Il calendario segna il giorno 11 novembre, un lunedì, come lo era quel 24 giugno, seppur con temperature decisamente differenti, in cui è giunta da Losanna, dirompente come un fulmine la notizia più bella e più attesa, quella di una Milano entrata nell’olimpo delle città a 5 cerchi. Una notizia davvero attesa con grande ansia e seguita da un grande giubilo, forse più di quanto lo fu quel 31 marzo in cui da Parigi giunse la notizia del diritto di ospitare l’Expo Universale. Ancora di più, non solo perché più difficile, vista la lizza di concorrenti, ma anche perché confermarsi è sempre più difficile. Ma cosa è cambiato da quel 24 giugno, da quelle grida del sindaco Sala, dall’entusiasmo della Goggia nel condurre i membri del CIO nel far mettere dentro la busta il nome della nostra città? Se ci guardiamo in giro, dopo l’entusiasmo iniziale, sembra tutto fermo, l’area del villaggio olimpico allo Scalo Romana dove non solo non sono partiti i lavori ma neanche la pulizia e la lunga bonifica propedeutica. Ancora peggio l’area dell’arena Italia di Santa Giulia, dove, al limite sud dell’area, campeggia ancora i resti della Montecatini, quasi a testimoniare che nulla è cambiato.
In realtà, si è mossa la diplomazia. In primis si è decisa la forma di gestione, mediante la nascita di una fondazione, modello che ricopre quanto fatto per Torino 2006, piuttosto che la scelta di una SPA, modello che avrebbe ricalcato quello di Expo 2015. La decisione sulla fondazione è arrivata tra i mesi di settembre ed ottobre. Ma la vera novità è stata, dopo la nomina di un advisor che proponesse i 3 possibili CEO, la nomina di quest’ultimo a Roma, mercoledì 6 novembre, indicando il nominativo della massima carica dell’organizzazione. Il nome venuto fuori è quello per il ruolo di amministratore delegato è quello di Vincenzo Novari, un lungo passato con lo stesso ruolo in 3 Italia ed esperto nell’ambito della comunicazione. Ma, da milanesi, il nostro sguardo è sempre più rivolto al futuro che non ha quanto ci lasciamo alle spalle. Ed, allora vi indichiamo, da qua a fine 2019, quali saranno le prossime mosse:
- a) Rendere operativa sia la Fondazione ed il Comitato di Gestione, sia l’agenzia degli impianti dall’altra;
- b) Emanazione della legge olimpica;
- c) Incontro con il CIO a Milano (Palazzo Lombardia) nei giorni 10 – 11 dicembre 2019 per condividere lastruttura della governance.
Per la Fondazione bisognerà individuare i 22 membri del consiglio di amministrazione, formato da 10 rappresentanti dello Sport e da 10 rappresentanti degli enti locali con presidente Malagò ed in aggiunta un membro del Governo. Questo quanto deve avvenire sul lato burocratico.
Sul lato, prettamente, infrastrutturale, si stanno effettuando i primi passi congiuntamente al ministro delle infrastrutture Paola De Michieli, indicando le priorità e quelle che debbano essere le prime opere a partire. E’ ovvio che tra i sogni, più che tra gli obiettivi siano emerse opere tanto affascinanti, quale lontane, come la ferrovia Tirano – Bormio o la freccia delle Dolomiti collegante Calalzo a Dobbiaco via Cortina. In realtà, però, in questa fase si dovrebbero aprire i cantieri per quelle opere già approvate e finanziate e, nello specifico, per le tangenziali di Sondrio e di Tirano (Da Bianzone a La Ganda).
Ma cerchiamo di spiegare un po’ la candidatura.
