Milano | Brolo Statale – Quei brutti lampioni in via Festa del Perdono

L’arredo urbano a Milano è inesistente, come spesso e purtroppo abbiamo ribadito. Un esempio di arredo urbano realizzato spendendo poco e mettendo assieme quel che si aveva, lo possiamo vedere in via Festa del Perdono, davanti al bellissimo palazzo quattrocentesco della Ca’ Granda e Università Statale.

Infatti lungo la via Festa del Perdono troviamo dei lampioni che se vogliamo osservare bene, hanno qualcosa di strano: la parte inferiore decorata come si usava per i lampioni realizzati tra il 1910 e il 1925; la parte superiore invece, rivela un adattamento che ha il gusto degli anni 1960 e 1970.

Insomma, sembra più un accrocchio realizzato all’epoca frettolosamente cercando di spendere il meno possibile. Oggi i punti luce sono veramente brutti e il lampione non è certo un bel vedere, specie davanti ad un palazzo così importante.

Qui sotto due foto d’epoca, quando vi erano ancora i vecchi lampioni, quelli ancora più antichi.

Pensare che il Comune ha in dotazione alcuni lampioni in stile antico che potrebbe benissimo istallare anche in questa via (così come in tutti i luoghi “particolarmente antichi” della città), proprio come quelli che troviamo, ad esempio, in piazza della Repubblica.

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4 commenti su “Milano | Brolo Statale – Quei brutti lampioni in via Festa del Perdono”

  1. L’asta è bella, basterebbe sostituire i bracci e i punti luce e magari dare una bella scartavetrata e una bella riverniciata (possibilmente nel più classico Grigio Milano).

    Abbiamo e avete sottolineato più volte come, anche quando c’è la buona volontà, gli arredi vengano piazzati assolutamente a capocchia: in piazza della Repubblica, per esempio, i lampioni in stile 800 non c’entrano una mazza con l’impianto razionalista/modernista della piazza.

    Lo stesso si può dire di piazza Caneva (lampioni in stile in una piazza circondata da condominii anni 60), mentre agli storicissimi giardini Guastalla, come avete documentato anche voi, sono stati messi quegli orrori da giardinetto condominiale di periferia che purtroppo imperano un po’ in tutta Milano.

    Ma chi è che fa queste scelte? Con quale criterio?

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