Milano | Navigli – La Darsena sempre abbandonata e nella sciatteria

Onestamente ci siamo stufati di riportare SEMPRE lo stesso problema ogni volta che facciamo un giro in Darsena, quindi questa volta diremo solo poche cose: la sciatteria e il degrado in cui versa non è da città turistica, ma da area abbandonata o quasi.

Più che la pulizia, che tutto sommato per un luogo come questo è decente, sono le scritte vandaliche e gli scarabocchi che persistono senza che il Comune li rimuova appena possibile.

La parte peggiore rimane il piccolo spazio con gradinata che è da anni, imbrattato all’inverosimile, persino con riferimenti agli “sbirri”. Insomma, secondo noi ci vorrebbe un immediata rimozione di tali scritte vandaliche e non solo.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

36 commenti su “Milano | Navigli – La Darsena sempre abbandonata e nella sciatteria”

    • È un po’ tutto il quartiere ad essere in uno stato di degrado, dopo i fasti dell’Expo (rifiuti, parcheggio selvaggio, venditori abusivi, arredo urbano danneggiato)
      Spero che l’amministrazione comunale si muova.

      Rispondi
  1. Veramente è anche grazie a questa potentissima street art antagonista e antifaxxista che i navigli sono la zona più vibrante e creativa di Milano… a due passi dal centro! Ho messo su AirBnB degli appartamenti che vanno a ruba e mi sento orgoglioso, nel mio piccolo, di aver contribuito ad internazionalizzare questa zona fino a poco tempo fa bacino tuttalpiù di studenti fuorisede basso-spendenti.

    Rispondi
    • Certo, due scarabocchi e bestemmie sono ‘potentissima street art’, e siamo noi che non abbiamo proprio capito niente. Meno male che il compagno Ottobre Rosso ci illumina la via.
      Firmato: un fan della street art, quella vera.

      Rispondi
  2. Non capisco perchè il Comune non sia abboni al servizio di rimozione scritte vandaliche dell’AMSA, come dice a tutti noi di fare per le facciate dei palazzi.

    Costa poco ed è super efficiente, al limite la telefonata per farli uscire gliela facciamo noi 🙂

    Rispondi
    • Nel nostro condominio abbonato ad AMSA per i graffiti sono usciti dopo più di un mese…
      Comunque la soluzione vera sono i rampicanti sui muri e si risolvono tutti i problemi e alla soprintendenza si dice di andare a cagare se dice che non va bene.
      La cosa è questa c’è la volontà politica di sistemare? Secondo me no, a loro fa comodo lasciare spazi ad anarchici e movimenti di gente inutile come le sardine… (le sardine sono come ho mobile la risposta di vodafone ad iliad….ahahah….)

      Rispondi
        • La Soprintendenza ha potere si veto su un manufatto del 2015?
          Lascia che di fake news si occupi chi ha un minimo di testa per inventarle credibili, suvvia! 🙂

          Rispondi
      • Adriano,
        in generale la colpa è dei deficienti che sporcano i muri, cosa che peraltro non è esclusiva dei punkabbestia, vedi Infatti per esempio tag sui muri contro le ciclabili. Detto questo, come evidenziato da tanti, in altri Paesi la situazione non è così.
        Soluzioni?
        Il Comune per spazi pubblici e i proprietari dei palazzi per gli edifici privati devono provvedere. Fa incazzare smenarci dei soldi per dei deficienti, lo so, ma non vedo altra scelta se non si vuole stare in quelle condizioni. Ovvio poi che sul versante legislativo si dovrebbe cambiare qualcosa.

        Rispondi
  3. Telecamere per arrestare e punire i maiali che sporcano….sono solo dei vandali….Punire e far Pulire….Vergogna di gente che rovinsla citta’

    Rispondi
  4. Io abito in via Magolfa e devo dire che purtroppo per quanto si possa rincorrere questo fenomeno, il difetto sia nel manico ossia nella quasi impossibilità di perseguire i vandali. Sabato notavo che hanno ripulito il muro di fronte alla gradinata che però è più facile perchè basta dare una mano di vernice. Penso che la porosità dei mattoncini invece renda meno facile la rimozione delle scritte

    Rispondi
  5. Si fa presto a dire: rimozione immediata, sistemazione fuminea..
    Ma in una città di oltre un milione di abitanti, è sufficiente qualche centinaio di imbecilli a rendere la situazione ingestibile.

    Star dietro giorno e notte agli scribacchini è impossibile e lo si può osservare ovunque in Europa.
    La città è molto migliorata sotto questi aspetti negli ultimi anni, ma ci sono una montagna di tag e ancora non smettono di farne!

    E chi butta le bici a noleggio giù dai parapetti? Ne vogliamo parlare?
    È dura lottare contro ebeti simili..