La candidatura congiunta Milano – Cortina prevede quatto venue clusters più un quinto isolato che è quello di Anterselva per il biathlon, ovvero:
Milano
- Cortina d’Ampezzo
- Valtellina (Bormio – Livigno)
- Val di Fiemme
Focalizziamoci, però, su Milano e presentiamo quelli che saranno i 3 cluster venues all’ombra della Madonnina:
- Palaitalia Santagiulia per l’hockey maschile;
- Milano Hockey Arena (riqualificazione del Palavobis) per l’hockey femminile;
- Forum di Assago per il pattinaggio artistico e per lo short track.A questi dovranno aggiungersi i luoghi di:
- Stadio Giuseppe Meazza per la cerimonia di inaugurazione;
- Piazza Duomo per la medal Plaza;
- Il Villaggio olimpico di Porta Romana;
- Il media e broadcaster center alla fiera di Rho.Analizzando l’impiantistica sportiva possiamo dire che:Il PalaItalia verrà realizzato da Lendlease nell’ambito del progetto di riqualificazione di Milano Santa Giulia nord, avrà una capienza di 16.000 posti e la destinazione post evento sarà un’arena multifunzionale. L’arena la cui approvazione in consiglio comunale dovrebbe essere per ottobre 2019 dovrebbe vedere i lavori preliminari di pulizia dell’area nel 2020 con la partenza dei lavori nel gennaio 2021 per concludersi alla fine del 2023. Il costo dell’investimento è pari a 69.557.734 €Per la Milano Hockey Arena il valore dell’investimento è di poco meno di 8 milioni di € (7.798.640 €), rinnovato completamente da fondi privati per diventare dopo le olimpiadi una arena multifunzionale a vocazione sportiva della capacità di 7.000 posti. Per l’approvazione del progetto il cronoprogramma cita giugno 2019 con l’approvazione definitiva in conferenza dei servizi nell’agosto 2020 al fine di far partire i lavori nel dicembre del 2020 con la prevista conclusione per settembre 2021 e l’apertura il mese successivo, come riportato a pagina 19 del bid book.Nel bid book non è presente l’appena concluso Allianz Cloud che, quindi, non avrà alcuna funzione per i giochi Olimpici di Milano – Cortina 2026.Ma veniamo a come il CIO ha valutato le 2 candidatura e di quanto ha riportato all’interno del suo report di valutazione che, potremmo dire sia già la prima risposta, parziale, dell’assegnazione.Innanzi tutto qualche dato:
– 14 venues per tutta la candidatura di cui:- 6 esistenti;- 3 temporanei;- 4 esistenti e di cui necessitano lavori di riammodernamento;- 1 nuovo (Arena Italia)I villaggi olimpici saranno 6:- 1 pianificato a Milano con 1.330 posti letto;- 2 temporanei, a Cortina (1.140 posti letto) e a Livigno (1.020 posti letto) con già identificata una legacy;- 3 in esistenti hotel, a Bormio con 380 posti letto, val di Fiemme con 1.300 posti letto e Anterselva con 500 posti letto.Le opere esistenti o temporanee sono il 93% delle intere opere.
Per quanto riguarda gli aspetti economici, ci sono stati 2 studi, uno della Sapienza di Roma e l’altro della Bocconi, il primo prevede un valore di previsione di crescita di 2,8 miliardi di € post giochi, soprattutto nel campo turistico, il secondo attesta lo stesso valore in 3,2 miliardi di €.
Cosa ha impressionato il CIO per quanto riguarda l’esperienza degli atleti?
– Sicuramente l’esperienza di vivere in una città come Milano o in un villaggio alpino come Cortina;
– La vicinanza dei villaggi olimpici ai luoghi di gara;
– I luoghi della cerimonia di apertura (lo stadio di San Siro) e quello della cerimonia di chiusura all’arena di Verona;
– La preparazione dei volontari e l’interesse dei fans nel nord Italia per gli sport invernali.
Gli aspetti negativi della candidatura sono sostanzialmente legati alla difficoltà di passaggio tra un cluster e l’altro tra le montagne alpine che non hanno sufficiente offerta di infrastrutture. Questa, comunque, era una problematica nota, vista la scelta di candidatura diffusa.
Un accenno ai costi e a chi paga l’evento.
I costi sono sostanzialmente:
– 18% legati alle infrastrutture;
– 18% legati ai servizi e alle operazioni per la gestione degli eventi sportivi; – 14% tecnologia;
– 17% Per la gestione dei tecnici che organizzeranno l’evento; – 5% per le cerimonie;
– 4% Comunicazione e marketing;
– 8% Legacy;
– 8% altre spese;
– 9% contingenza.
