arena di
Verona;
– La preparazione dei volontari e l’interesse dei fans nel nord Italia per gli sport invernali. Gli aspetti negativi della candidatura sono sostanzialmente legati alla difficoltà di passaggio tra un cluster e l’altro tra le montagne alpine che non hanno sufficiente offerta di infrastrutture. Questa, comunque, era una problematica nota, vista la scelta di candidatura diffusa.
Un accenno ai costi e a chi paga l’evento.
I costi sono sostanzialmente:
– 18% legati alle infrastrutture;
– 18% legati ai servizi e alle operazioni per la gestione degli eventi sportivi;
– 14% tecnologia;
– 17% Per la gestione dei tecnici che organizzeranno l’evento;
– 5% per le cerimonie;
– 4% Comunicazione e marketing;
– 8% Legacy;
– 8% altre spese;
– 9% contingenza.
E questo l’elenco di come verranno ripagate:
– 25% Contributo CIO;
– 11% TOP programme;
– 31% sponsor;
– 17% vendita di biglietti;
– 4% licenze e merchandising
– 4% contributo del Governo (si solo il 4% di 1.566.000 $)
– 2% da lotterie
Ora sperando di aver fatto tutta la chiarezza possibile sulla candidatura olimpica, non possiamo fare altro che sperare sull’assegnazione, meglio ancora se facendo il tifo.
Davvero curioso che lo stato ladro fornisca solo poco più di 1,5 milioni di euro a una regione con un residuo fiscale annuo di 56 miliardi. Lo steso stato, poi, si butterà a capofitto sugli utili che le imprese private registreranno durante e dopo i giochi.
In pratica: investite voi, cari lombardi. Poi veniamo noi statali borbonici a riscuotere gli utili. Ditemi voi se non si meriterebero la secessione
Secondo me è un ottimo progetto e dividerlo nel territorio é nche più bello.
In fondo fa consocere un territorio ancora piu vadto e collegato per il turismo.
E anche l’effetto mangiatoia da grandi opere viene un po a cadere…
I dati forniti si riferiscono solo alla gestione operativa dei giochi che già da tempo il CIO obbliga ad organizzare con copertura finanziaria accertata.
Il fattore chiave nei grandi eventi saranno le infrastrutture che non vengono considerate nel dossier: Ferrovie per il collegamento con l’Alta Valtellina, finanziamenti per accelerare la creazione di metropolitane ad esempio o il rinnovamento del parco BUS…
Teniamo le dita incrociate.
scusate, voglio fare la voce fuori dal coro, ma proprio non vedo la necessità di queste olimpiadi, tanto piu’ invernali! Non vedo come Milano possa condividere tale evento con località montane distanti centinaia di km e con collegamenti infrastrutturali deficitari (vedi strade e ferrovie); organizzarle a Torino ebbe piu’ senso, visto che la città ha le montagne a una manciata di km, con un comprensorio sciistico molto ravvicinato; nel caso di Milano le distanze sono irragionevoli, piuttosto avrei tifato per un ticket cortina-valdifiemme-bormio (anche se scollinare da una vallata all’altra non è banale)!
In piu’ la frammentazione e la dispersione delle varie discipline sui territori credo creerebbe non pochi disagi ai visitatori; poi il nodo finanziamenti e i tempi di realizzazione delle infrastrutture mancanti o da ristrutturare è un aspetto di non poco conto; si potrà obiettare che l’evento porterà turisti flussi di denaro e l’indotto ne beneficerà , ma occorre tenere presente dei costi di gestione delle opere presenti e future (a Torino e dintorni ad oggi molte strutture sono in stato di abbandono o quasi); Milano ha già avuto un Expo che pur tra un travaglio e l’altro prima dell’inaugurazione è stato un successo di pubblico e pare i costi sono stati ampiamente ripagati, quindi dico che la città ha già vissuto i suoi momenti di gloria ed è ora che si guardi altrove e al futuro(scali ferroviari, periferie, trasporti pubblici, sicurezza, cultura, lotta al degrado); o forse il sindaco dopo la débâcle dell’EMA cerca a tutti i costi i consensi necessari per essere rieletto (ammesso che si ricandidi) tra due anni?Io dico queste manie di grandezza rischiano di danneggiarlo seriamente qualora il Cio dovesse assegnare le olimpiadi a Stoccolma, dovrebbe raccogliere i cocci di una bruciante sconfitta vedendo appannato la sua immagine e credibilità; insomma come si suol dire chi troppo vuole nulla stringe! Si concentri sulla città e sulle giuste istanze dei cittadini tutti dalla periferia al centro e lasci perdere progetti faraonici, anacronistici (vedi riapertura navigli) e assurdi!
uomo lungimirante!! la prossima vetrina internazionale tra 100 anni! Grande
In realtà i grandi eventi come Expo e Olimpiadi servono proprio per attrarre capitali ed investimenti e realizzare opere che altrimenti nessuno si sognerebbe di completare! Chi creerebbe una linea ferroviaria fra Tirano e Bormio di circa 40 Km che serve un bacino di soli 50mila abitanti? Nessuno! In Valtellina si sta parlando molto di questo aspetto oltre al completamento della strada ad altro scorrimento fra Morbegno e Tirano che altrimenti impiegherebbe 20 anni. In Trentino A.A. e a Cortina si sta parlando delle olimpiadi per completare l’elettrificazione delle linee ferroviarie. Sono questi i fattori chiave delle Olimpiadi.
Non parlo poi delle infrastrutture in città.
Il punto è che le città come Milano sono condannate a trovare sempre un motivo scatenante per dotare un’area di opere strategiche ma troppo costose.
A partire dalle Olimpiadi del 1992 Barcellona mediamente ogni 3/4 anni ospita un evento di rilevanza mondiale e senza Olimpiadi non sarebbe la città che è oggi.
Per quanto riguarda Torino molte cose sono andate storte ma chi avrebbe dotato la città, in piena deindustrializzazione senza le Olimpiadi, di una linea della metropolitana, un’autostrada che collega con la Val di Susa, una nuova stazione AV oltre alle strutture che ora costituiscono l’ossatura del sistema fieristico espositivo e culturale?
Chi avrebbe capito che Torino era anche una città di cultura e non solo FIAT centrica senza le Olimpiadi? Se vai a vedere chi ha gestito male le infrastrutture o i villaggi olimpici in quota capirai che sono proprio gli enti locali e Val susini in particolare che per fare cassa ne hanno fatti appartamenti anziché gestirli come alberghi o strutture per la comunità, oppure sono state e federazioni nazionali che hanno creato problemi (per lo slittino e trampolini) ma le federazioni hanno pagato sull’unghia tali insuccessi.
Per le distanze lasciamo perdere: Stoccolma-Are: 600 Km, Torino- Cesana/Sestriere: 100 Km, Milano-Bormio: 200 Km, si può fare…