    Occorre insistere per opporsi al fenomeno, ma pretendere sistemazioni-lampo è pura fantascienza…

    Rispondi
    • La situazione purtroppo non è migliorata affatto in questi anni….è questo il problema!
      Io pensavo che una linea più morbida, meno da sceriffo, concedere spazi legali per i writers ecc ecc avrebbe aiutato a far sgonfiare il fenomeno. Ma gli ultimi otto anni dimostrano che purtroppo non funziona.

      Vedere i navigli ridotti a letamaio (e la Darsena è un angolo di Svizzera a confronto di altri muri in zona) fa tristezza.

      Forse abbiamo bisogno di provare veramente la linea delle sistemazioni lampo anzichè continuare a vivere di alibi: Tutte le Esselunga di Milano sono fatte in mattoncini. Avete mai visto una tag che sia una su un muro di ESSELUNGA?

      Rispondi
    • Ma dai … e pensare che Londra di milioni di abitanti ne ha 10 e rotti ed è piena dii gang giovanili, eppure i graffiti nelle zone turistiche non ci sono.

      Chissà come fanno!

      Rispondi
    • Leggere i commenti di fascisti, punitori picchiatori ed educatori con taglio delle mani degli utenti di questo blog mi fa venire il voltastomaco. Sono 4 tags, sicuramente orribili e non da considerarsi come street art, ma purtroppo collateral damage di una città metropolitana, TUTTE da Londra a New York a LA a Barcellona a Berlino e Parigi hanno un po’ di tags FATEVENE UNA CAZZO DI RAGIONE bigottacci rompigli coglioni. E smettere di spargere odio e politica da slogan pure in blog di architettura

      Rispondi
      • In questo blog ci sono anche un sacco di idee ben più praticabili del taglio delle mani e della pena di morte, per risolvere il problema delle tag che a Milano è molto più fuori controllo che nelle altre città che citi.

        Con l’indignazione ed il voltastomaco fini a se stesi non si risolve il problema, che invece sarebbe risolvibile e controllabile senza procedere ad amputazioni di arti o deportazioni in Siberia o lapidazioni su pubblica piazza.

        Rispondi
        • Lo voglio be sperare signor Anonimo ma leggendo i commenti a questo post oltre a taglio delle mani, i centri sociali insultati (le tags probabilmente sono dei figli del San Carlo) lavori forzati e qualche altra cagata populista non si è letto.

          Qua piace generalizzare, servire alla pubblica gogna chiunque e lamentarsi continuamente.

          Dal canto mio trovo orribili queste tags e sicuramente da rimuovere ingaggiando AMSA in modo continuativo ma senza sparare a 0 di qua e di la. Ci sono dei problemi che sono intrinsechi nella gestione di una grande città e questo, a mio parere, è uno di quelli.

          Rispondi
          • Tutto condivisibile, a parte l’enfasi sulla “gestione della grande città”, che faccio fatica a accettare.

            Milano è molto più piccola e infinitamente meno complessa di New York (dove il problema dagli anni 90 in poi è stato risolto), non ha la storia di Berlino alle spalle (dove tag e graffiti sono oggettivamente più controllati), non è lontanamente simile come afflusso incontrollato di turisti a Barcellona (i cui writer vengono in trasferta da noi) e non è nemmeno lontanamente Londra (dove pure a Southbank ci son meno scritte deturpanti che in centro a Milano).

            Il sospetto che a Milano nessuno abbia veramente voglia di risolvere il problema è legittimo e la complessità della grande metropoli mi sembra un po’ una scusa autogratificante per giustificare una pigra inerzia: abbiamo ancora in giro le ormai patetiche scritte “No Expo”….

          • Ha ragione Lorenzo. “CIE=lager”, “fanculo Salvini”, “fanculo EXPO”, “sbirri merde”, l’onnipresente “Dax vive” e migliaia di scritte di analogo tenore non sono opera di frequentatori di centri sociali (magari anche frequentatori del San Carlo) o collettivi lesbo-anarco-femministi, ma sicuramente di qualche fasssioh agent provocateur…

  6. Basterebbe insegnare l’educazione civica nelle scuole. Ma in Italia il bene collettivo, la cosa pubblica è qualcosa che viene dopo al nostro divertimento e idiozia…..no si può sempre pulire, si deve non sporcare

    Rispondi
  7. Pene severe e fatte pagare e vedete che questi vandali ignoranti ci pensano 2 volte….la giustizia non funziona…questi sono danni al patrimonio pubblico….manette….pulite e andate a fare i servizi sociali a pulire i cessi….