E questo l’elenco di come verranno ripagate:
– 25% Contributo CIO;
– 11% TOP programme;
– 31% sponsor;
– 17% vendita di biglietti;
– 4% licenze e merchandising
– 4% contributo del Governo (si solo il 4% di 1.566.000 $) – 2% da lotterie
Per quanto riguarda, invece, le infrastrutture?
Infrastrutture di Trasporti esistenti di cui siano necessari lavori:
- Alta velocità Brescia – Verona – Vicenza – Padova;
- Ferrovia Bolzano – Dobbiaco;
- Strada Statale Milano – Bormio;
- Strada locale in località Gilardon (ambito di Cortina).
Insfrastrutture pianificate:
- Pedemontana Veneta tra Montecchio Maggiore (Vicenza) e Spresiano (Treviso) (94 km);
- M4 Linate aeroporto – San Cristoforo (15,2 km);
- Tram Forlanini – Rogoredo (4,9 km);
- Ferrovia Venezia Mestre – Aeroporto Marco Polo Venezia (3,5 km)
Speriamo con questo di avere fatto un po’ di chiarezza sulla candidatura e sui prossimi passi, almeno fino alla fine del 2019.
Foto Andrea Cherchi.
Per le olimpiadi servono impegni precisi a parte delle infrastrutture sportive:
– piste ciclabili
– verde urbano
– ferrovie regionali
Serve un impegno da parte di comune e regione dare Milano infrastrutture comparabili a paesi come Svizzera, Austria, Regno Unito o Francia.
State sparendo anonimo dalla faccia della terra
c’est à dire quoi?
Le ferrovie inglesi non le vorrei manco se me le regalano.
Costosissime, lente, spesso sporche e per lo più diesel, spessissimo in ritardo, con frequentissime cancellazioni, senza contare il caos di doversi districare tra 840mila operatori diversi.
Funzionano bene solo i collegamenti con gli aeroporti, ma andare da Londra a Stansted costa come in Italia andare da Milano a Roma in Executive col Frecciarossa.
Londra Liverpool Street – Stansted 18,9£, pari a 22 €.
Cadorna – Malpensa 13 €
Termini – Fiumicino 14 €
Centrale – Termini in executive 245€
evidentemente era un’iperbole… ma condivisibile che anche negli altri paesi, a parte i servizi AV, si rischia spesso di fare brutte esperienze… a prezzi molto più alti dei nostri.
Aggiungerei, anche se non incluso nel dossier olimpico, il collegamento ferroviario Milano-Bergamo-Orio al Serio.
Pare che vogliano realizzarlo per il 2026.
Le Olimpiadi di solito sono in Febbraio, le piste ciclabili sono utili ma in quella stagione meno che in altre.
Che si diano una mossa per SS36 e SS38 Milano-Bormio e per ammodernare la ferrovia Milano-Tirano, per evitare almeno durante le Olimpiadi i quotidiani collassi causati dalla vetustà della rete in mano a RFI, e che si sbrighino con le poche opere da costruire ex novo in modo da evitare di arrivare con il fiatone come per Expo, che durava 6 mesi mentre le Olimpiadi durano poche settimane.
Sarà stupendo avere le Olimpiadi invernali in città, senza neve, e con quasi 10 gradi di giorno. Rido già adesso
Siamo certi che il sig.@Luca, dopo aver letto attentamente il pur lodevole e scrupoloso articolo di UF, abbia notato la riprovevole mancanza della verifica sulle previsioni del tempo su Milano nel periodo invernale del 2016. Lui ride gia’ adesso ma ragazzi, occhio, c’e’ poco da scherzare…
che più o meno erano gli stessi gradi a Torino 2006, olimpiadi che si è visto sono state un fallimento organizzativo conclamato.
ma per favore, evitiamo di dare aria alla bocca, dai via!
Tram Forlanini – Rogoredo
Davvero?
Bello!