    Rispondi
  8. A parte la diatriba politica che non risolve alcun problema è necessario forse trovare un interlocutore Istituzionale che si faccia carico di risolvere le varie problematiche esistenti in Darsena.
    Quando si decide di avere uno spazio aperto senza controlli e telecamere come in Darsena devi avere un servizio antidegrado che non c’è.
    Vivo in Darsena da sempre durante l’EXPO era il fiore all’occhiello del rinascimento milanese (costata se ricordo sui16 milioni) ma poi come spesso capita la sciatteria e il degrado trionfano diversamente da altri luoghi vedi Citylife o Porta Nuova dove non trovi una scritta o una carta per terra ma probabilmente la gestione dei servizi è fatta da privati
    Pulire Pulire Pulire come cittadini che amiamo la città lo possiamo fare anche se non tocca a noi.

    Rispondi
    • La diatriba politica non serve a nulla basta avere un servizio antidegrado efficiente che pulisce quando necessita. La Darsena è nata come spazio aperto ma senza controllo e senza telecamere in zona Movida gli incivili trionfano.Bisogna individuare l’interlocutore dell’amministrazione che si faccia carico del problema e rompergli le scatole quando avanza il Degrado.

      Rispondi
  9. A parte che Milano non e’ una citta’ turistica, ma al limite una citta’ di affari e il centro della regione dei laghi che sono tutti comodi da raggiungere dalla citta’. Per il resto Milano di certo non e’ mai stata una grande citta’ europea, giusto i milanesi lo pensano per provincialismo. Detto questo l’annoso problema dei graffiti e della sporcizia che affligge Milano, si risolvera’ quando i milanesi la smetteranno di affidarsi ai Kompagni dei centri sociali. Fino a quelo momento sono solo ed esclusivamente affari loro e di certo non potranno lamentarsi…

    Rispondi
  10. il graffitismo vandalico a Milano è un serio problema, che nessuno fino ad ora è riuscito a contrastare efficacemente, e dire che basterebbe poco, ovvero rimuovere immediatamente gli sgorbi per non dare visibilità a questi bastardi (perché altro non sono), e in caso venissero colti in flagranza di reato, multe salatissime e denunce penali, altro che buonismo sinistrorso od altre cazzate immani lette in questo blog; i muri imbrattati e la sciatteria che da sempre in verità ammorba questa parte della città sono un pessimo biglietto da visita, oltre che provocare un danno di immagine e credibilità dei cittadini stessi, tanto piu’ se come in tal caso è una zona a forte vocazione turistica!Altrove all’estero hanno risolto efficacemente in problema, per esempio a New York, che ho battuto in lungo e in largo le tags sono rarissime (nel 1981 la metro di NY era totalmente ricoperta dai graffiti); è pur vero che il fenomeno è presente un po’ ovunque in Europa, ma diversamente da noi hanno saputo contrastarlo e circoscriverlo in modo efficace; non confondiamo i murales (vedi ortica noodless, bellissimi!) con gli sgorbi presenti in Darsena, magari i ragazzi di ortica noodless realizzassero un murale! Occorre che il comune prenda coscienza del fenomeno e agisca una volta per tutte in maniera risoluta, sdoganare questi vigliacchi come gesti di ragazzi irrequieti e annoiati è da irresponsabili, loro (i graffitari) rifiutano l’omologazione e imbrattano dove piu’ gli aggrada, alla faccia dei muri concessi dal comune per dare sfogo alla loro libidine repressa!

    Rispondi
  11. Questo scambio di accuse con sfondo politico non risolvono il problema la Darsena è uno spazio aperto senza controllo e senza telecamere era prevedibile il degrado imperante, ma pensare ad una soluzione definitiva vuol dire trovare un interlocutore dell’ Ammistrazione che si faccia carico del problema. Ma nel frattempo bisogna far Pulire e se non lo fa chi è competente lo possono fare i cittadini anche se non tocca a loro.Tenere pulito Citylife o Porta Volta senza una scritta o una carta per terra ci pensa il Privato dove la gestione è Pubblica il risultato spesso sotto i nostro occhi

    Rispondi
  12. Problema culturale tutto Italiano.. ho vissuto 10 anni all’estero, a Parigi, una città 3 volte Milano.. e questo degrado non esiste. O quantomeno c’è un’educazione civica generale percui la città è patrimonio di tutti e vivere in una città curata fa bene a tutti..
    Ci sono zone di Milano completamente violentate dai graffiti.. anche la zona Risorgimento, quella storica, imbrattata in maniera vergognosa..
    Mi sembra che i tag siano una provocazione, uno sfregio permanente. Non capisco come il Comune non si attivi per sensibilizzare i cittadini. Attraverso campagne e perchè no.. anche multe salate.

    Rispondi
  13. Purtroppo quelli che dicono che anche all’estero è così ,semplicemente non sono stati nelle città estere(civili) dove NELLE ZONE CENTRALI e tiuristiche le tag semplicemente non esistono-

    Rispondi

Lascia un commento